Nessuna sorpresa: vincono i favoriti


di Sergio Pastena
Per fermarlo ci sono volute le fucilate. Quelle di Andy Roddick, per la precisione. A Memphis, Atp 500 della scorsa settimana, in finale oltre all’americano (prima testa di serie) è arrivato tale Milos Raonic, l’uomo del momento nel circuito Atp. Il canadese ci è arrivato al termine di un percorso ad ostacoli, giocando sempre tre set: prima ha superato Verdasco per la seconda volta in tre giorni, poi ha battuto Stepanek, Kendrick e Fish. Sempre al terzo, sempre dopo aver vinto il primo e perso il secondo. Contro Roddick ha invertito l’ordine e, chissà, la cosa gli avrà portato male visto che ha ceduto 6-7 7-6 5-7.Impressionanti le performance al servizio del bombardiere canadese che nel corso del torneo ha messo a segno 113 aces, di cui 38 solo contro Stepanek (quarta prestazione di sempre in un match al meglio dei tre set, il record è di Philippoussis con 44). Per inciso, Raonic ha mostrato una volta di più di avere grandi mezzi e personalità: in finale ha annullato ben quattro match-point ad A-Rod venendo anche a rete e mostrando buone volèe incrociate. Proprio sulla quinta palla match, quella fatale, il canadese era venuto a rete eseguendo un’ottima volèe, ma Roddick si è trasformato in Santoro ed ha messo a segno un passante in tuffo da antologia. Emblematica l’espressione incredula che ha assunto quando ha capito che il colpo gli era riuscito.
Dopo la doverosa copertina dedicata a Raonic parliamo proprio di Roddick, che qui a Memphis aveva un’occasione d’oro: uno degli Atp 500 col tabellone meno affollato dove per giunta difendeva solo i quarti ed era prima testa di serie. Insomma, un’occasione d’oro per raccattare punti preziosi in attesa che arrivino le cambialone dei Masters Series americani (1600 punti in totale). Missione compiuta, anche se con qualche patema d’animo, non solo in finale ma anche contro Berankis e Hewitt, ai quali Roddick ha dovuto rimontare un set di svantaggio. Intanto il circuito è avvisato: Del Potro è sulla buona strada. L’argentino sta ritrovando il suo cannone e se ne sono accorti Isner, Dodig e Russell. Non è ancora nella condizione migliore e fatalmente paga un po’ la stanchezza, ma a breve il bombardiere di Tandil potrebbe diventare la mina vagante per eccellenza del circuito, visto che non ha ancora il ranking per essere testa di serie in un torneo maggiore.
Anche a Marsiglia vince la prima testa di serie, un sempre più solido Robin Soderling che batte in rimonta Marin Cilic. Il croato aveva cominciato il torneo soffrendo contro Bohli, poi la trasformazione: battuti in sequenza Petzschner, Berdych e Youzhny per un clamoroso comeback che si è però fermato a un passo dal traguardo. A proposito di ritorni, in semifinale nella parte alta c’è arrivato Tursunov, capace di eliminare Dimitrov, Ljubicic e Melzer e di reggere un set contro Soderling. In tabellone c’era Andreas Seppi, autore di una prova di carattere al primo turno contro Haase e poi battuto al secondo turno proprio da Melzer. A Buenos Aires il primo favorito era Nicolas Almagro e lui ha vinto (strana settimana: nessuna testa di serie numero uno ha sbagliato un colpo) superando in finale Juan Ignacio Chela, giustiziere in semifinale di Stanislas Wawrinka. Anche qui un ritorno, quello di Acasuso, arrivato ai quarti dopo aver superato Dolgopolov. Poca fortuna per gli italiani, ma stavolta era prevedibile: Starace ha perso subito da Nalbandian, Fognini è stato bravo a superare Gil ma ha dovuto cedere al terzo a Montanes. Qualcosina di più, volendo, ci si poteva aspettare da Volandri, che è stato spazzato via dal qualificato Brzezicki.
E veniamo a questa settimana, che vedrà come torneo principale l’Atp 500 di Dubai. In campo tre Top Ten, ma tra questi ci sono tali Federer e Djokovic, favoriti per riproporre la semifinale degli Australian Open. Nomi a cui fare attenzione, però, ce ne sono, a partire da Berdych e Youzhny per proseguire con outsider come Baghdatis e Gulbis.  In campo Seppi, che non ha avuto un sorteggio malvagio considerando il tipo di torneo: subito Petzschner e poi eventualmente Troicki. Nelle qualificazioni erano impegnati sia Bolelli che Lorenzi, entrambi buttati fuori dallo stesso giocatore: parliamo di Sergei Bubka jr, il figlio dello zar dell’asta, che ha così centrato il main draw.
Ad Acapulco, in Messico, si gioca l’ultimo scampolo di Gira e il tabellone è bello tosto: Ferrer, Verdasco, Almagro e Wawrinka. Potito Starace ha subito Cuevas e poi potrebbe trovare Juan Monaco, Fabio Fognini incrocia Maximo Gonzalez mentre a Filippo Volandri tocca il portoghese Gil. Ah, in tabellone c’è anche Raonic, che al secondo turno potrebbe beccare Dolgopolov per quello che sarebbe un confronto interessantissimo. Infine, per chi è rimasto in America,  c’è Delray Beach: il tabellone è ovviamente “made in Usa” (Roddick, Fish, Querrey ed Isner) e francamente non entusiasma troppo. Qualche motivo di interesse sarà dato dal confronto tra Berankis e Del Potro al primo turno e, perché no, dalla presenza del giovane Harrison, altro giovanissimo impegnato nel cercare un salto di qualità. Fuori subito nelle qualificazioni Stefano Ianni per mano di Bobby Reynolds.

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