Diario da Vienna: niente da fare per Seppi e gli austriaci

20151019_143340
Di Giulio Gasparin
Cominciamo con un passo indietro. Ieri sera ho abbandonato Linz con un po’ di tristezza: il torneo dell’Alta Austria ha rappresentato una settimana stupenda e piena di interessanti momenti di contatto con altri colleghi, ma soprattutto tante giocatrici. Lasciare un torneo dove si è vissuto una settimana stancante ma piacevole rappresenta sempre un addio che lascia della tristezza, se poi, come è successo a me, avviene sotto una pioggia improvvisa, lo scenario si fa da film. Il viaggio da Linz a Vienna è stato veloce e piacevole, nonostante un treno stracolmo sono riuscito a finire il consueto podcast serale e, una volta arrivato nella capitale austriaca, è stato facile trovare il mio appartamento e rimanerne piacevolmente sorpreso. Recentemente rinnovato con gusto, caldo e accogliente, e con una terrazza panoramica che mostra nello scintillio delle luci notturne i monumenti della città. La stanchezza però l’ha fatta da padrona e mi sono concesso la prima lunga notte di riposo dopo molti giorni di viaggio e lavoro.

Ringraziando l’organizzazione di questa prima edizione dell’Erste Bank Open di Vienna come un ATP 500, (prima era un 250) il programma prevedeva un inizio per le 13 ed io ne ho approfittato per non fare nulla questa mattina, se non sistemare un po’ di “scartofie,” come si dice da me, ovvero email, messaggi, contatti umani…tutto quello che per 10 giorni non ho fatto se non con poca attenzione e tempo.

Arrivato alla Wiener Stadthalle, il luogo dove a maggio la canzone italiana dei Volo è arrivata terza al festival europeo della musica, ovvero l’Eurovision Song Contest, sono subito rimasto colpito dalla presenza massiccia dei fan ai cancelli del palazzetto, ma ancor di più dal pallone trasparente in cui è stato allestito il campo di riscaldamento. Perché? Scelta intelligente quella di mettere un campo visibile a tutti al di fuori del palazzetto, perché pubblicità ideale per l’evento ed il tennis.

Dopo un paio di tentativi presso gli sportelli sbagliati, sono riuscito a prendere il mio accredito, con tanto di foto imbarazzante, su cui possiamo sorvolare. Non posso sorvolare invece la mia disavventura successiva, per cui ho pensato di non chiedere dove fosse la sala stampa, ma di seguire con nonchalance un collega accreditato. Non so bene a che bivio abbia sbagliato, ma sono sicuro che lo scantinato semi abbandonato, con tanto di luce fioca e cataste di tavoli e sedie abbandonati da tempo non fossero il luogo dove volevo trovarmi. Presa una tromba di scale dalle pareti verde acido che ricordavano più un ospedale che un palazzetto, provato un paio di porte che mi hanno portato in luoghi ancora più oscuri, sono finalmente giunto in un luogo ospitale, anche troppo, da cui sono riuscito ad orientarmi fino alla sala stampa. Quale luogo? L’ingresso della players’ lounge, da cui finalmente ho trovato la via per la mia postazione.

A primo impatto la sala stampa del torneo di Vienna sembra troppo piccola per un torneo di questa portata e forse lo è, ma è molto ben organizzata e, seppur un po’ stretti, ci stiamo tutti, almeno per oggi.

Il primo match di questa 40a edizione consecutiva nella capitale austriaca aveva la possibilità di essere molto veloce, Ernest Gulbis pur non nella forma migliore della sua carriera, per usare un eufemismo, rimane comunque un giocatore di livello completamente diverso dal giovane austriaco Lucas Miedler, che a 19 anni deve ancora fare il proprio debutto tra i primi 500 del mondo. Invece il nativo di Tulln, poco più di mezz’ora da qui, ha mostrato le qualità che gli hanno concesso di qualificarsi a questo suo primo match di main draw a livello ATP, mettendo all’angolo l’ex top 10. Un buon servizio, ottime capacità di volo e un dritto esplosivo sono le armi migliori del giovane austriaco, che ha fatto partita pari per oltre un’ora e mezza, anzi, nel sesto gioco del terzo set ha avuto la possibilità di infliggere un colpo decisivo all’economia del match: in un game lungo e combattuto, in cui Gulbis ha perso le staffe per un servizio che faticava ad entrare, Miedler ha avuto diverse chance di portare a casa un break quantomai inatteso, ma non è riuscito nell’affondo decisivo.

Gulbis ha spaccato una racchetta con un gesto di stizza, ma con questo ha guadagnato più di un warning, ritrovando la calma e un filotto di 13 punti consecutivi, per portarsi sul 5-3 e tre match point consecutivi. Miedler è riuscito a tamponare la ferita, ma troppo tardi, la fiducia persa per l’occasione mancata gli è costata il match, ma la dimostrazione di gioco di oggi non può che dargli coraggio per una risalita nel ranking anche nel futuro prossimo. Per Gulbis invece rimangono i dubbi delle tante sconfitte di quest’anno, ma se non altro oggi ha fatto contento un piccolo ammiratore, regalandogli la racchetta spacca che gli ha consentito di girare il match.

