Ksenia Palkina: “ Mia figlia è la cosa più bella che potesse capitarmi”

Palkina

di Daniele Sforza

Russia – Kirghizistan – Italia – Turchia. Una combinazione a dir quanto strana se si pensa alla distanza tra i paesi (soprattutto se poi andrete a guardare di quale Russia parliamo) e alle diversità culturali che li differenziano uno dall’altro. Verrebbe fin troppo facile porsi la domande del perché citarli in un unico contesto e per rispondere a questo quesito, vi toccherà, se volete e se non vi ho troppo annoiato in queste prime due righe, leggervi la storia di Ksenia Palkina, che ha, da pochi giorni, aggiunto anche il cognome Ulukan.
L’etimologia del nome, Ksenia, non poteva essere più giusta poiché la parola, derivante dal greco antico, significa “straniero”,” forestiero” e parole come queste, sono perfettamente adatta alla storia della russa.
La 25enne è infatti nata in Russia, nella città di Khabarovsky Kray (italianizzabile in Chabarovsk) che si posiziona geograficamente nella parte più orientale della Russia e vicina alla Cina, tanto che ora una parte di questo territorio è stato annesso proprio allo stato cinese. E partiamo proprio da qui, dove Ksenia ha iniziato a praticare il tennis.
Ho iniziato a giocare a tennis grazie a mia madre, lei era un’allenatrice e così a 4 anni abbiamo cominciato e devo dire che mi è piaciuto molto, tanto che ero sempre con mia madre in campo”.
Il periodo russo è poi durato solo un paio di anni, perché poi come anticipato è arrivato lo spostamento, a più di 4.000 km di distanza, in Kyrgyzstan, paese anch’esso confinante con la Cina, peccato che sia esattamente dal lato opposto a quello in cui si trovava Ksenia. “ Mi sono spostata in Kyrgyzstan, con cui poi ho anche giocato la Fed Cup, con la mia famiglia quando avevo 6 anni perché i miei genitori dovevano lavorare qui”.
Arrivati qui, come ben potrete sapere il Kyrgyzstan non è di certo famoso per la sua tradizione tennistica e, per questo motivo, Ksenia non ha trovato di certo facile il compito di allenarsi qui.
Non è semplice giocare in una nazione che non ha una buona tradizione tennistica e dove sei la prima viaggiatrice in questo sport. È un bellissimo stato con una natura pazzesca e delle persone gentili ma per lo sport è difficile avere una buona base per poi salire di livello. Per questo è stato un bene per me spostarmi in Europa, prima invece mi allenavo qui, nel “miglior” modo possibile, con mia madre”.
Ai problemi riguardanti il tennis si aggiungeva anche la scuola, percorso che ha sempre voluto continuare in modo da avere una buona preparazione per la propria vita.
Non è stato assolutamente semplice conciliare lo studio con il tennis ma ho sempre provato a studiare, seguendo anche il consiglio di mia madre. Lei mi diceva sempre che per prima cosa sei un essere umano e per questo devi essere intelligente, il tennis è qualcosa che viene dopo. Amo il tennis e tutta l’atmosfera che c’è intorno ma, nonostante questo, non ho mai smesso di studiare fino ai 16 anni quando, a causa dei tantissimi viaggi, era impossibile fare entrambe le cose. Detto ciò sono comunque riuscita a terminare la scuola negli anni successivi”.
A 15 anni Ksenia, dopo essersi creata una buona classifica partecipando ai tornei junior asiatici, ha poi cominciato a giocare i tornei junior europei, arrivando anche in Italia, a Firenze ad esempio, dove poi si allenerà per 4 anni.
Amo giocare in Italia, ricordo i bellissimi momenti del periodo in cui ero junior. Ho giocato, tra gli altri tornei, il Grade 2 di Firenze e poi, mi sono allenata per 4 anni qui conMassimo Ardinghi spostandomi a Prato e in altre città italiane. Non è semplice passare dal circuito Pro a quello Junior e per questo il consiglio è quello (ovviamente se si hanno le possibilità) di cominciare ad alternare Junior e Pro già a 15-16 anni, cosa che ho fatto ad esempio io. Allenandomi a Firenze con Massimo e spostandoci per tutta l’Italia, ho anche avuto modo di imparare una nuova lingua e cultura”.
