Diario di Bordo da San Benedetto del Tronto (3)

Gianluigi Quinzi

da San Benedetto del Tronto, Matteo Maria Milanese

Anche oggi, martedì 8 luglio, vado nel pomeriggio a seguire gli incontri di primo turno al circolo tennis Maggioni, con grande voglia di seguire in particolar modo Gianluigi Quinzi e Simone Bolelli, impegnati nella sessione serale sul centrale. Arrivo al circolo intorno alle 17.00 e dopo aver dato un’occhiata all’ultimo game del match fra il lucky looser Sherif Sabry (entrato al posto di Aljaz Bedene) e lo spagnolo Roberto Carballes Baena, che ha vinto alla fine il match per 6-3 6-4, vado sul campo numero 2 per seguire il secondo set fra Alessandro Giannessi (che aveva vinto il primo set per 6-1) e Gerard Granollers, fratello del più noto Marcel. Match a senso unico con un Giannessi molto concentrato e solido a differenza di un Granollers molto nervoso (ha spaccato una racchetta ad inizio secondo set) e molto falloso da fondocampo; anche il secondo set si concluderà in breve tempo a favore di “Gianna” con lo stesso punteggio del primo, 6-1. Piccolo appunto: ho notato che Alessandro tira molto meno forte il dritto rispetto ai suoi tempi migliori (2011, inizio 2012), mentre ho visto migliorato il suo servizio. Mi accomodo così sui seggiolini del campo centrale in attesa di assistere al match di primo turno fra Filippo Volandri e il sempreverde Ruben Ramirez Hidalgo. Parte subito molto concentrato Filippo che sale sul 3-0 avanti di ben 2 break. Ramirez Hidalgo non è subito riuscito ad entrare nel match commettendo molti errori da fondocampo. Da questo momento però il match cambia, infatti FIlippo pare molto poco positivo in campo e molto falloso, col suo rovescio non riesce ad essere incisivo e perde il campo in favore di un Ramirez-Hidalgo che riesce a trovare sempre più le misure del suo gioco specie con il suo dritto molto arrotato. Lo spagnolo riesce ad impattare sul 4 pari e, dopo aver annullato una pericolosa palla break grazie anche ad un errore di Filippo di dritto, sale sul 5-4 per poi chiudere la frazione sul 6-4. Nel secondo set non c’è storia, con un Volandri molto demotivato e sfiduciato e che sta attraversando un periodo non molto brillante a livello di gioco e, quindi, di risultati: 6-4 6-2 e Ruben vola agli ottavi di finale.

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(Il pubblico di San Benedetto del Tronto, numerosissimo, assiste al match di Gianluigi Quinzi)

Vado a mangiare la mia solita pizza sul corso principale di San Benedetto prima del match di Bolelli ma, al mio ritorno, scopro con mio grande rammarico (e credo anche degli organizzatori) che “Bole” ha dato forfait a causa di un malore, che poco dopo scopro essere molto probabilmente febbre alta e mal di stomaco. Deluso da questa notizia, vado a seguire, fintanto che non inizia il match serale di Quinzi anticipato alle 21.15, il secondo set del doppio che vede contrapposti il sanbenedettese Giorgini e Potito Starace contro il duo ungherese-peruviano Fucsovics/Beretta. Match sempre in mano al duo italiano che ha mostrato un buon affiatamento nonostante non facciano coppia fissa e, nonostante l’aver perso uno dei due break di vantaggio nel secondo set, chiudono l’incontro per 6-4 6-4. A poco meno di mezz’ora dall’inizio del match fra Quinzi e Dzumhur mi siedo sul centrale insieme ad amici Campofilonesi venuti proprio per assistere anche loro alla sessione serale della giornata. Lo stadio si va sempre più riempiendo, è inutile dire che Quinzi attiri davvero un gran numero di persone e di appassionati. Dopo un breve riscaldamento, inizia il match con un Quinzi che parte subito forte e in spinta ribattendo colpo su colpo al forte bosniaco, che quest’anno ha ottenuto il terzo turno agli Australian Open e ha vinto ben due challenger su terra rossa. Dopo aver servito per il primo set sul 5-3, Gq al secondo tentativo riesce subito a ribreakkare Damir e ad aggiudicarsi la prima frazione per 6-4 con un ottimo passante di rovescio sul serve and volley del bosniaco sul set point. Nel secondo set cede subito il servizio Gianluigi, a causa anche di una leggera flessione mentale dopo il gran set vinto; riesce comunque a recuperare il break subito e a volare sul 3-2. Sul 3 pari, però, e 40-15, Gq commette un doppio fallo e dopodichè Dzumhur gioca molto bene e in spinta i restanti punti del gioco e riesce a fare il break. Gianluigi non riesce più a recuperare il break di svantaggio perdendo la seconda frazione per 6-4. Nel terzo set cala vistosamente GQ dal punto di visto fisico e atletico con il bosniaco che ha vita facile riuscendo a vincere il set e quindi il match per 6-1.

Un pò di considerazioni sul match. Il tennista marchigiano ha giocato alla pari per due set contro un giocatore, Dzumhur, molto solido da fondocampo, che non molla mai, che commette pochissimi errori non forzati, che gioca una miriade di palle corte e ha un’ottima mano. Inoltre gioca un grande dritto in spinta con il quale oggi è riuscito a girare molti scambi in suo favore. Gianluigi è riuscito a spingere su ogni palla per i primi due set riuscendo a fare anche una grande partita in difesa ma probabilmente il fatto di non avere grandi variazioni nel suo gioco, di non giocare mai un back di rovescio, di non fare mai una palla corta e di dover spingere sempre al massimo ogni palla lo portano a stancarsi molto velocemente e a calare alla distanza: non è la prima volta che succede. Da migliorare inoltre per il sangiorgese la seconda palla di servizio che non viaggia oltre i 110-120 km/h e in generale il servizio: le botte piatte raggiungono i 180-190 km/h, ma ne entrano poche e inoltre quando lavora la prima non viaggia più di 150 km/h.

Col rovescio, inoltre, spesso va in difficoltà quando deve giocare in difesa perchè, essendo molto piatto, a volte rimane corto ed oggi, ad esempio, Dzumhur ne ha approfittato per chiudere la maggior parte delle volte il punto col dritto. Dal punto di vista dell’agonismo e della mentalità nulla da eccepire, ma questo lo sapevamo. Spero che il nuovo allenatore Gorriz, che oggi era presente sugli spalti insieme a Federico Torresi, possa migliorare le lacune tecniche di Gianluigi che, ad oggi, ha un livello troppo alto per giocare i futures ma ancora non molto alto per essere considerato un giocatore da challenger. C’è da lavorare, ma il tempo è dalla sua.

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