La crescita di Gianluigi Quinzi

di Alessandro Nizegorodcew

Gianluigi Quinzi si qualificato per la finale del torneo junior di Wimbledon. Il marchigiano ha superato 64 64 Kyle Edmund, disputando un ottimo match e palesando (confermando) una buonissima attitudine alle superfici veloci. Analizziamo nel dettaglio la sfida con il giovane britannico, dal servizio alla volée.

Servizio: ha iniziato in maniera timida, limitandosi a mettere la palla in campo con la prima. Pian piano ha aumentato la velocità di crociera, alternando prime in slice (soprattutto e ovviamente da sinistra) ad altre piatte e al centro. La seconda sembra in via di miglioramento ma c’è molto su cui lavorare. Il servizio dovrà diventare un’arma ancora più incisiva, perché da quella altezza dovrà riuscire a fare veri e propri buchi per terra. La battuta è anche un fondamentale in cui influisce in maniera rilevante il fattore mentale. Vi sono infatti giocatori che possiedono un servizio-bomba, che però nei momenti importanti non mettono in campo nemmeno una prima. Oggi Quinzi, nelle situazioni complicate di punteggio, ha spesso fatto ricorso al servizio. 6 palle break annullate su 6 sono un altro interessante dettaglio. E’ pur vero che il servizio di Quinzi, mancino e spesso in slice, sull’erba diviene nettamente più incisivo, ma a dare fiducia non è tanto la qualità delle prime palle quanto i momenti nei quali via ha fatto ricorso.

Diritto: L’apertura del diritto di Quinzi è ovviamente più rapida rispetto alla terra battuta. Sul “rosso” Gianluigi ha un tempo maggiore per colpire con il diritto e l’apertura è più ampia e lenta, mentre sull’erba tutto viene velocizzato. Ogni tanto ha colpito il diritto in ritardo cercando il lungo linea e la palla è finita in corridoio, ma in linea generale è riuscito a trovare quasi sempre il giusto timing sulla palla. Rispetto ai tornei sulla terra italiana Gianluigi ha lasciato andare maggiormente questo colpo, provando a colpire la palla dall’altro verso il basso. Un colpo per ora non devastante, ma certamente non un punto debole, anzi. Anche in recupero riesce a salvarsi benissimo con il back spin di diritto e grazie ad una buona mano piazza la palla negli ultimi centimetri di campo. Non semplice per un tennista alto più di un metro e novanta.

Rovescio: Il colpo naturale di Quinzi acquista in incisività sui terreni rapidi ed in particolare sull’erba, dove la palla rimbalza e schizza via. Fondamentale impressionante per timing, sia in fase di attacco che di difesa. E’ un colpo totalmente piatto, che però riesce a rendere  importante anche con la palla bassa. Totalmente assente la variazione in back, quando è costretto alla difensiva tenta infatti sempre il vincente, anche da posizioni impossibili. Solo in risposta, su prime potenti, stacca la mano per difendere. Colpo, nel complesso, assolutamente fenomenale.

Volée: Mai visto giocare a rete bene come oggi. Quinzi ha spesso palesato delle importanti mancanze nel gioco di volo. Contro Edmund ha messo a segno un paio di colpi molto difficili e un altro paio di volée di approccio non banali per uno come lui, che a rete non ci va quasi mai. Uno dei dettagli più interessanti del match. Saper chiudere i punti a rete è fondamentale nel tennis moderno. Tanto da migliorare ma molto di già migliorato.

Atteggiamento: Grinta, voglia di vincere, ogni punto giocato al 100%, nessun momento di rilassatezza. Atteggiamento da professionista, ma su questo non ci sono mai stati dubbi. All’interno del discorso del “mental” rientra la suddetta capacità di giocare bene nei momenti importanti, che il britannico oggi ha dimostrato ancora di non avere. Tanti i giochi recuperati da 0-30 o da 15-30. Ottimo l’atteggiamento in risposta, sempre propositivo sulla seconda e, in alcuni casi, anche sulla prima. Sul veloce, inoltre, è consapevole di non poter aspettare per portare a casa il punto e tende ad essere più aggressivo di quanto non faccia sulla terra.

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