Anett Kontaveit, il futuro passa da est

Anett Kontaveit

di Lorenzo Andreoli

Abbiamo provato più volte a girarci intorno, a cercare nuovi spunti, ad aggrapparci anche al più microscopico cenno di cedimento. Ma niente da fare. Lo strapotere di Novak Djokovic nel circuito maschile sta riducendo ogni torneo alla fiera del pronostico scontato. Noia, tanta noia. Le cose cambiano, e parecchio, se si spostano gli orizzonti verso i nuovi lidi del tennis in gonnella, oggi come non mai vera ancora di salvezza per appassionati a caccia di emozioni. Fra le tante novità che mamma WTA sta sfornando negli ultimi anni, ce n’è una che viene direttamente dal gelo del Mar Baltico. Il suo nome è Anett Kontaveit.

Nasce a Tallinn, splendida città medievale, la vigilia di Natale del 1995. Sotto l’albero, neanche a dirlo, una bella racchetta da tennis. Mamma Ulle è un tecnico federale molto apprezzato e ha già deciso tutto. A soli 6 anni, la piccola Anett mette per la prima volta i piedi in campo, dividendo le sue giornate fra scuola, tennis, danza e le prove del coro. Crescendo, resta soltanto il tennis.

Già i primi risultati sono un chiaro segnale delle sue potenzialità. Nel 2005 vince a Riga, Helsinki e Kedainai, oltre alla medaglia d’oro nei giochi giovanili d’Estonia. Le sue malcapitate coetanee cadono giù sistematicamente come birilli. Il duro lavoro con i suoi allenatori Goran Marijan e Koza Wos la porta ad affermarsi agli “Estonian Women’s Championships” del 2009 (la più giovane di sempre ad aggiudicarseli) e a confermarsi nell’anno successivo.

Il 2011, anno fondamentale della sua carriera, è quello in cui decide di iniziare a giocare sistematicamente nel circuito ITF. Vince subito tre tornei da 10.000 dollari di montepremi a Tallinn, Savitaipale e Stoccolma. Nello stesso anno, raggiunge i quarti di finale al Roland Garros (juniores), ma soprattutto si mostra ufficialmente agli occhi del grande pubblico con la vittoria dell’Orange Bowl (torneo nell’arco del quale batte Eugenie Bouchard e Yulia Putinsteva, entrambe top 300 WTA).

Nel 2012 inizia ad alternare 10.000 $ a 25.000 $. Vince ancora nella sua Tallin, e negli Slam, eccezion fatta per l’uscita prematura agli Open di Australia, sfodera delle ottime prestazioni: semifinale a Parigi e a Wimbledon (sconfitta da Beck e Bouchard, rispettive vincitrici del torneo), mentre a Flushing Meadows raggiunge la sua prima finale, dovendosi arrendere solo alla padrona di casa Samantha Crawford. Questi risultati le valgono il best ranking a livello giovanile (numero 4).

Ancora un breve periodo di assestamento (con l’esordio nel Premier Event di Miami, grazie ad una wild card) e nel 2014 Anett Kontaveit entra ufficialmente a far parte del circuito maggiore. Ha 19 e inizia la stagione come numero 249 del mondo. A Wimbledon, il suo torneo preferito, riesce a qualificarsi agevolmente (battendo, nell’ordine, Zheng, Karatancheva e Barty), senza però riuscire ad avere la meglio nella battaglia con l’australiana Casey Dell’Acqua in un match durato oltre due ore (3-6 7-6 6-3). Sebbene non abbia mai manifestato  preferenze nei confronti di una particolare superficie (ha già vinto su erba, terra e cemento), l’esordio sull’erba sacra dei Championship mette in mostra chiaramente le sue doti migliori. Sicuramente un buon servizio (1,74 m, piuttosto alta rispetto a molte delle sue colleghe) e un dritto devastante: colpisce forte, fortissimo, da ogni lato del campo, andando alla ricerca del vincente sin dai primissimi scambi, con grande aggressività. Due settimane dopo, a Bastaad, si toglie anche lo sfizio di estromettere da torneo la testa di serie n.1, la francese Alizet Cornet, con un secco 7-6 6-3, chiudendo la stagione da numero 166.

Risultati e livello di gioco crescono in modo direttamente proporzionale. E anche la crescita fisica non è da meno. Nella scorsa stagione si sono registrate due “prime volte”: la vittoria di un 50.000 $, ad Eastbourne, e il raggiungimento della top 100, dopo il capolavoro agli US Open (dove partendo dalle qualificazioni riesce ad approdare agli ottavi di finale, prima di cedere a Venus Williams).

Il 2016 è iniziato nel migliore dei modi. Quarti di finale al torneo cinese di Shenzhen, poi la sconfitta agli Australian Open (per mano di Garbine Muguruza, numero 3 del seed) ed infine il grandissimo risultato di Acapulco, dove la scorsa settimana ha raggiunto la semifinale dopo aver eliminato avversarie del calibro di Dominika Cibulkova e Sara Errani. Il tutto con l’autorità di una veterana.

Il suo attuale best ranking (n. 76) ha l’aria di essere solo una tappa di un processo di crescita ancora molto lontano da una conclusione. Comunque sia, complimenti Anett!

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