Le lacrime del Campione ritrovato

Juan Martin Del Potro
(Juan Martin Del Potro – Foto Ray Giubilo)
di Marco Marangoni
 

Bisogna attendere ancora qualche giorno per conoscere il vincitore degli US Open 2016, ma di certo abbiamo già un’immagine che accompagnerà a lungo questa edizione: Stan Wawrinka serve per il match in vantaggio 5-2 nel quarto set contro Juan Martin Del Potro, il pubblico inizia ad intonare un coro in favore dell’argentino (olè olè olè Delpo Delpo) e il gigante buono di Tandil scoppia in lacrime. Commozione che mai come stavolta fa rima con emozione. Colpito dall’affetto dei suoi tifosi, colpito dall’affetto degli appassionati presenti sul centrale di Flushing Meadows, Del Potro si lascia completamente andare. In quel pianto c’è tutto il campione argentino. In quel pianto c’è il ritorno ad alto livello, c’è questa magica estate a tinta albiceleste e forse c’è anche la speranza di aver finalmente lasciato alle spalle una serie di innumerevoli problemi fisici.

Juan Martin Del Potro è un idolo nel suo Paese: paragonarlo a Diego Armando Maradona è forse un azzardo, ma non è una bestemmia. Negli anni della sua esplosione come tennista di alto livello, molti borghi argentini, anche quelli più poveri, si riempirono di piccoli tennisti in erba che provavano ad emulare le gesta del loro idolo, che diventa ben presto un campionissimo. L’US Open del 2009 per il popolo argentino è equivalso alla vittoria di una Coppa del Mondo di calcio. E oggi,  con la Seleccion che ha fatto tanto piangere i propri tifosi per le brucianti sconfitte ad un passo dal successo, di nuovo a New York arrivano queste lacrime dal sapore completamente diverso da quelle di Lionel Messi al termine della finale della scorsa Coppa America di calcio persa contro il Cile. Chissà quanti argentini si sono commossi davanti alla tv nel vedere così Del Potro a pochi scambi dalla fine del match con Wawrinka, chissà quanti altri hanno intonato olè olè olè Delpo. Non possiamo saperlo, quello di cui siamo certi è che un Del Potro come quello di questa magica estate è stato capace di unire un intero popolo nel suo nome.

Il 2016 è l’anno della nuova riscossa di Juan Martin: il rientro vero e proprio nel circuito, i primi buoni risultati, ma nulla si può paragonare all’apoteosi estiva.

Novak Djokovic ha un solo appuntamento in testa per questo 2016, dopo il ko di Wimbledon: l’oro Olimpico. Il sorteggio però gli gioca un brutto scherzo in arrivo da Tandil con una missione ben precisa: esaltare e far commuovere un popolo. Del Potro non può fermarsi subito in un’occasione così diversa da un classico torneo, l’Argentina lo guarda e quando la sua Terra è con lui, il quasi 28enne (compleanno tra pochi giorni) non tradisce. L’ostacolo più duro è subito superato, uno dei risultati più importanti (sorprendenti? No!) di questo 2016 tennistico è scritto. È solo l’inizio, il cammino diventa un sogno che si trasforma in apoteosi nella favolosa battaglia contro Rafa Nadal. Finale per l’oro contro Murray, giocata da leone ma colorata d’argento. Delpo però il suo oro l’ha vinto: tornando a questo livello, emozionando, trascinando con quei colpi che lo rivelarono al mondo del tennis di vertice nel 2008, anno dei primi trionfi Atp. Ma il magico verano non è finito a Rio. New York ci ha appena fatto capire che Del Potro è davvero pronto per tornare ad essere costantemente dove si era innalzato qualche anno fa. Wawrinka lo batte, ma l’argentino arriva ai quarti di finale senza più forze fisiche a sua disposizione. Probabilmente nemmeno lui stesso un mese fa avrebbe pensato di fare finale a Rio e quarti a New York. Ora però anche lui è tornato a gustare il bello di giocare a tennis senza guai fisici e subito le prime dichiarazioni sono rivolte ai prossimi tornei asiatici con la voglia di essere protagonista anche lì.

Nishikori, Wawrinka, Djokovic, Monfils: uscirà tra loro il vincitore dell’US Open 2016, ma Juan Martin Del Potro ha già vinto negli occhi dei suoi tifosi. Occhi colmi di commozione e di speranza: rivederti ancora e sempre così, amato Delpo.

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