Fabio Fognini, non è mai troppo tardi

Fabio Fognini
di Giorgio Giosuè Perri

Che sport strano il tennis. Che sport strano e meraviglioso il tennis. Basta un punto, uno sguardo, un rovescio sbagliato o un po’ di pioggia e tac, può cambiare tutto da un momento all’altro, che tu sia in vantaggio, che tu sia ad un passo dal perdere. Anche un doppio fallo può far cambiare tutto e questa settimana è stato Fabio Fognini a dimostrarlo. Impegnato nel match di primo turno a Rio de Jainero contro il ceco Jiri Vesely, il ligure è sotto di un set e si ritrova 6-3 nel tie break del secondo.

Annulla il primo match point con un servizio vincente, il secondo con un dritto a sventaglio. Sul 6-5, Vesely serve da sinistra, il suo lato preferito, per portare a casa l’incontro. Il primo servizio non entra, il secondo nemmeno. Il ligure riesce ad aggiudicarsi il secondo set, in un modo o nell’altro, imponendosi facilmente nella terza e conclusiva frazione. Se il ceco avesse messo in campo quel servizio, come sarebbero andate a finire le cose? Di cosa staremmo parlando a quest’ora? Nel tennis, come nello sport in generale, i “se” e i “ma” lasciano il tempo che trovano. Fabio ha vinto quella partita ed è tornato a fare sul serio.

Facile con Andujar, una partita pazzesca contro Delbonis e poi la vittoria più bella della carriera contro il Re della Terra Rossa, Rafael Nadal, dopo aver recuperato un set e un break di svantaggio nel secondo. Fabio lo aveva detto al termine della prima partita di stare bene, aveva confessato di aver provato buone sensazioni e di sentirsi finalmente a proprio agio nel rettangolo di gioco dopo più di sei mesi. Parole più dolci non avremmo potuto sentire dal ligure, che da Cincinnati del 2014 non vinceva due partite nello stesso torneo. A Rio c’è riuscito offrendo una settimana strepitosa e conquistando anche l’accesso per una finale che, purtroppo, non è riuscito a portare a casa contro un ispiratissimo Ferrer. I segnali incoraggianti, però, non arrivano solo dalle quattro partite vinte, dai successi strepitosi ai quarti e in semifinale, no. I segnali incoraggianti arrivano dal fatto che Fabio non abbia mollato una palla durante tutto il corso del torneo, correndo praticamente dietro a tutto, colpendo la palla con convizione e perdendo i nervi in rarissime occasioni. Un Fognini ritrovato? I prossimi mesi saranno la definitiva prova del nove, ma un torneo giocato a questi livelli non può far altro che  accrescere le aspettative di un giocatore che appena prima del torneo era 29 del mondo e che ora, grazie a questo risultato, torna a ridosso della tanto amata Top 20, piazzandosi alla posizione numero 22.

Cos’è cambiato nella testa di Fabio dopo quei match point annullati? Ci sono innumerevoli chiavi di lettura, ma senza ombra di dubbio è la voglia, la componente che ha maggiormente dato la spinta a Fabio dopo questi mesi di buio, senza dimenticare, comunque, la preprazione invernale che inizia a dare i suoi frutti e la tenuta fisica, che conseguentemente lo sta aiutando e lo aiuterà tanto in futuro. Settimana scorsa, Fabio, aveva portato a casa la prima partita del 2015 sconfiggendo con qualche patema di troppo l’argentino Diego Schwartzman, prima di arrendersi in due set tutt’altro che netti al colombiano Santiago Giraldo. Anche a San Paolo, però, si erano visti dei segnali incoraggianti, soprattutto nel primo set dove dava l’impressione di essere superiore  all’avversario. Il problema del ligure nel corso degli ultimi mesi, è stata la disabitudine a vincere partite. Il primo turno a Sidney contro Del Potro ne è la dimostrazione, la pessima prestazione contro Alejandro Gonzalez all’Australian Open è l’emblema dell’inizio di stagione pessimo del numero uno d’Italia. Quella vittoria con Vesely è servita tanto, è servita in chiave fiducia, è servita in chiave prettamente tennistoc o, è servita a tutto.

Stagione che, apparentemente, sembra aver preso una direzione precisa. Dopo il temporale, c’è sempre l’arcobaleno. “Il sacrificio paga” aveva detto Fabio al termine della maratona contro Delbonis, e tutto si può tranne che dargli torto. Ora viene il bello: le vittorie di questa settimana, come capito spesso di dire quando si parla di Fabio, devono essere solamente un trampolino di lancio a quello che ancora il ligure può regalarsi e regalare. Se in doppio le cose erano iniziate alla grandissima, il Fognini versione “singolare” aveva deluso in maniera piuttosto evidente. Il ligure si ritrova davanti all’ennesima risalita della sua carriera, quando non ci sono stati gli infortuni, non c’è stata la fiducia, quando c’è stata la fiducia, c’è stata la sfortuna. Fabio ha ora la possibilità di dimostrare di che pasta è fatto, può dimostrarlo dopo aver messo nelle gambe e nella testa questa settimana semplicemente stupenda, che nessun tifoso di questo sport dimenticherà facilmente.

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