Ne sentiremo la mancanza, sicuramente. Perché quando Gaël Monfils appenderà la racchetta al chiodo alla fine della prossima stagione, il tennis francese, e non solo, perderà uno dei suoi interpreti migliori e più iconici degli ultimi anni.
Come già aveva precedentemente annunciato via social scorso ottobre, il trentanovenne di Parigi è pronto per la sua ultima avventura nel tour, dopo oltre 20 anni di carriera, 13 titoli ATP e un best ranking da numero 6 del mondo. Senza dimenticare poi il traguardo di aver raggiunto la seconda settimana in tutti i tornei dello Slam, con una semifinale al Roland Garros 2008 e una allo US Open 2016. Ma Gaël, più che per gli straordinari numeri, verrà ricordato per il suo carattere inconfondibile, per il suo innato carisma, per la voglia di divertirsi che ha sempre mostrato in campo, appassionando tifosi da tutto il mondo ed entrando di fatto nel cuore di tutti.
“Sono pronto a dire addio allo sport che mi ha dato tutto – ha annunciato in un’intervista all’emittente francese RTL –. Amo e amerò sempre il tennis, ma alla mia età recuperare dopo ogni incontro è diventato molto difficile. Inoltre, ho una famiglia a cui desidero dedicare più tempo. È un percorso naturale: ogni cosa, prima o poi, arriva alla sua fine”.
I piani per il futuro
Sposato con Elina Svitolina nel 2022, Monfils ha già pensato a un piano per la “pensione”. Da una parte coltivare il suo interesse nel mondo della finanza, settore in cui ha già una discreta esperienza per aver svolto pratiche presso una banca privata; dall’altra coltivare una passione perfettamente incline alla sua indole: la magia. “È una delle mie grandi passioni e sto pensando seriamente di investirci tempo ed energie”.
L’annuncio al padre
Comunicare al padre la scelta del ritiro è stato, per Gaël, il passo più difficile. “È stata la cosa più complicata. Ha dedicato quarant’anni della sua vita a trasmettermi l’amore per questo sport, a insegnarmi tutto quello che poteva. È stato un momento problematico, ma ha capito la mia scelta e si è sentito sollevato nel sapere che non avevo smesso di amare il tennis, ma che stavo semplicemente entrando in una nuova fase della mia vita”. E il rapporto speciale con il suo “vecchio” lo racchiude così: “Il miglior ricordo della mia vita legato al tennis è quando ho battuto mio padre per la prima volta”.
“Genio e sregolatezza” diceva il suo connazionale Alexandre Dumas: parole che riassumono esattamente l’anima di Monfils, dentro e fuori dal campo. E allora godiamoci quest’ultimo anno, l’ultima danza del mago francese, perché quando non ci sarà più, il tennis, e lo sport, dirà addio a uno dei suoi artisti più magici.