La Crisi Usa? Non si allena il Footwork

footwork

di Giampaolo Mauti

Ciao a tutti i lettori di Spazio Tennis. Innanzitutto volevo fare i complimenti per il nuovo sito che seguo sempre con molta attenzione.

Come penso sia balzato all’occhio di molti appassionati tennisti nel torneo Masters 1000 di Montecarlo non erano presenti tennisti americani in main draw e tantomeno nel tabellone di qualificazione. Non so per certezza se è la prima volta nella storia che in un torneo di una certa grandezza non ci sono tennisti statunitensi ai nastri di partenza, ma sicuramente questo è un fattore che pone tantissime domande sul movimento tennistico americano.

Capisco anche che nel Masters 1000 di Montecarlo l’iscrizione non sia obbligatoria, ma sono sicuro per esempio che a Cincinnati non succederà mai che nessun tennista europeo si presenti nel main draw e in qualificazioni. Le ragioni di questo avvenimento possono essere tante e difficili da capire ma sicuramente il movimento statunitense maschile al momento non è un movimento in piena salute. Scorrendo l’Atp Ranking troviamo John Isner all’11 posizione e poi altri sei americani tra 60 e 100 Atp. Potrebbe essere una scelta di programmazione o altro ma lavorando da ben 7 anni negli Stati Uniti ho fatto delle deduzioni e discusso proprio di questo durante il recente torneo di Miami con parecchi addetti ai lavori.

Una cosa che vedo un po’ mancare nell’insegnamento e nello junior development è il footwork. Proprio gli Stati Uniti erano un modello di footwork negli anni passati con alcuni esempi di giocatori come Agassi, Courier, Chang, Krickstein, Gilbert, ecc… Da quello che noto in giro si da parecchia importanza alla biomeccanica e alla tecnica dei colpi, ovviamente importantissima, ma si dimentica un po’ il fattore footwork e la parte strategica, che sono alquanto importanti nella crescita dei giovani.

Proprio per questo alla Rick Macci Tennis Academy dove oramai lavoro da 7 anni abbiamo deciso di puntare tantissimo anche su questa parte che abbiamo notato essere carente. Grazie all’esperienza di Leonardo Caperchi, che come ormai penso sapete tutti è venuto dalla a far parte del nostro staff, cerchiamo di apportare delle aggiunte molto interessanti al programma dei ragazzi.

Crediamo tantissimo nel fattore footwork visto che a livello di insegnamento di tecnica tennistica, di conoscenze della biomeccanica, qui negli Stati Uniti penso siano ad un livello di eccellenza. E’ anche molto stimolante vedere bambini che dopo alcuni specifici lavori di footwork iniziano a muoversi tipo giocatori, invece di continuare a strillare loro “muovi i piedi” oppure “piegati di più”. E’ come chiedere a una persona che non ha mai giocato a calcio di fare una diagonale o di marcare a zona o ancora di fare il fuorigioco.

Le cause del non eccezionale momento del movimento maschile possono essere innumerevoli, ma quella del footwork credo vada messa in risalto. Un grande saluto a tutti i lettori, aspetto le vostre riflessioni e domande…

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