Andrea Vavassori: “Ho imparato tantissimo al Foro Italico”

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di Giulia Rossi

Andrea Vavassori ricorderà a lungo la settimana che si è appena conclusa. Era metà aprile quando, raggiungendo la finale all’Open BNL di Pescara, si guadagnò il pass per le prequalificazioni al Foro Italico. Mai avrebbe pensato di giocare nel tabellone di qualificazione agli Internazionali BNL d’Italia 2016. Piemontese come i suoi coetanei Lorenzo Sonego, Stefano Napolitano e Matteo Donati, tutti classe 1995, Andrea ha impressionato gli avventori del Foro, tenendo testa a giocatori con maggior esperienza e centinaia di posizioni più in alto in classifica. Per il suo ventunesimo compleanno, il 5 maggio, si è regalato una wild card per il tabellone di qualificazione, ma si è dovuto arrendere contro Damir Dzumhur, n. 75 del mondo e recente giustiziere di Berdych a Montecarlo. Di questa prima avventura romana Andrea farà certamente tesoro per il proseguo della sua carriera.

Quello che mi risponde al telefono è un ragazzo gentilissimo, con la sua Pinerolo nella cadenza e la modestia nei toni propria dei grandi sportivi.

Andrea complimenti, sei stato protagonista di una settimana incredibile. Com’è stato vivere l’emozione del Foro Italico per la prima volta?

“Di sicuro è stata una grandissima emozione, è tutto l’anno che pensavo che mi sarebbe piaciuto andare al Foro Italico: ho fatto dei tornei Open per riuscirci, mi sono qualificato prima per il doppio a Torino ma ho perso ai quarti, quindi ho cercato la qualificazione a Pescara che poi ho centrato arrivando in finale. Ho cercato di andare a Roma con delle aspettative non troppo alte, volevo andare là e cercare di fare bella figura. Penso di aver fatto una grande partita contro Giannessi, dopodiché la fiducia è salita e sono riuscito a disputare un bel torneo. Diciamo che non sono partito con troppe aspettative ma sapevo di poter fare bene.”

Hai battuto Alessandro Giannessi, uno dei giocatori più in forma del momento, forse la tua partita più bella del torneo.

“Il primo match l’ho giocato con Francesco Borgo, ero partito molto teso nei primi game ma alla fine sono riuscito a vincere in due set. Mentre invece contro Giannessi il primo set non l’ho proprio giocato talmente ero teso; poi lui comunque è un giocatore molto solido, quindi o gli fai il punto secco o è molto difficile portare a casa la partita. Nel primo set ho fatto proprio tanti errori, poi mi sono messo a giocare più aggressivo, cercando di prolungare lo scambio perché sull’uno-due facevo troppi errori; ho servito molto bene nel secondo set, salendo poi col servizio e da fondo campo. Diciamo che la chiave del match è stata nel fatto che avevo già giocato contro di lui l’anno scorso e avevo perso 6-4 al terzo, quindi sapevo che comunque potevo giocarmela. Ultimamente sto facendo dei buoni risultati e la fiducia c’è: con lui ho giocato molto bene il secondo set e poi nel terzo si vedeva che era lui ad aver paura di perdere la partita. È stata una grande prestazione, sono molto contento.”

Avevi perso nello spareggio con Lorenzo Giustino ma poi si sono rimescolate le wild card e sei entrato nelle qualificazioni. Cos’hai pensato in quel momento?

“Ho giocato tantissime partite in quei giorni, perché avevo anche il doppio in ballo, quindi di sicuro eravamo tutti abbastanza provati. Con Arnaboldi, giocatore di grande esperienza, è stata una partita dura: lui è mancino, ha molta più esperienza di me e mi ha fatto giocare male. Poi il giorno dopo con Giustino ho avuto anche dei problemi fisici, ho avuto un affaticamento all’adduttore, quindi quello ha compromesso anche un po’ la partita. Poi si sono rimescolate tutte le carte quando Bolelli ha rinunciato alla wild card per un problema fisico, sono riuscito così ad entrare in tabellone ed è stata una bella sensazione poter riuscire a giocare in un torneo del genere, sicuramente sarà un grande punto di partenza per quest’anno.”

Cos’hai pensato mentre si sorteggiava il tabellone delle qualificazioni?

“A dir la verità non ci ho pensato più di tanto, pensavo solo che poter giocare contro un top 100, chiunque fosse, sarebbe stata una bella esperienza, quindi non ci ho pensato più di tanto.”

Una domanda sul celeberrimo pubblico romano: disordinato, caotico, al limite del tifo da stadio. Ti ha trascinato nel match contro Dzumhur o ti ha infastidito?

“Sì su quello un po’ hai ragione, ma non è stato il mio caso… Era un po’ tardi quando ho iniziato la partita e molta gente tra il pubblico la conoscevo bene ed era venuta lì apposta per farmi il tifo. Comunque personalmente mi piace molto essere caricato, sono sempre stato un amante delle competizioni a squadre fin da piccolo. Mi piacerebbe davvero molto arrivare a rappresentare un giorno il mio Paese: la Coppa Davis è uno dei miei sogni.”

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Come giudichi il sistema delle Prequalificazioni e degli Open BNL?

