La ‘crescita’ a 360° di Matilde Paoletti

Crescita, improvvisa. Non tennistica, bensì in altezza. Matilde Paoletti, nel 2019, da piccola e minuta agonista, abile in difesa e dai piedi veloci, si è ritrovata ad esser alta 182 centimetri. In pochi mesi è cambiato tutto: quel tennis difensivo che era stato tanto incisivo nei tornei giovanili (ha vinto 4 Lemon Bowl consecutivi tra 2010 e 2013) non bastava più. Anzi, era dannoso. Matilde era appena diventata ‘la Muguruza d’Italia’, senza sapere come fare. La tecnica c’è sempre stata, grazie al maestro Andrea Grasselli, che per dieci anni ha allenato Paoletti diventando oggi il suo più grande consigliere; c’era bisogno di cambiare atteggiamento, diventando il più possibile aggressiva. “È ancora il mio grande obiettivo – racconta Matilde, classe 2003, subito dopo il primo successo in un main draw WTA al Parma Ladies Open -: comandare lo scambio, giocare in maniera offensiva, migliorare al servizio e in risposta. Questa vittoria contro la Lee è una grande gioia che arriva dopo due anni molto difficili”.

Matilde Paoletti - Foto Daniele Combi
Matilde Paoletti – Foto Daniele Combi

Nel 2021 era giunta una sospensione (provvisoria) per doping, annullata poco dopo perché l’ITF stabilì che Paoletti non aveva colpe (né negligenze) nell’assunzione della sostanza in questione (Clostebol). Un boccone comunque difficile da mandar giù, soprattutto per una ragazza così giovane. “Un primo infortunio mi ha poi lasciato ai box per sei mesi. Ho ricominciato a marzo, ma un problema alla caviglia mi ha bloccato per altri tre mesi. In questo periodo molto duro sono però cresciuta mentalmente, lavorando su tanti aspetti tennistici e non. Gioisco ancor di più oggi, per la mia prima vittoria in un main draw WTA, ripensando ai periodi bui. Sto trovando quella continuità che mi era sempre mancata e sento di aver raggiungo un buon livello”. Matilde è rientrata nel circuito, in maniera continuativa, nel mese di luglio di quest’anno: un’apparizione nel $60.000+H di Roma (Antico Tiro a Volo) e subito dopo il primo exploit nel WTA 250 di Palermo, dove ha superato le qualificazioni. In Svizzera, nel $25.000 di Verbier, è arrivato il primo titolo da professionista, seguito dalla semifinale nel WTA 125 di Bari. In poche settimane è entrata in Top-400, palesando tutte le proprie notevoli qualità. “Poter giocare tanti tornei in Italia è bellissimo – racconta ancora Matilde – e ringrazio la Federazione Italiana Tennis per le wild card che mi sta offrendo e che sono felice di onorare. Sto giocando bene, sono davvero contenta”.

Gioisco ancor di più oggi, per la mia prima vittoria in un main draw WTA, ripensando ai periodi bui

Matilde si allena al Centro Tecnico Federale di Formia sotto la guida del direttore tecnico Vittorio Magnelli e del maestro Giovanni Paolisso, che segue anche Eleonora Alvisi, infortunatasi dopo alcune belle prestazioni nelle Pre-qualificazioni degli Internazionali d’Italia. “Siamo un gruppo molto coeso. Oltre a me ed Eleonora ci sono in pianta stabile anche Francesca Pace e Federica Urgesi. Ci vogliamo bene e ci stimoliamo a vicenda, creando un ‘effetto traino’. Insieme a Giovanni sto lavorando su tanti aspetti. So di dover migliorare atleticamente, nonché nel servizio e nella risposta”. Dagli spalti di Parma Tathiana Garbin e Vittoria Magnelli, oltre a coach Paolisso, sono stati incessanti: ‘spingi, spingi, coraggio, coraggio’. “Lo so – sottolinea ancora Matilde – tutto il mio impegno è concentrato nel riuscire ad essere sempre aggressiva, se possibile chiudendo i punti a rete. Devo anche spostarmi maggiormente sul dritto e rischiare nel momento giusto. ‘Sbaglia, ma fallo nella maniera giusta’ mi ripetono sempre i miei allenatori. Spingere, spingere e ancora spingere”. Una sorta di mantra, che da qualche settimana sta iniziando a funzionare a dovere.

Francesca Pace, Tathiana Garbin, Federica Urgesi e Matilde Paoletti - Foto Nizegorodcew
Francesca Pace, Tathiana Garbin, Federica Urgesi e Matilde Paoletti – Foto Nizegorodcew
Tutto il mio impegno è concentrato nel riuscire ad essere sempre aggressiva

Da luglio a oggi Paoletti ha vinto 5 match su 7 al terzo set, a dimostrazione di una crescita fisica ma anche di personalità. “Sto migliorando. Ho imparato a resettare, a cancellare gli errori e a ripartire con coraggio e determinazione. Stare bene fisicamente mi aiuta a essere lucida”. Ne è convinto anche Vincenzo Izzo, altro tecnico del team di Formia. “Il terzo set sta diventando una specialità di Matilde – spiega -: è come se prendesse sempre più confidenza con il proprio tennis, con il suo ottimo timing, sino a diventare in campo sempre più forte”.

Gli ottimi risultati e le buonissime prestazioni di questi mesi hanno portato Paoletti a crescere, stavolta non in altezza bensì in consapevolezza. Oggi Matilde è una giocatrice sempre più forte, con obiettivi che viaggiano di conseguenza. “A inizio anno non avevo idea di come sarebbe andata la stagione, adesso proverò a inseguire un posto nelle qualificazioni degli Australian Open 2023”.

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