Aggiunge poi: “La collaborazione con Massimo è nata quasi per caso… Lui mi aveva visto giocare negli junior, credeva in me e nel mio potenziale e voleva allenarmi in un posto come l’Italia (in cui è più facile raggiungere i tornei Itf) per partecipare ai tornei europei dove alla fine ci sono le giocatrici migliori. Così è iniziato il tutto e sono veramente felice di questa scelta, amo la vostra nazione e mi sono trovata benissimo”.
Ksenia durante questo periodo ha poi anche raggiunto il suo best ranking, arrivando al n.163 nel 2009(con 3 titoli all’attivo in singolare fino a quell’anno) e partecipando alle qualificazioni degli Slam che, tuttavia, non sono il suo più bel ricordo.
Il mio più bel ricordo non è la vittoria di un torneo Itf ma il torneo Wta di Tashkent dove, dopo aver passato le qualificazioni, ho raggiunto i quarti di finale, perdendo solo con Victoria Azarenka. È stata una bellissima esperienza e spero di viverne di nuove a questi livelli”.
Nel 2011, dopo aver perso un centinaio di posizioni, fu costretta a fermarsi poiché una bella sorpresa l’aspettava. La russa, ormai cittadina del Kirghizistan, era infatti incinta…
Onestamente, avere un figlio è la cosa più bella che si possa avere nella propria vita e sono troppo felice! La piccola sta già imparando a giocare a tennis e non è solo colpa mia (risata), sua nonna è un’allenatrice, mio marito anche e poi ci sono io… diciamo che è cresciuta in una famiglia di tennisti quindi non poteva fare altrimenti… (risata)”. Ha poi aggiunto: “ Il tennis mi è mancato nel periodo in cui sono stata ferma ma in quel lasso di tempo comunque sono riuscita a fare altri sport: yoga, nuoto e palestra per quanto fosse possibile… Lo sport è nel mio sangue e quindi non sono riuscita a fermarmi mai…
Dopo gli altri 5000 km per arrivare in Italia, spostandosi quindi sempre più a Occidente, arriva un ulteriore cambiamento nella vita di Ksenia, con uno spostamento verso Est e, precisamente, in Turchia.
Sono arrivata in Turchia perché ho incontrato mio marito e ora viviamo in questo paese. Mi alleno in Turchia perché la mia famiglia ora vive qui e io vivo con mio marito che è anche il mio allenatore”.
Turchia famosa, tra le altre cose, per i tanti Itf che si disputano ogni settimana ad Antalya. “Non sto giocando molto ad Antalya ma comunque penso che sia un’ottima opportunità quella che danno questi tornei di giocarne tanti in diverse settimane consecutive…”.
Vincitrice di 2 titoli Itf da 10.000 e dopo il rientro nella top 400 (n.389 questa settimana), sicuramente non può essere scontenta a riguardo della sua stagione. “Sono felice per la stagione ma spero di avvicinarmi ancora di più al mio best ranking. Il mio obiettivo è quello di raggiungerlo e superarlo (il best ranking risale al 2009 ed è al n.163)”.
Qualche giorno fa poi è arrivato un ulteriore cambiamento poiché Ksenia ha ricevuto la proposta di matrimonio dal suo compagno e ha accettato. Proposta arrivata in un modo curioso…
Per essere onesti non è stato così romantico (ride). Dopo un torneo sono tornata a casa e in un giorno qualunque, mentre facevo cose normali a casa lui è entrato e mi ha detto che doveva dirmi qualcosa. Solitamente quando dice così è serio quindi io, un po’ preoccupata, gli ho chiesto cosa fosse successo. Lui mi ha risposto, rassicurandomi, che era una qualcosa di bello e ha aggiunto, timido e dolce, la fatidica frase: “ Vuoi sposarmi?” Io, stupita, gli ho chiesto se facesse sul serio e poi ovviamente gli ho detto di si. Viviamo insieme da un anno e mezzo ed eravamo così felici, dopo un paio di giorni mi ha anche regalato un favoloso anello. Il matrimonio ufficiale è quindi fatto, aspettiamo solo la cerimonia che arriverà presto”.
Tra un paio di mesi Ksenia si sposterà in America per il suo viaggio di nozze ma a 25 anni, non è mai tardi per auspicarle un nuovo approdo nelle top 200 e magari, con un pizzico di fortuna e di bravura, potrebbe anche portare per la prima volta il Kirghizistan in un tabellone principale dello Slam.

Leggi anche:

    None Found