Challenger: Le Statistiche del 2009 (III Parte)

Qui di seguito potete trovare l’ultima parte dello splendido lavoro statistico redatto da Luca Brancher.. Alcuni dati sono davvero molti interessanti e saremo pronti a commentarli insieme a voi..

Filip Krajinovic
(Filip Krajinovic – Foto Nizegorodcew Bergamo 2009)

di Luca Brancher (articolo apparso sul sito Mytennis.it)

Il fatto, piuttosto sorprendente e figlio del tempo attuale, che nessun giocatore con un’età minore ai 21 anni – ovvero nato dopo il 1 gennaio 1989 – sia presente tra i primi 100 giocatori del ranking Atp, ci induce a ricercare nel mondo challenger quali possano essere, in un futuro più o meno prossimo, i protagonisti di questo sport.

Classifica Under Challenger

Partiamo dagli Under 18 – nati dopo il 1 gennaio 1991 – tra i quali spunta un nome di per sé piuttosto noto agli appassionati, quello dell’australiano Bernard Tomic, nato a Stoccarda il 21 ottobre 1992, ma da tempo residente a Gold Coast, nel continente oceanico. La carriera del giovane Tomic è sempre stata da primo della classe, sin dagli esordi in ambito internazionale, tra cui va ricordata la prima vittoria tra i professionisti ottenuta a Melbourne, nel corso delle qualificazioni allo Slam del 2008, contro l’allora top-150 Yeu-Tzuoo Wang. Una vittoria da predestinato, che ne ha ulteriormente rilanciato le già altissime quotazioni. Quest’anno Tomic si è invece limitato a mantenere alto il feeling con la città australiana sopra citata attraverso la sua prima vittoria assoluta nel locale challenger, rimasta al momento l’unica, giunta nel mese di febbraio. Il successo di Melbourne è stato ottenuto, come consuetudine nei tornei disputati “down under”, prevalentemente contro giocatori connazionali, tra cui Brydan Klein e Marinko Matosevic: l’unico straniero battuto è stato il giapponese Junn Mitsuhashi, nei quarti di finale. Prima d’allora Tomic aveva collezionato una fantastica vittoria nel main draw degli Australian Open, contro l’azzurro Potito Starace, ed un quarto di finale nel challenger di Burnie, mentre molto più magro è stato il suo bottino dalla primavera in poi, con la qualificazione sfiorata a Wimbledon e due vittorie nei tabelloni di qualificazione challenger a rendere meno amare le altre sconfitte, tra cui ne figura una contro il coetaneo, ed altrettanto promettente, Ryan Harrison – a Binghamton. A titolo di consolazione è arrivato comunque il secondo successo Slam juniores, dopo quello di Melbourne 2008, a New York

A ruota di Tomic troviamo un altro 1992, Filip Krajinovic, che si fregia della finale conquistata nel challenger di San Sebastian durante il mese di agosto, dove è stato sconfitto dall’olandese Thiemo De Bakker. Sebbene il risultato sia sicuramente da lodare, per il giovante tennista serbo si trattava delle terza finale stagionale – le altre due a livello ITF – tutte conclusesi con nette e secche sconfitte: avrà tuttavia modo e tempo per rifarsi. Al momento, infatti, Filip si trova a ridosso della top-350 anche grazie ai quarti di finali conquistati a Bucaramanga e a Lubiana. Sul terzo gradino del podio spunta invece la sagoma di Grigor Dimitrov, primo dei 1991, che dal mese di febbraio ha abbandonato la scena futures per concentrarsi su ben altri palcoscenici, anche Atp, dove si ricorda una sua vittoria nel torneo indoor di Rotterdam ai danni di Tomas Berdych. A livello challenger, il bulgaro Dimitrov non ha però trovato un acuto di pari valore, concedendosi soltanto tre quarti di finali – Cremona, Nottingham e Segovia – curiosamente partendo sempre dal torneo di qualificazione. Ryan Harrison e Andrey Kuznetsov, quest’ultimo vincitore del torneo juniores di Wimbledon, sono gli unici altri tennisti sotto i 18 anni ad aver conquistato almeno una semifinale: lo statunitense a Sacramento, nel mese di ottobre, il russo nell’ultima manifestazione dell’anno, a Khanty-Mansiysk.

Aumentando il barrage di due anni, ovvero alzandolo fino agli under 20, la situazione si fa chiaramente più viva, in mezzo ad ex-fenomeni che fanno fatica ad emergere e a nuove leve che si sono meritate la luce della ribalta piuttosto tardi. Il primo della classifica, lo statunitense Donald Young, conclude così una nuova annata in cui il tanto atteso salto di qualità non è avvenuto. E ci si chiede ora se questo prima o poi avverrà. I risultati migliori Young li ha concentrati nella parte conclusiva della stagione, con la vittoria a Calabasas e la semifinale di Charlottesville, mentre la finale a Tallahasssee risale all’aprile scorso. Sebbene Donald possa contare su questi positivi riscontri, manca al giovane nativo di Chicago qualche risultato importante a livello Atp, che ne rilanci in toto le ambizioni; così facendo, invece, Young sta scivolando indietro, ormai non troppo distante dalla 200esima posizione Atp, ad oltre 100 posti dal suo best ranking di numero 73, fatto registrare ormai 25 mesi fa. Alle sue spalle appaiono invece due tennisti più interessanti, perché difficilmente pronosticabili così in alto nella classifica di fine 2009. L’argentino Federico Del Bonis di posizioni ne ha scalate oltre 650, partendo dalla 848esima e finendo alla 195esima, cominciando proprio con una vittoria a livello ITF, Guatemala F1, bissata nel mese di Agosto nel challenger di Manerbio, un trionfo reso ancora più difficile dalla necessità di disputare le qualificazioni. Meno vertiginosa, soltanto di 150 posti, l’ascesa di Inigo Cervantes-Huegun, tennista iberico che si è aggiudicato la vittoria sulla terra battuta russa di Saransk.

