Andreas Seppi, poche chiacchiere e tanta sostanza

Seppi Halle
di Fabio Ferro

Non è un divo come Federer, non è potente come Nadal e nemmeno un guascone irriverente come Djokovic, ma Andreas Seppi è sicuramente un personaggio molto positivo nel tennis moderno. Al Red Carpet preferisce la semplicità, quella del proprio ambiente, della propria casa e della propria famiglia, di cui ormai fa parte il suo storico coach Massimo Sartori.

Andreas è quanto di più lontano dal personaggio mediatico, non cerca la notorietà, né la vita mondana, ma gli appassionati di tennis hanno imparato ad apprezzare la poca artefazione del suo personaggio e soprattutto del suo tennis. Lavoro, abnegazione e resilienza sono le sue armi principali, che gli garantiscono una costanza di rendimento degna di nota, ormai da tanti anni. Non è più una sorpresa vederlo arrivare in fondo a tornei ATP 250 e 500. Di sicuro fa più effetto vedere il Seppi nazionale battere Roger Federer agli Austalian Open, disinnescando totalmente il gioco dello svizzero.

Per gli osservatori meno attenti, le sue vittorie spesso possono sembrare fortunate o basate solo sulla resistenza sulla lunga distanza dei 3 o dei 5 set, ma per capire il gioco di Andreas, bisogna proprio partire alla tattica, perché la sua intelligenza tennistica non è una caratteristica comune e lo dimostra il fatto che molto difficilmente perde con tennisti dalla classifica inferiore alla sua. Oltretutto, Seppi cerca e prova sempre una strategia, non abbandona mai la partita, sempre concentrato e positivo in tutti i momenti. Forse possiamo rimproveragli di non essere troppo “italiano” nelle reazioni e nelle imprecazioni, che praticamente non fanno parte del suo bagaglio tennistico-culturale. Lui è così, è un talento in punta di piedi, non fa rumore, fa i fatti.

La finale disputata contro Federer , sull’erba dell’ATP 500 di Halle, è stata uno dei match meglio giocati in carriera dall’altoatesino, tecnicamente migliore anche di quello vinto, sempre contro Federer, agli Austalian Open. Seppi è stato abbastanza fortunato nei quarti e in semifinale, per i ritiri di Monfils e Nishikori, ma si è fatto trovare pronto, con un gioco brillante, solido, propositivo e anche offensivo. Ha saputo sfruttare molte occasioni, ma ha dovuto solo cedere ad un Federer in forma e attaccato al match. In ogni caso, Andreas ha fatto sfoggio del suo gioco completo è venuto fuori ancora una volta, con passanti, vincenti, palle corte, servizi slice e cross sia di diritto che rovescio, dimostrando come il suo bagaglio tecnico sia davvero completo e coma sappia utilizzare tutti i colpi indistintamente, senza una vera preferenza o un punto debole manifesto. Per vincere contro Seppi, infatti, bisogna essere tennisticamente superiori, bisogna inibire il suo ottimo timing e la sua capacità di ribattere in poco spazio e in poco tempo, la sua reattività sul colpo, senza contare che Andreas è anche capace di buoni tocchi, ma la sua condizione mentale fa in modo da tenerlo sempre nello scambio e a non uscire dalla lotta.

Non solo tennis, ma anche fisico e resistenza mentale hanno reso Andreas “l’uomo del quinto set”. Basta guardare il numero di match vinti e persi negli Slam, dopo battaglie interminabili, sempre con avversari degni di nota. Per questo motivo, Seppi è ha suscitato anche ilarità sulle pagine di appassionati su Facebook, con battute del tipo “ se non vai al quinto, che gusto c’è?”. Ma dietro le risate degli appassionati, c’è l’affetto e la stima per un tennista che non delude mai le aspettative, che onora i match dal primo all’ultimo punto e che prova sempre una strategia per vincere i match impossibili. Che sia un torneo ATP o un match di Davis, Andreas ha sempre il supporto del pubblico, è seguito ed apprezzato molto per i suoi risultati.

Il connubio tra timing e fisico, insieme al feeling mostrato con l’erba, posso garantire un buon piazzamento anche nello Slam londinese, dove i punti in palio sono tanti, e si ritorna a giocare al meglio dei 5 set. Potrebbe essere il giusto riscatto per Andreas, che nel 2015 sta davvero ben figurando. Gli unici veri rimpianti sono il primo turno del Roland Garros, contro Isner, e la finale del torneo ATP 250 di Zagabria, persa contro un redivivo Gullermo Garcia Lopez, uno che sulla partita singola può battere davvero chiunque. Volendo essere pignoli, anche la sconfitta contro Mischa Zverev a Stoccarda potrebbe raffigurare un’occasione persa, ma il tedesco è uno specialista dell’erba e, anche se non in forma smagliante, è un avversario davvero ostico e complicato da affrontare. I tutti gli altri match, sia vinti che persi, non vi è da recriminare sul rendimenti di Andreas, che oggi risale al n.27 della classifica ATP, proprio davanti a Fabio Fognini. I due sono accomunati da un destino incrociato, che li vedrà spalla a spalla nella risalita in classifica, visto che entrambi difendono pochi punti da qui alla fine dell’anno. Il tennis italiano ringrazia.

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