“Siete tutti corrotti, siete tutti corrotti” Denis Shapovalov ha pronunciato queste esatte parole all’indirizzo di Carlos Bernardes. Dopo aver perso il primo parziale con lo score di 6-3, Shapovalov si prepara per la ripresa del gioco, ma una volta pronto è costretto ad attendere il rientro in campo di Nadal. L’attuale numero 14 del mondo si aspetta l’annuncio di un time violation, ma dalla sedia la decisione non arriva, a quel punto parte la discussione che sfocerà nell’accusa.
La situazione è spigolosa da analizzare, entrando nel merito dei fatti Nadal ha dato la sua versione, anche se a livello regolamentare non regge: “Non ho capito subito cosa stesse succedendo. So di essermi preso del tempo extra alla fine del set, ma normalmente l’arbitro ti dà un attimo in più per cambiare i vestiti, specialmente in condizioni molto umide. Capisco che Denis avesse appena perso il set e volesse riprendere velocemente il gioco, ma in questo caso penso abbia torto. Poi forse sbaglia anche Bernardes a chiamare il tempo senza aspettare un attimo in più”.
Come evidenziato da Nadal il giudice di sedia può effettivamente dare un ragionevole tempo extra per il change-over, ma ciò che lo spagnolo dimentica è che questo va richiesto all’inizio della pausa, cosa non avvenuta nel caso specifico. La regola rientra nell’elenco delle norme interpretabili dall’arbitro e non è raro vedere proroghe di tempo negate perché richieste durante il break e non all’inizio. L’applicazione della regola, se richiesta correttamente, solitamente viene approvata quando i vestiti sudati del giocatore possono essere un problema per il gioco. Sul cemento per il rischio di bagnare il campo, sulla terra se il sudore dei pantaloncini rende inutilizzabili le palline. Nel momento in cui Nadal rientra in campo con 30 secondi di ritardo sarebbe corretto chiamare il time-violation. Bernardes non lo fa e fornisce a Shapovalov la peggiore spiegazione possibile: “Sei venuto a parlare con me, neanche tu eri pronto”. Questo fa andare su tutte le furie il giocatore che pronuncia la frase: “Siete tutti corrotti, siete tutti corrotti”.
In questo istante a livello regolamentare il canadese passa dalla parte del torto e viene sostanzialmente graziato. Per le frasi da lui pronunciate infatti ci sarebbe ampiamente margine per un codice serio, che porterebbe quantomeno al consulto con il supervisor – obbligatorio in questi casi – per poter dare il default. Nel 1995 a Wimbledon Jeff Tarango fu punito così dopo aver detto al giudice di sedia del match contro Alexander Mronz di essere “il più corrotto del mondo del tennis”. Seppur in altre circostanze, Shapovalov in carriera ha già ricevuto un default. Nel 2017 infatti colpì inavvertitamente l’arbitro Arnaud Gabas e dovette abbandonare il match di Coppa Davis contro Kyle Edmund. Nel caso della sfida contro Nadal la situazione è più interpretabile e trattandosi di un quarto di finale slam, è per certi versi comprensibile che dalla sedia Bernardes non abbia esasperato la situazione, nonostante la possibilità di agire.
“Mi sono espresso male quando ho detto a Bernardes di essere corrotto, ero preda delle emozioni, anche se per il resto non cambio idea – ha commentato a fine match Shapovalov -. Ero pronto quando lo shot clock ha raggiunto lo zero e Nadal non era ancora in campo. Naturalmente lo faccio notare a Bernardes e per questo mi sento preso in giro quando lui mi dice che non ero pronto neanche io perché stavo parlando”. Nel confronto avuto con la stampa, Shapovalov ha contestato anche la lunga pausa di fine quarto set, dove però Bernardes ha concesso regolarmente a Nadal il check medico ed il toilet break. Denis per questo ha parlato di sudditanza nei confronti dei grandi giocatori: “Sono sicuro al 100% che Nadal abbia ricevuto un trattamento preferenziale. Non ho nulla contro di lui, ma in ogni altro match del torneo lo shot clock è stato rispettato su ogni punto. Poi ricordo che qui in Australia mi fu negato di andare in bagno dopo un time-out medico, Rafa invece ha potuto farlo causando il ritardo della ripresa”. Entrare in discorsi di sudditanza psicologica è difficile, essendo la questione troppo astratta. Innegabile che nello sport possa influire ed il fattore è applicabile ai giocatori quanto alle situazioni. In questi termini è chiaro che in un torneo Futures le parole di Shapovalov difficilmente sarebbero rimaste impunite.
Rispondendo alle parole dell’avversario, Nadal ha garantito di non ricevere trattamenti di favore, specialmente con Bernardes. In queste dinamiche è curioso anche il rapporto tra lo spagnolo ed il giudice di sedia brasiliano, restaurato dopo i problemi del 2015. “Come sapete tutti, ho avuto un problema con Carlos Bernardes a Rio – disse il tennista iberico nel 2019 –. Ma tutti possono commettere errori. Quel giorno lui non mi ha rispettato e per questo al tempo ho chiesto di non essere arbitrato per un po’ da lui”. Questa richiesta giunse effettivamente all’ATP e per un periodo Bernardes non ha presenziato sulla sedia in occasione dei match dell’ex numero uno del mondo. Al tempo Simon Higson, vicepresidente esecutivo dell’area Comunicazione dell’ATP commentò così: “Non dirò nulla di particolare su come venga scelto un umpire. In generale però richieste come queste non sono rare, sia da parte dei giocatori che da parte degli arbitri”. Tornando al quarto di finale andato in scena sulla Rod Laver Arena è dunque chiaro l’errore di Bernardes in principio, ma è altrettanto evidente il fatto che abbia sorvolato sulle accuse di Shapovalov, permettendo allo spettacolo di andare avanti.
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