L’Ascesa di Riccardo Bellotti


(Riccardo Bellotti – Foto Nizegorodcew)
di Renato Lugarini (inviato a Siena)
Lo sguardo vispo e leggeremente spiritato di Riccardo Bellotti trasmette un misto di vitalità, determinazione e ingenuità, caratteristica rara nei tennisti già a vent’anni. I suoi gesti rapidi, a tratti impazienti, sembrano quelli di un cavallo di razza che scalpita per correre da protagonista. Lo distingui subito, Riccardo, mentre si muove con gli altri ragazzi del torneo, perchè l’insieme dei suoi attegiamenti mantiene una spontaneità che lo rende unico. La stessa spontaneità che ha permesso di trasformare, in totale naturalezza, una semplice dichiarazione post-match in una vera e propria intervista. Non appena decidiamo di sederci ai tavolini del Tc Siena, Riccardo parte in quinta, proprio come quando entra in campo col suo tennis, sempre proteso alla ricerca del colpo vincente. Parla volentieri dello splendido momento di forma che sta attraversando, dei successi appena raccolti nei futures di Innsbruck e Poertschach, di un’esplosione, come la definisce anche lui, tanto attesa quanto improvvisa. Lo fa nel suo italiano particolare e simpatico, quello di un ragazzo nato e cresciuto a Vienna da padre italiano e da madre ceca.
Allora Riccardo, c’eravamo lasciati un anno e mezzo fa, quando avevi appena cambiato cittadinanza tennistica e già ti proponevi come uno dei giovani azzurri più interessanti. Adesso stanno arrivando anche i risultati, cos’è successo?
“Per prima cosa ho fatto esperienza e adesso, finalmente, riesco a metterla in pratica. Giocavo bene anche prima, ma ci vuole un po’ di tempo per trasformare il gioco in risultati. Ho imparato molto facendomi le ossa nei tabelloni di qualificazione e proprio da un match di quali è partita la svolta. Mi riferisco alla partita con Junquera a Kitzbuhel, in cui ho giocato molto bene e mi sono ritrovato in vantaggio 61 32 40/30. Alla fine ho perso quel match, ma ne sono uscito molto più forte e consapevole dei miei mezzi”.
Infatti subito dopo è arrivata la prima vittoria in un future..
“Esatto, sono riuscito a vincere il mio primo torneo. Contro Flock non avevo nulla perdere, ho giocato il mio tennis, che può dare molto fastidio, ed è arrivata questa vittoria. E’ stata una gioia immensa, ripetuta due settimane dopo. D’altronde il primo successo ti sblocca anche a livello mentale”.
Passando al tuo gioco, ti alleni sempre a Vienna?
“Si, sono sempre a Vienna con i miei allenatori storici, Gunther Bresnik e Wolfgang Thiem”.
Il tuo è un tennis d’attacco, forse più da veloce, ma stai giocando bene anche sulla terra. Come state impostando il lavoro?
“Si, il mio è un tennis offensivo ma che riesco ad adattare alla terra perchè gioco bene anche in difesa. Con i miei allenatori stiamo lavorando sull’approccio a rete. D’altronde se riesco a giocare in avanzamento posso chiudere il punto prima, risparmiando tempo ed energie. Quindi penso mi convenga, no?” – e come dargli torto!”
Ti capita sempre di allenarti con Koubek?
“Lui per me è un mito. Ora gioca poco ed è preso da mille cose, ma senti questa. L’ultima volta che gli ho chiesto una maglietta mi ha sfidato con una scommessa: un match al meglio dei 5 set, con l’opportunità, in caso di vittoria, di andare a casa sua e scegliere direttamente cosa prendere. Ho vinto in tre set e alla fine gli ho svaligiato casa!”.
Dove giocherai dopo Siena?
“Andrò a Budapest e a Brusaporto, quindi chiederò la wild-card per il challenger di Napoli. Sempre a Napoli giocherò il future, poi la mia stagione potrebbe concludersi, anche per motivi economici. Spero di riuscire a trovare presto un supporto in tal senso. L’anno prossimo punto ai challenger”.
Obiettivi in classifica?
“Diciamo i primi 500, ma non c’è un obiettivo prestabilito. L’importante è alzarmi di livello. Vittorie e classifica verranno di conseguenza”.
Quali sono le armi che, secondo te, ti permetteranno di emergere?
“Ho bisogno di avere molte persone vicine che mi sostengano. Questo mi trasmette forza. Con i miei allenatori ho un legame molto stretto, che va avanti da 7 anni. Poi devo eliminare i momenti di black-out che mi capitano durante i match. Infine devo puntare sulla voglia di vincere e sul fatto di crederci, io per primo”.

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