Ashleigh Barty e il coraggio di scegliere

Un fulmine a ciel sereno? Si, ma non del tutto. Ashleigh Barty lascia il tennis (per la seconda volta) alla soglia dei 26 anni, da numero 1 al mondo e dominatrice indiscussa WTA. Vincitrice di tre titoli Slam (Roland Garros 2019, Wimbledon 2021 e Australian Open 2022), ha conquistato complessivamente 15 trofei del circuito maggiore. In un tennis moderno in cui si gioca in media ben oltre i 30 anni, ‘Ash’ lascia nel pieno della carriera dopo due annate agrodolci: le gioie sportive da una parte e una pandemia che per gli atleti australiani ha rappresentato un vero e proprio incubo (molti in queste due stagioni sono stati costretti a rimanere fuori dal paese per 8-9 mesi consecutivi per evitare infinite quarantene).

Torniamo però un momento a quel fulmine a ciel (non del tutto) sereno. Barty è stata giocatrice sui generis, in tutti i sensi, sin dai primi anni nel circuito. Già numero 2 al mondo a livello under 18 (vincitrice a Wimbledon juniores nel 2011), Ashleigh si era già ritirata dal tennis una prima volta nel 2014, schiacciata dalle pressioni di uno sport che non la lasciava respirare, vivere. Si era messa, come noto, anche a giocare a cricket, per poi scegliere di tornare in campo nel 2016. L’anno dopo era già in Top-20, grazie al suo gioco sublime, delizioso, ricco di manualità e allo stesso tempo potente e devastante (per le avversarie). La carriera è sotto gli occhi di tutti ed è lapalissiano rimarcarne i meriti e i trionfi.

Ciò che invece traspare con forza è il coraggio. Perché per lasciare uno sport e un lavoro come il tennis, in cui si è la più forte al mondo per distacco, ‘per inseguire altri sogni’, serve tanto coraggio. Ma anche grande consapevolezza e centratura. È necessario infatti conoscere completamente se stessi, arrivando a una scelta così importante sia con la ragione che con il cuore. Il primo ritiro, probabilmente, è giunto più d’istinto. Oggi, invece, sembra ponderato e ancor più sentito. Una scelta di vita forte, decisa, spiazzante. Una scelta alla Ashleigh Barty.

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