La Preparazione Fisica del Servizio (2)


di Lorenzo Falco (Preparatore Fisico di II Grado Fit)
Cari appassionati lettori di Spazio tennis, nell’ultimo articolo si è posta l’attenzione sulle metodologie pratiche di addestramento e condizionamento fisico del servizio nel tennis.
Ringrazio coloro che hanno contribuito ad animare la discussione: ho letto commenti pacati, mirati, educati e rispettosi delle opinioni di ogni interlocutore. Auspico vivamente che questa tendenza sia destinata a durare per ogni altra occasione.
L’articolo di questa settimana completa il piano di lavoro fisico per il servizio, descritto nel precedente contributo.
I contenuti delle pagine che seguono provengono dall’osservazione diretta delle metodologie adottate dal professor Buzzelli, coordinatore e responsabile del Centro Tecnico per l’Allenamento Ottimale, situato a pochi passi dalla città di Bologna.
I presupposti teorici delle metodologie di allenamento fisico, preparatorie al servizio sono già stati analizzati nel precedente articolo.
Esercitazioni per il servizio: la mobilità scapolo – omerale e la flessibilità del rachide
L’analisi della biomeccanica del servizio mette in luce la necessità per l’atleta di ottenere una completa padronanza dei segmenti corporei che costruiscono lo schema tronco – spalla – braccio – racchetta.
E’ dunque fondamentale che l’atleta ottenga una completa mobilità del tratto scapolo – omerale e che possieda, senza compensi, un’ idonea flessibilità del rachide.
Gli atleti possono svolgere esercitazioni alla spalliera – oltre a quelle già citate, con bastoni e palle zavorrate – enfatizzando i movimenti di apertura del tratto scapolare, allo scopo di aumentare l’efficienza e l’escursione dei movimenti generali di torsione dell’intero tronco.

Nelle foto sopra, l’atleta Enrico Burzi (325 ATP) compie alcune aperture del tratto scapolare, con allungamento dei muscoli pettorali, in appoggio alla spalliera.
Tra le esercitazioni da svolgere per favorire una controllata flessibilità del tronco in estensione, si può svolgere il ponte dorsale, da eseguire con gradualità e, nelle prime fasi, con l’assistenza di un istruttore.

Esercitazioni per il servizio: impiego di elastici e palle zavorrate
I movimenti di caricamento, rotazione e spinta che caratterizzano il servizio del tennis richiedono un consolidato trofismo della muscolatura del dorso e della spalla.
L’atleta può simulare la retroposizione della scapola, con i giusti angoli articolari, e il corretto impiego delle forze dinamiche richieste, con l’impiego di elastici di differente carico e con l’utilizzo di palle zavorrate.

Nell’esercizio mostrato nella foto a sinistra, Burzi esegue un opportuno caricamento del tronco, prima di lanciare la palla zavorrata contro la parete.
Nell’esercizio mostrato a destra, l’atleta, partendo dalla posizione supina, esegue un sollevamento del tronco, una successiva rotazione del busto e termina con un lancio impulsivo diretto avanti.
I movimenti della scapola possono essere condizionati anche con l’impiego di elastici di forza.
E’ opportuno notare gli angoli di rotazione delle scapole, i movimenti dell’avambraccio e la corretta coordinazione tra gli arti superiori.

L’atleta Manuel Righi (2.5 Under 18) simula le corrette aperture articolari del servizio con l’impiego di un elastico.

Esercitazioni per il servizio: impiego di carichi
Per condizionare l’intera catena cinetica posteriore, è utile inserire alcune esercitazioni tratte dai programmi di pesistica e di muscolazione. L’esecuzione di tali esercizi non è realizzata in forma tradizionale: Enrico Burzi esegue un pull-over in stazione eretta in forma dinamica, con l’impiego di un manubrio. Si enfatizza il caricamento degli arti inferiori seguito da una dinamica estensione degli arti superiori, in un gesto concatenato.

Esercitazioni per il servizio: l’impiego del giavellotto
Per un preparatore fisico accorto, è opportuno osservare la cinematica dell’intero movimento del servizio, con particolare attenzione al tronco e agli arti superiori.
Le tecniche di videoanalisi e gli studi di biomeccanica hanno mostrato una stretta similitudine tra il movimento di preparazione e di colpo del servizio e la gestualità del lanciatore del giavellotto, dal caricamento fino al momento immediatamente successivo al lancio.
Il Professor Buzzelli ha impiegato i risultati dei tracciati biomeccanici per costruire un supporto metodologico al servizio, servendosi dell’addestramento al lancio del giavellotto.

Nelle immagini sotto, Enrico Burzi (maglia bianca) e Manuel Righi (maglia rossa) svolgono alcune esercitazioni preparatorie al lancio del giavellotto, realizzate con l’obiettivo di riprodurre gli angoli e l’impegno muscolare del servizio nel tennis.



Conclusioni
Il preparatore fisico deve osservare ogni fase dell’ esecuzione del movimento del servizio.
L’analisi delle leve e delle forze impiegate nell’intera cinematica del gesto, permettono di adottare la corretta metodologia di addestramento fisico e tecnico.
Esperienza personale
Al termine di questo breve contributo, a completamento del primo articolo sul servizio, desidero affrontare, a brevi cenni, il racconto della mia esperienza formativa e professionale nel Centro Tecnico per l’Allenamento Ottimale, coordinato dal prof. Buzzelli.
Il Centro è situato alle porte di Bologna.
Ho avuto l’opportunità di trascorrere alcune ore accanto a Buzzelli e al tecnico che collabora con lui, Davide Scala. Ho visto all’opera Enrico Burzi, nel corso del suo allenamento fisico e tennistico. Ho apprezzato l’impegno professionale mostrato da Buzzelli e da Scala, nel seguire Manuel Righi un giovane talento dalle ottime potenzialità.
Nel corso del fine settimana appena trascorso, ho avuto l’opportunità di visionare i metodi di valutazione applicati da Buzzelli: c’è una forte attenzione per le qualità motorie dei ragazzi e un marcato interesse per la gestione di una corretta programmazione fisica e tennistica.
E’ essenziale fornire numeri, proposte di lavoro concrete e praticabili, esercitazioni specifiche e accorgimenti tecnici essenziali: ciò si realizza con una perfetta sintonia e collaborazione tra l’atleta, l’allenatore e il preparatore fisico.

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