Musetti pronto per il 2026: “Devo lavorare sull’atteggiamento per fare il salto definitivo”

Francesco Petrucci
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Lorenzo Musetti - Foto Phamai Techaphan:Shutterstock

La nuova stagione è ormai dietro l’angolo e le aspettative riguardo il 2026 per Lorenzo Musetti sono alte. Non potrebbe essere altrimenti dopo gli ottimi riscontri che hanno caratterizzato l’annata passata. Ora sta a lui dimostrare di poter competere ancora per i traguardi più illustri.

L’attuale numero sette del mondo ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, rivolgendo uno sguardo al futuro e alle sfide che lo aspettano, approfondendo innanzitutto la nuova figura del suo team, Josè Perlas: ”Aiuterà me e Simone (Tartarini, ndr) a sviluppare i lati migliorabili del nostro lavoro, ha portato tutti i suoi giocatori al best ranking”.

Le fasi iniziali della stagione risultano spesso problematiche per il carrarino, che non è mai andato oltre il terzo turno in Australia ma è ben orientato nel voler cambiare le “cattive abitudini”. A partire dal suo esordio ad Hong Kong:” Vorrei ripartire forte già in Cina e a Melbourne, e che sia il miglior inizio di stagione della carriera”.

Si è concentrato poi su una questione che molto spesso caratterizza la visione del tennista, ovvero la necessità di abbinare a un’ottima dose di classe e qualità, un’etica del lavoro inappuntabile: “A questo livello, solo con il talento non vai da nessuna parte. Se voglio fare il salto definitivo, devo lavorare sull’atteggiamento”.

Duopolio Sinner Alcaraz e l’esperienza alle Finals

Nel corso dell’ultimo periodo Musetti ha avuto la possibilità di confrontarsi con chi domina il circuito da un paio d’anni a questa parte, ovvero Sinner e Alcaraz, riscontrando evidenti differenze tra i due: “Jannik è cinico e spietato, è una roccia perenne come ritmo e intensità. Carlos ha alti celestiali, però se è nervoso diventa teso e qualche chance te la offre”.

In particolare sullo spagnolo, si è espresso anche riguardo la rottura con il suo storico allenatore Juan Carlos Ferrero: ”È stato un fulmine a ciel sereno, davvero non me l’aspettavo, soprattutto a questo punto della off season. Credo che ci perdano entrambi”.

Per la prima volta ha raggiunto le ATP Finals e, dietro la felicità per avervi partecipato, c’è anche una lieve amarezza per non essersele goduta al massimo: “Per le emozioni vissute, il match con De Minaur è stato il più esaltante della mia vita. Avrei voluto fare le cose per bene, ma ero bollito e non dovrà più succedere”.

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