Una giornata alla Stanley Cup


(Samuele Ramazzotti – Foto Nizegorodcew)

da Roma, Alessandro Nizegorodcew
(Nota bene: potete ingrandire le foto cliccandoci sopra)

La giornata dedicata ai quarti di finale è sempre quella che mi attira di più, nei tornei professionistici come in quelli giovanili. In genere vi arrivano i favoriti e gli outsiders, gli italiani più in forma e gli stranieri del momento. La Stanley Cup 2013, in corso di svolgimento al TC Parioli è, per chi non lo sapesse, uno dei tornei più importanti in Europa a livello under 14.

Arrivando al circolo lancio subito uno sguardo verso il campo centrale, dove si staglia la figura di uno spilungone, magro magro, tutto vestito di bianco (dal capello ai calzini). Si tratta di Alexei Popyrin (nella foto a sinistra), ragazzo australiano di origine russa che avevo visto dal vivo l’ultima volta due anni fa durante gli Internazionali d’Italia under 12. Ricordo di un talento immenso e, allo stesso tempo, di un tennista un po’ indolente, che gioca ad intermittenza senza una grande voglia di faticare. Dopo due anni le sensazioni sono le stesse: Popyrin sa fare assolutamente tutto, dal diritto in accelerazione al backspin di rovescio, dalla smorzata che torna indietro agli attacchi in contro tempo. E’ un giocatore eclettico, divertente, che, come detto, si prende forse qualche pausa di troppo. Il suo avversario, il tedesco Klimov, non oppone molta resistenza e il match scivola via 62 61 in pochi minuti. A bordo campo il papà di Popyrin osserva ed incita il figlio dopo ogni punto, così come la madre (in gara c’era anche il fratello più piccolo, che appare però meno talentoso di Alexei). Conclusione: classe immensa. In quel maggio del 2011, durante gli Internazionali d’Italia under 12 al Canottieri Roma, lo ricordo sfidare un bravo ragazzo marchigiano che rispondeva al nome di Samuele Ramazzotti, il vero motivo per cui mi sono recato al Tennis Club Parioli quest’oggi.

Ma prima di parlare di “Samu” non posso non raccontarvi della maratona del giorno. Debora Ginocchio (nella foto a destra) e la britannica Jodie Anna Burrage danno vita ad un match dalle mille emozioni terminato purtroppo con la sconfitta dell’italiana. E pensare che dopo pochi minuti il match sembra essere già nettamente indirizzato. La Burrage, ragazza dai colpi molto incisivi (quando ha voglia di tirarli… spesso e volentieri tirava un po’ i remi in barca, attendendo la Ginocchio, ma quando riusciva a comandare metteva a segno vincenti sia con il diritto sia con il rovescio incrociato), sale 6-1 2-0 con palla del 3-0, quando la Ginocchio si sveglia: l’azzurra è più offensiva, lascia andare maggiormente il braccio e corre, corre, corre tantissimo senza risparmiarsi. La Ginocchio ha due buoni fondamentali e quando riuscirà ad imprimere maggiore potenza potrà far male con entrambi. Ad oggi la caratteristica migliore è probabilmente la rapidità di piedi. Il dettaglio impressionante è come riesca a trovare sempre un buon equilibrio per colpire, anche quando in apparenza sembra essere molto lontana dalla palla. Peccato però che dopo aver recuperato e vinto il tie-break del secondo la Ginocchio sprechi un vantaggio di 5-3 nel terzo set. Nel tie-break decisivo l’inglese si porta in vantaggio, l’italiana recupera sul 5-5 e qui arriva il punto che spezza il sottile equilibrio creatosi: ace della Burrage, alla faccia della scarsa importanza (per alcuni) del servizio nel tennis femminile ed in particolare giovanile. Match Burrage, ma che battaglia!

Dopo aver salutato Marina Shamayko, Martina Di Giuseppe (che tra l’altro mi parla di tornei in Sardegna organizzati in una specie di resort con prezzi assurdi, decisamente non abbordabili per chi vive il circuito Itf), Stefano Valenti (che lavora al circolo e segue da vicino Gianmarco Moroni, del quale mi ha parlato in toni molto positivi in quanto a migliorie tecniche  e fisiche grazie a tanti match disputati sul veloce) ed altri protagonisti del tennis romano, sono pronto per seguire Samuele Ramazzotti contro il portoghese Duarte Vale. Nonostante l’equilibrio dei primi giochi si ha la netta impressione che la differenza di concretezza sia palese. Il lusitano è costretto ai miracoli, sia offensivi che difensivi, per portare a casa un punto. Il marchigiano, dal canto suo, fa tutto gusto. Risposta con i piedi ben dentro al campo sulla seconda e talvolta anche sulla prima, diritto pesantissimo (fa un rumore, non vi saprei spiegare, diciamo da “diritto vero”) e sempre molto profondo che gioca bene da ogni parte del campo, un rovescio molto buono che a volte forse passa un po’ troppo vicino al nastro ma ci sarà tempo per lavorare maggiormente su traiettorie diverse. Si muove bene e ha un fisico già piuttosto sviluppato; è alto circa un metro e settantacinque e dovesse crescere altri 6-7 centimetri raggiungere a mio avviso il suo optimum. A rete anche gioca bene ed ha grande personalità. In campo non dice una parola, non si lamenta mai e tatticamente è impeccabile. Anche mentalmente appare molto presente. Un episodio per spiegare il perché di questa sensazione: Vale gioca un punto bellissimo, attacco e volée splendida vincente. Vale si esalta, fa il pugno. Punto successivo: attacco di Ramazzotti e volée smorzata vincente, come a dire: “tu riprovaci e io te lo faccio di nuovo, perché lo faccio meglio di te”. Il tutto senza dire una parola, frustrando in tutto e per tutto l’avversario. Ed arriviamo al dettaglio più importante a mio modestissimo avviso: il servizio. La battuta è semplicemente fantastica dal punto di vista tecnica (potete ammirarlo al rallentatore nel video qui sotto). Non aggiungo altro su questo fondamentale, lascio a voi il giudizio.

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Nota di merito per Corentin Moutet (nella foto a sinistra), francesino decisamente fastidioso per i comportamenti in campo ma assolutamente coinvolgente per il suo tennis brillante e spettacolare. E’ mancino ed ha una mano sensazionale, pallonetti e smorzate, bordate di diritto, potenza e precisione, un mix vincente e molto molto promettente.

Chiudo con due battute su Arianna Capogrosso e Rosanna Maffei, che si sono sfidate per un posto in semifinale. La vittoria è andata alla Capogrosso che sta certamente crescendo molto bene. Il diritto è sempre devastante ed è brava a scegliere, contro una giocatrice tatticamente impeccabile come la campana, il momento giusto per assestare il colpo vincente. Appare migliorata anche nel rovescio, anche se non ho avuto tempo a sufficienza per analizzarlo con attenzione.

La giornata alla Stanley Cup si conclude qui, una giornata di tennis molto interessante, come accade sempre in tornei giovanili di questo livello.

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