Cronache dal Foro Italico – Volume 22 – “Ljubo non perdona”

Ivan Ljubicic
(Ivan Ljubicic – Foto Nizegorodcew)
di Renato Lugarini
Arrivo al Foro con buon anticipo, il programma di oggi è ricco e di qualità e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Rimango colpito dalla quantità di persone già presenti fuori e dentro l’impianto mentre manca ancora più di un’ora all’inizio dei match. A differenza di ieri avrò la possibilità di accedere al centrale e mentre studio il programma la scelta per iniziare la giornata non può non cadere sul mio concittadino Paolo Lorenzi. L’impatto col nuovo centrale è positivo, il confronto col vecchio stadio era comunque difficile da perdere. Sono curioso di seguire i progressi di Paolo in un incontro sulla carta assolutamente impari, contro il numero 7 del mondo Robin Soderling. Lorenzi inizia il match in maniera del tutto convincente. Nei primi tre games, nonostante il punteggio segua l’ordine dei servizi, il senese mostra di avere tatticamente le idee molto chiare per riuscire quanto meno a contenere Soderling, tenendo lo scambio e variando il gioco con ottimi rovesci in back, palle corte e discese a rete. Purtroppo, dopo aver subito il primo break al quarto gioco, Lorenzi si disunisce e perde fiducia, così il set scivola via velocemente. Le buone impressioni di inizio match trovano conferma nella seconda partita. Nonostante lo svedese sia praticamente ingiocabile sui propri turni di battuta, con percentuali molto alte di prime servite sempre oltre i 200 km all’ora, l’italiano trova continuità e tenuta quando c’è la possibilità di lottare il punto; induce Robin all’errore, cerca di spostarlo e gioca coraggiosi serve and volley anche sulle seconde (di prime in realtà ne mette poche). La qualità del suo gioco trova riscontro nel fatto che, nonostante il gap del servizio, riesca a mantenere con relativa facilità i propri turni di battuta fino al 54 in suo favore. Il decimo game è quello decisivo: Soderling sente la pressione sbaglia qualche prima, ma Lorenzi non ne approfitta e subito dopo subisce il break decisivo. Peccato, ma il bilancio del torneo resta assolutamente positivo.
Dopo aver visto i primi giochi di un Nadal in gran forma mi dirigo sui campi secondari. Una vera e propria folla sta seguendo l’incontro di doppio di Federer. La calca è tale che posso solo intravedere due strepitosi lob del campione svizzero, che mandano in visibilio gli spettatori. Decido di trasferirmi su un campo più tranquillo, incappando nell’allenamento di Andy Murray, con l’ex campione spagnolo Corretja, uno a cui c’è poco da insegnare circa i segreti della terra battuta; segreti che trasmette al giovane scozzese istruendolo in perfetto.. castigliano! Intanto, prima di riavviarmi verso il centrale, faccio in tempo a incrociare un volto che mi sembra di riconoscere.. infatti si tratta di un tranquillo Orlando Bloom che, fidanzata alla mano, si aggira per il ground seguito dall’immancabile stuolo di ragazzine trepidanti.
La permanenza sul centrale dura tutto l’arco del primo set di Bolelli-Verdasco e, dopo aver perso qualche anno di vita in compagnia di Alessandro Nizegorodcew, decido di testare dal vivo la condizione di Ljubicic, alle prese con un turno sicuramente non facile contro lo spagnolo Nicolas Almagro. Ljubo è molto amato dal pubblico romano e anche in questo caso è difficile riuscire a trovare uno spiraglio tra le transenne. Dopo un primo set tirato, finito 75, nel secondo il croato sembra giocare a corrente alternata. Sul 43 servizio Almagro, Ivan sciupa ben tre break points. Poco dopo, sul 54 arriva il primo match point sempre sul servizio dello spagnolo, bravo ad annullarlo dopo uno scambio mozzafiato. Ljubicic ha una seconda possibilità per chiudere l’incontro sul 54, ma anche in questo caso Nicolas riesce a prolungare la partita con un gran bel rovescio incrociato. Almagro, intanto, non smentisce la sua fama di giocatore altezzoso; è infastidito dal pubblico (siamo sul campo 6 ndr), dai fotografi, dai vincenti di Ljubo e dai suoi errori e provoca ripetutamente l’avversario, che intelligentemente fa finta di nulla e non reagisce. Lo spagnolo si rende protagonista anche di uno scontro verbale con alcuni spettatori, nel corso tie break, nonostante il pubblico abbia mostrato a più riprese di apprezzare le sue giocate, frutto di indubbio talento. Alla fine Ivan riesce a spuntarla, aggrappandosi al servizio e all’esperienza, mentre l’uscita dal campo Almagro è accompagnata dai fischi del caldo pubblico romano.

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