Carlos Alcaraz è intervenuto in conferenza stampa dopo la vittoria ai danni di Taylor Fritz, maturata per 6-7 7-5 6-2, nel match valido per la seconda giornata del Round Robin delle Atp Finals 2025 di Torino. Stanco ma felice il tennista spagnolo, protagonista di una delle migliori prestazioni in carriera sul cemento indoor e capace di ribaltare un match pieno di insidie. Uscito vincitore dopo 2 ore e 49 minuti, Alcaraz ha condiviso le sue sensazioni, anche in merito al numero uno di fine anno, di fatto in ghiaccio.
“È stata una partita veramente difficile che ha richiesto molto sforzo fisico. Sono fiero di aver salvato alcune palle break in momenti molto difficili e importanti del match. Inoltre sono felice di aver fatto vedere un buon tennis. Si tratta di una vittoria importante per me” ha esordito il murciano.
Il pensiero di Alcaraz sul numero 1
Non poteva poi mancare una domanda relativa al ranking, in particolare sull’importanza di un traguardo come il n. 1 di fine anno: “All’inizio del match ci ho pensato un pochino, mentre durante la partita c’erano altre molte altre cose a cui pensare e quel pensiero se n’è andato.
Nella mia mente pensavo esclusivamente a come girare il match visto che ho avuto momenti difficili e non stavo giocando bene, credo. Non mi sono sentito così bene come nel match contro de Minaur, ad esempio. Ma sono contento di avercela fatta: era davvero importante per la classifica e per la qualificazione alle semifinali”.
La capacità di anticipare
Infine, Alcaraz ha commentato le dichiarazioni di Taylor Fritz, il quale ha elogiato una sua qualità come l’anticipazione: “Semplicemente cerco di essere nella testa dell’avversario ancor prima che colpisca. Noi studiamo molto i giocatori e dove colpiscono più spesso quando hanno palle facili. Ovviamente in generale variano, ma ci sono sempre zone del campo in cui ti senti più a tuo agio nel colpire nei momenti di difficoltà o di pressione.
Credo che oggi io sia riuscito ad andare dal lato giusto un paio di volte e questo probabilmente ha fatto sì che si sentisse maggiormente sotto pressione: ecco perché a volte ha sbagliato. Ma alla fine, penso semplicemente a un lato e ci vado. Come quando un portiere sceglie un lato per il rigore. Bisogna solo pensare a un lato e andarci, a volte funziona e a volte no”.