“Secondo me il fatto di avere questi montepremi così alti è sicuramente una bella occasione per noi giovani, visto che con i tornei Futures non si guadagna molto… le spese sono tante e il fatto di poter arrivare in fondo e di poter guadagnare un po’ di soldi ti può aiutare durante l’anno. Prendere 2000-3000 euro in una settimana vuol dire pagare 4-5 tornei di fila in Italia. Anche dare un’occasione ai finalisti dei tornei di giocare al Foro Italico, come è successo a me, è positivo… poi per noi italiani Roma è il torneo in cui aspiriamo a fare meglio, oltre agli Slam che chiaramente sono il sogno di tutti i tennisti. Secondo me è un bel progetto quello messo in piedi dalla Federazione.”

Rimanendo una settimana intera hai assistito all’arrivo dei big, hai avuto modo di avvicinarti a loro?

“Non più di tanto perché cercavo di stare concentrato con il mio team sul mio torneo, tra l’altro sabato quando sono arrivati i top player io avevo le qualificazioni, poi sono dovuto partire subito il sabato sera per la Serie A2, sono andato a Napoli diretto. Diciamo che ho imparato tante cose questa settimana, la più importante è che come livello di gioco non c’è tanta differenza, avendo visto le partite dei giocatori che hanno giocato le prequali, poi ho visto Gaio reggere contro Kukushkin, Sonego che ha giocato un grande match ieri contro Sousa, e poi anche io nel primo set con Dzumhur me la sono giocata. Sta tutto nell’imparare a fare le scelte giuste e nel continuare ad allenarsi duramente per arrivarci.”

Il tuo amico Lorenzo Sonego ha dimostrato che nulla è impossibile, portandosi a due punti dal match contro Joao Sousa, questo ti servirà da stimolo in futuro?

“Sì noi siamo molto amici, siamo cresciuti insieme, fin da piccoli facciamo le coppe a squadre insieme, quindi ieri sono tornato a Roma per tifare per lui ed ero con il suo team a sostenerlo. È un esempio per tutti noi giovani che stiamo cercando di diventare giocatori, è un grande fighter, uno che non molla mai, di sicuro un bellissimo esempio per tutti”.

L’anno scorso intervistato per Spazio Tennis ci avevi detto che ti davi tre anni di tempo per diventare un giocatore professionista. Ora che hai giocato a Roma nelle qualificazioni senti di essere un po’ più vicino a questo traguardo?

“Sì, un pochino, però penso che potrò definirmi un giocatore professionista solo quando sarò in grado di finanziarmi da solo, per me un professionista è tale solo se vive di quello che guadagna. Diciamo che le partite che ho disputato sono di buon auspicio, perché ho giocato contro tennisti che in classifica sono molto più in alto di me. Quindi spero già quest’anno di riuscire a salire, a fare il mio best ranking e l’anno prossimo di giocare stabilmente nei Challenger, per cercare l’ingresso nei top 200.”

Cosa pensi che ci sia da migliorare nel tuo gioco?

“Io sono un giocatore prevalentemente aggressivo da fondocampo, ora sto provando a diventare un giocatore a tutto campo: i miei colpi migliori sono il servizio e il dritto ma devo cercare di più la rete, devo migliorare molto nella gestione delle scelte in partita, faccio ancora un po’ troppo casino nello scegliere le giocate giuste. Ho tante armi ma non le sfrutto ancora al meglio, devo essere più lucido ed è la cosa che alla fine ci differenzia dai top player, oltre al livello di gioco che è molto più lineare, noi siamo a volte un po’ troppo altalenanti.”

Quali sono gli obiettivi per il 2016 e qual è il calendario per il resto della stagione?

“Il mio programma più immediato è quello di finire la A2 con il T.C. Pistoia, quindi in questo periodo non potrò giocare tornei all’estero o qualificazioni nei Challenger perché i weekend sono sempre impegnato, quindi giocherò prevalentemente Futures qui in Italia in settimana e la A2 nel weekend. Ne ho anche parlato con Umberto Rianna (tecnico federale del settore maschile under 18, n.d.r.) quando finirò la A2 sceglieremo con mio padre se giocare o qualificazioni dei Challenger o tornei all’estero, magari sul cemento dove ho mi sono espresso meglio in questo inizio stagione. Poi per il 2016 l’obiettivo è avere la classifica per giocare più possibile Challenger e per alzare il livello, che alla fine è a cosa che conta di più, al di là della classifica.”

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Oltre a tuo papà Davide, chi fa parte del tuo team?

“Da circa due mesi io e mio padre, che è il coach che mi segue fin da piccolo, abbiamo cercato di potenziare lo staff e il team: si sono aggiunti il mental coach Gianfranco Santiglia, da quando abbiamo cominciato a lavorare insieme ho già fatto dei grossi miglioramenti per quanto riguarda l’aspetto mentale delle prestazioni e mi sta dando una grossa mano, è venuto anche a Roma e abbiamo lavorato molto bene. Poi c’è Paolo Moro che è responsabile della mia attrezzatura e mi sta dando degli utili consigli, gli sono molto grato per questo. Il fisioterapista è Gabriele Scaglia che mi segue quando sono a Pinerolo, poi c’è il preparatore atletico Massimo Libardori che mi segue da circa 4 anni e Gabriele Duttu che molto spesso mi fa da sparring quando sono a casa e che aiuta mio padre.”

E come ti trovi ad avere un papà coach? Accetti sempre i suoi consigli o sbuffi?

“È sempre stato il mio coach, mio padre è la persona che mi dà più stabilità sia dentro che fuori dal campo. A volte può essere complicato ma fortunatamente abbiamo un rapporto bellissimo. Però ogni tanto sbuffo anche io eh!!”

Grazie ancora ad Andrea, in bocca al lupo per il suo futuro e auguri di buon compleanno, un pochino in ritardo!

 

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