Il secondo match non ha arriso ai colori di casa, poiché Dennis Novak non è riuscito a ribaltare i pronostici della vigilia e ha ceduto in due set ad un tutt’altro che pienamente ritrovato Radek Stepanek, ancora in cerca del proprio tennis dopo il lungo stop per infortunio di inizio stagione. Il match si è chiuso in due set 6-4 6-3, ma la lotta è stata serrata e il punteggio forse un po’ severo nei confronti del tennista di casa.

Gli inglesi dicono “3rd time lucky,” ma non è stato così per i colori austriaci oggi. Nel terzo match sul centrale della Stadthalle un terzo tennista di casa ha dato l’addio al torneo al primo incontro: Gerald Melzer, fratello del più blasonato Juergen, qui assente per un infortunio alla spalla, non è riuscito a trovare una risposta continua ed efficacie ai servizi potenti e le bordate da fondo campo del ceco Jiri Vesely. Il ceco ha infatti comandato quasi sempre nei game al proprio servizio, costringendo l’austriaco a faticare per tenersi a contatto nel punteggio. Così in una sfida tra mancini ha avuto la meglio il favorito della vigilia, nonostante il pubblico cercasse di spalleggiare il loro beniamino, fin all’ultimo punto. Sotto gli occhi del fratello due volte vincitore di questo torneo, Melzer si è arreso 6-4 6-3 in poco più di un’ora.20151019_200558

Semifinalista qui nell’ormai lontano 2007, Andreas Seppi non ha però mai avuto un legame particolare con lo storico appuntamento viennese, avando vinto un match soltanto in unaltra occasione in altre 5 partecipazioni. Erano però quattro anni che il tennista di caldaro non tornava alla Stadthalle di Vienna e sicuramente avrebbe preferito un avversario diverso dal gigante croato Ivo Karlovic. Il numero 20 del mondo ha battuto proprio la scorsa settimana il record di ace in una carriera a livello ATP e sui campi veloci indoor diventa ancor più problematico rispondere con costanza alle granate che arrivano in risposta.

Il match si è aperto con l’azzurro che al servizio ha subito dovuto attingere alle forze mentali per conquistare un game di apertura subito complicatosi. Seppi è riuscito a tenere, anche aiutato da un pubblico locale che, dopo le sconfitte di tre dei suoi connazionali, ha preso le parti del vicino di casa. Come da aspettative però il gioco si è fatto soprattutto nei game di servizio del tennista altoatesino, mentre servizio dopo servizio Karlovic livellava con facilità dopo ogni cambio di campo. Il tiebreak è dunque arrivato inevitabilmente: sia Seppi che il suo avversario croato hanno raccolto ogni punto sul proprio servizio con discreta facilità fino al primo set point, sul 6-5, per il croato. Non è bastata un’ottima prima all’azzurro, che entrato nello scambio è stato aggredito dalla discesa a rete di Karlovic che ha chiuso con una volée stoppata in contropiede.

Il pubblico si aspettava una reazione di Seppi, che è finalmente riuscito ad avere una palla break ad inizio del secondo set, ma purtroppo non è stato abbastanza cinico, affondando in rete un passante di rovescio non impossibile. Quella è rimasta l’unica occasione del numero 28 del mondo, che di lì a poco ha dovuto fronteggiare un assalto del croato al proprio servizio e a cui, questa volta, non ha resistito, concedendo il break che ha poi determinato le sorti dell’incontro. 7-6(5) 6-3 il punteggio finale in favore della settima testa di serie.

“Penso sia difficile giocare con poco ritmo e sicuramente contro di lui non è divertente,” mi ha ammesso Seppi a fine match. “Già sicuramente nell’ultimo mese ho giocato poco. Dopo il problema al piede agli US Open non ho giocato in Davis e altre due settimane. A Pechino ho perso subito e a Shanghai ho perso con match point, ma comunque di partite ne ho fatte poche, per cui già un po’ mi mancava il ritmo partita e poi chiaro che lui te ne da ancora meno.

“Spesso si vedeva anche sul servizio mio che anche quando c’era la palla in gioco ho fatto errori che potevo evitare e poi ho preso il break sbagliando due dritti facili. Poi c’è sempre più pressione contro di lui perché sai che è fondamentale tenere il servizio perché sai che breccarlo è dura.”

Il piede sta bene adesso, anche se non è ancora al 100%, ma certo di tirare avanti questi ultimi tornei fino a fine stagione. Qui ancora gioco il doppio e poi potrei andare direttamente a Basilea e poi spero di poter giocare ancora a Parigi.”

Nell’ultimo match serale sono scesi in campo una coppia storica come quella Murray-Peers, contro quella inedita di Mike Bryan e Steve Johnson. Avete letto proprio bene, non giocano assieme questa settimana i gemelli Bryan ed è la prima volta dal 2002. La ragione è semplice, Bob ha deciso di assistere la moglie che a giorni dovrebbe partorire il terzo figlio. L’assenza della coppia però potrebbe costargli il primato mondiale, con Rojer e Tecau che potrebbero prendere la testa della race to London se vincessero proprio qui a Vienna.

Leggi anche:

    None Found