Pietro Licciardi: “Che bella la prima vittoria challenger”

Pietro Licciardi

di Alessandro Nizegorodcew e Daniele Sforza

La prima vittoria challenger nell’ultimo torneo dell’anno. E’ la storia di Pietro Licciardi, classe 1994 di Ravenna, che al primo turno del torneo di Andria ha superato il rientrante Bubka 6-4 6-2. Un match solido, ben giocato soprattutto nel primo set quando l’ucraino era parso in grado di impensierire il tennista italiano. Mancino, buon diritto e discreta sensibilità, Licciardi è seguito da quasi tre anni dall’ex davisman Renzo Furlan ed occupa attualmente la posizione 640 Atp.

Ad Andria è giunta la tua prima vittoria a livello challenger. Quali sono le tue sensazioni?
“Sono davvero contento per il mio primo successo in un main draw di un challenger. Avevo provato varie volte quest’anno a giocare a questo livello ma, nonostante alcune buone prestazioni, erano giunte solamente sconfitte. Qui in Puglia devo dire di essere stato anche fortunato con il sorteggio: Bubka a tennis gioca davvero bene, ma è al rientro dopo anni di inattività e quindi non è particolarmente continuo. Sono stato bravo soprattutto all’inizio del match, quando Bubka stava giocando particolarmente bene.

Potremmo dividere il 2014 in due parti: una positiva, in cui hai conquistato un buon numero di punti, e una seconda parte negativa in termini di risultati più che di prestazioni.
“Si, è esatto. Nella seconda parte sono calato anche perché ho provato a giocare maggiormente a livello challenger uscendo sempre sconfitto all’esordio. Ma in termini di prestazioni posso essere soddisfatto. Però non nego che mi sarei aspettato una classifica ben diversa a fine anno. Mi sono messo probabilmente troppa pressione da solo e avevo cambiato i miei obiettivi”.

Sorge ora spontanea la domanda sugli obiettivi per il 2015 e su come preparerai la nuova stagione?
“Vorrei entrare tra i Top-300 Atp a fine 2015 così da poter giocare l’anno seguente le qualificazioni degli Slam. Prima di tutto però dovrò continuare a lavorare, lavorare e lavorare. Inizierà la preparazione invernale il primo dicembre e credo che mi allenerò a Tirrenia per almeno 8 settimane. La stagione 2015 dovrebbe cominciare nel circuito futures ma non ne abbiamo ancora parlato in maniera approfondita”.

Tornando al torneo di Andria, come ti trovi con il veloce indoor?
“Non è una superficie comune, è particolarmente veloce. Detto ciò, pensavo che avrei avuto maggiori difficoltà di adattamento. Anche la scorsa settimana, a Brescia, credo di aver disputato un buon incontro con lo svizzero Yann Marti. Renzo mi ha fatto capire che possa essere competitivo anche sul veloce indoor, a patto però di segire sempre determinate regole tecnico-tattiche”.

A proposito del tuo coach, come ti trovi con Renzo Furlan?
“Benissimo, sono ormai quasi 3 anni che lavoro con lui e sono soddisfatto. E’ il miglior tecnico che io abbia mai avuto, di una spanna superiore a tanti altri. Ringrazio la Federazione Italiana Tennis che, all’epoca, mi diede la possibilità di usufruire di questa grande chance, per di più full-time”.

Quali sono le differenza tra il circuito challenger e quello futures?
“Per quanto concerne ciò che ho provato sulla mia pelle, posso dire che la differenza non è tanto tecnico quanto piuttosto di mentalità e attitudine al match. Faccio un esempio: quest’anno a livello challenger ho avuto la possibilità di giocare contro Mate Delic. Eravamo 3-3 al terzo set e due palle break consecutive per me. Lui ha realizzato tre ace di fila vincendo poi il set 6-3. Non è un caso. Nei challenger i tennisti esperti hanno una attitudine maggiore ad alzare il proprio livello nei momenti importanti, rimanendo sempre saldi mentalmente”.

Un’ultima domanda: a differenza di quasi tutti i tuoi colleghi, stai provando a portare avanti contemporaneamente il tennis professionistico e una laurea in giurisprudenza. Quanto è difficile conciliare due impegni così importanti?
“Nella seconda parte dell’anno, un po’ come nel tennis, mi sono arenato. Però sono riuscito comunque a sostenere e passare due esami. Ho tentato anche con diritto privato, ma per un esame del genere bisogna avere a disposizione davvero tanto tempo. Sono però molto contento di aver preso la decisione di iscrivermi all’università. Adesso però, dopo Andria, credo che sia giunto il momento di un meritato riposo. Qualche giorno di vacanza con la mia fidanzata e poi si riparte”.

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