“Del Potro” “Presente!”

di Sergio Pastena

Come da tradizione, la settimana pre-Slam di gennaio vede i primissimi del ranking per la maggior parte a riposo in vista delle fatiche australiane. Il grande interrogativo di questa settimana, quindi, era di scena a Sidney dove nell’aria vagava la domanda “Come sta Del Potro?”.

DelPo è già in forma

Niente bis per Tomic

Juan Martin Del Potro sta bene, questa è la prima notizia. L’argentino non è ancora in condizioni perfette, a Sidney un po’ ha balbettato lasciando per strada un set a Stepanek e uno a Mahut (un 1-6 iniziale che aveva inquietato e non poco), ma alla fine si è arrampicato agilmente fino alla finale. Dall’altra parte della rete ha trovato Bernard Tomic, vincitore in semifinale su un ritrovato Stakhovsky dopo aver fatto fuori nell’ordine Granollers, Kavcic e Dolgopolov. Il risultato finale è stato a favore di Del Potro in una finale senza storia, vinta dall’argentino 6-3 6-1.

Incolore la prova di Andreas Seppi, superato in due set da Marinko Matosevic (poi arrivato ai quarti di finale), così come quella di Janowicz che racimola appena quattro games contro un Dolgopolov che ha lanciato segnali di ripresa. Bene invece Tursunov, che fa quello che deve fare raggiungendo la semifinale e poi arrendendosi dignitosamente a Del Potro.

A suon di aces

Un trofeo a sua immagine e somiglianza

Se in Australia ci son state poche sorprese, lo stesso non si può dire della Nuova Zelanda, dove il torneo di Auckland è stato vinto sì da una testa di serie, John Isner, ma ha visto anche tanti big cadere per strada.

Partiamo da Ferrer, ancora non al meglio, che ha dovuto far ricorso a tutto il suo carattere per battere Young e Garcia-Lopez ma poi si è incagliato in semifinale. Peggio ancora Kevin Anderson, messo imprevedibilmente al tappeto da Steve Johnson. Sconfitte che hanno aperto un’autostrada nella parte alta del tabellone e ad approfittarne è stato il cinese di Taipei Yen-Hsun Lu, capace di imporsi su Ferrer in semifinale e giungere all’atto conclusivo.

Dall’altra parte del draw, intanto, veniva su Isner ma alla sua maniera: tre vittorie, di cui due al terzo, conquistando quattro dei sei set vinti al tie-break e mandando al manicomio Kohlschreiber, impotente di fronte al 7-6 6-7 6-7 finale con l’americano. Long John ha vinto la finale con Lu e, inutile dirlo, il punteggio conclusivo è stato 7-6 7-6 anche se, a dire il vero, le dieci palle break non convertite dall’americano rendono la vittoria meritata. Ad ogni modo quando Isner è in modalità on alla battuta per vincere può non essere sufficiente non concedere break: i suoi rivali di Melbourne sono avvisati.

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