Vagnozzi: Se non si vince è dura, ma resisto


(Simone Vagnozzi – Foto Nizegorodcew)

di Alessandro Nizegorodcew

Ventinove anni compiuti a maggio, Simone Vagnozzi è uno di quei tennisti che i giovani italiani dovrebbero prendere ad esempio per professionalità, abnegazione, passione e voglia di migliorarsi. Fisicamente piuttosto minuto, anche se molto tonico muscolarmente ed estremamente veloce e reattivo, è attualmente al numero 220 Atp (Best Ranking al numero 161, raggiunto a fine 2011). Ottimi fondamentali, ha nella tattica e nel “tocco” le sue doti migliori. La smorzata (e, spesso, il successivo pallonetto) è il colpo che maggiormente lo ha fatto conoscere tra gli appassionati, ma anche con il diritto sa far male. Il servizio non è un colpo eccezionale ed è probabilmente il fondamentale che non gli ha permesso di raggiungere, sino ad ora, i primi 100 del ranking Atp.

“Sinceramente pensavo di fare meglio in questi mesi” – ha raccontato “Vagno” a Spazio Tennis – “Il miglior tennis l’ho espresso probabilmente al Roland Garros, quando ho battuto Huta Galung per perdere contro Goffin al secondo turno di qualificazioni. Sicuramente non sono stato fortunato a trovare il belga, giocatore che poi si è spinto sino agli ottavi e che avevo visto in grande forma. Parlando con il mio coach Corrado Borroni lo avevamo pronosticato nei top-50 a fine 2013 e credo potrebbe anche farcela.”

Simone Vagnozzi è da anni ormai tra il numero 150 e il 250 Atp, inseguendo quei benedetti (o maledetti?) top-100. Non è sempre facile trovare le motivazioni, soprattutto quando il fisico non ti aiuta. “E’ da inizio anno che convivo con grossi problemi di respirazione e di sinusite” – ha spiegato ancora Simone – “A fine anno mi devo operare al setto nasale. Devo ammettere che quando non si vince è davvero dura andare ad allenarsi ogni giorno, però l’obiettivo di avvicinarmi ai top-100 è molto grande! Ora giocherò challenger e forse qualche qualificazione in tornei Atp. Devo giocare partite e fare punti e dovrò quindi fare delle scelte precise.”

Riguardo ai migliori giovani osservati durante la stagione in giro per il circuito, Vagnozzi è molto chiaro: “Sinceramente non ho visto granché. Quinzi mi sembra sia dotato di buon talento e testa, però bisogna lasciarlo crescere in pace e tranquillo senza mettergli troppa pressione. Non deve sentirsi il salvatore della patria, come a volte leggo, ahimé, su alcuni siti.”

Mentre sul compagno di allenamenti Roberto Marcora, “Vagno” ha aggiunto: “Devo dire che ultimamente ha preso fiducia e si vede. Sta migliorando sotto tutti gli aspetti e ora dovrà essere bravo ad entrare nel giro dei challenger. A mio avviso può chiudere nei top-400 già quest’anno.”

 

Leggi anche:

    None Found