A seguire troviamo nuovi tennisti che hanno saputo centrare almeno una vittoria a livello challenger. Il francese Guillaume Rufin, vincitore a Florianopolis, il britannico Daniel Evans, a segno nella prima delle due competizioni di Jersey, l’australiano Brydan Klein – poi fermato per una squalifica di 4 mesi causata dagli insulti razzisti rivolti al collega Raven Klaasen – trionfatore a Burnie, e il brasiliano Marcelo De Moliner, issatosi sul primo gradino del podio in quel di Blumeneau. Capitolo a parte spetta invece a Uladzmir Ignatik, resosi protagonista di un ottimo 2009, soprattutto a livello futures, ma concluso con l’acuto nel challenger giapponese di Toyota: il bielorusso è uno da tenere in grande considerazione, visto anche qual è stato il suo passato tra gli juniores. Differentemente dalla svolta che sta prendendo la carriera di un suo coetaneo, il 19enne Ricardas Berankis.

QualieLLCh

Il tennista lituano, un’altra di quelle promesse mai realmente sbocciate, non ha saputo ancora far registrare risultati degni di nota, guadagnandosi però un piccolo primato, ovvero quello delle vittorie nei tornei di qualificazione, dove è stato presente 15 volte, superandole in 7 occasioni e ottenendo la bellezza di 28 successi – nessuno come lui – che hanno comunque avuto una valenza relativa, poiché Ricardas non ha saputo andare oltre le semifinali di Karshi e Champaign. Meglio di lui ha fatto il solo Alberto Brizzi, che vanta 8 qualificazioni, ma un record nei main draw addirittura meno nobile, con 2 eliminazioni al primo turno, 4 al secondo ed 1 sola al quarto di finale, oltre alla mancata partecipazione occorsa nella kermesse di Roma. Il tennista bresciano, quindi, non ha mai saputo eguagliare le due semifinali di Tangeri e di Tampere, suoi migliori risultati stagionali. A pari di Berankis, con 7 qualificazioni, vi sono anche l’irlandese, tedesco di nascita, Louk Sorensen – il cui miglior torneo dell’anno è stato Orbetello, una semifinale – lo statunitense Tim Smyczek e l’olandese Igor Sijsling, entrambi capaci di raggiungere una finale.
Le 6 qualificazioni di Jan Hajek, però, per la qualità delle prestazioni, non possono essere accostate a quelle di nessun altro tennista: in due occasioni, Ostrava e Prostejov, il tennista di Olomouc è riuscito a raggiungere il successo, mentre ad Atene si è dovuto arrendere in semifinale. Spulciando tra i giocatori capaci di raggiungere un successo attraverso le qualificazioni, risaltano i titoli ottenuti da un attuale top-ten, Robin Soderling, nell’ambita tappa di Sunrise, e dallo svizzero Marco Chiudinelli, reduce da un’annata da incorniciare passata attraverso il titolo di Tenerife. Altri successi curiosi sono stati quello del 38enne belga Dick Norman, a Mexico City, e del redivivo ceco Robin Vik ad Oberstaufen. Completano la lista un altro belga, Ruben Bemelmans (Wolfsburg), il già citato Del Bonis, lo statunitense Alex Kuznetsov (Winnetka), l’australiano Peter Luczak (Furth) e il britannico James Ward (Sarasota).

VittorieSconfitteCH

A proposito di Hajek: il 26enne ceco vanta un ulteriore record, sopra riportato, ovvero quello dei match conquistati nei tornei challenger, tra tabelloni principali e di qualificazione, 55. Rispettivamente 6 e 7 più delle partite vinte da Horacio Zeballos e Paolo Lorenzi, che però le hanno tutte centrate nei main draw. Il migliore, come già detto, nelle qualificazioni è stato il lituano Ricardas Berankis, qui presente al 16eismo posto, con le sue 28 partite portate a compimento vittoriosamente, mentre Albert Ramos è riuscito a suddividere in maniera perfetta i suoi 42 successi. Horacio Zeballos detiene la miglior percentuale di partite vinte (77,8%), di poco superiore a quella ottenuta dall’olandese Thiemo De Bakker, vincitore di 40 delle 53 partite giocate, confermandosi così’ come una delle migliori espressioni di questo 2009 challenger. Oltre ad essere, attualmente, uno dei più giovani giocatori presenti nella top-100 della classifica Atp, con i suoi 21 anni compiuti lo scorso settembre, il che ci riporta alla premessa di questo stesso articolo, ovvero la mancanza di giovanissimi ai primissimi piani del ranking. In attesa quindi di una stagione che sappia regalare qualcosa di più alle giovani promesse mondiali, vi lascio con l’ultimo grafico, che rivive mensilmente l’annata dei primi cinque giocatori del ranking challenger 2009.

E con questo chiudo qui l’ampia parentesi sui tornei challenger.

EvoluzioneTop5CH

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