Ocleppo Jr di nuovo sotto i ferri: “Tsitsipas stava peggio di me. Spero solo di tornare a divertirmi”

Ho provato tanta frustrazione, non riuscivo più a divertirmi. Ora l’obiettivo è mettermi tutto alle spalle e tornare a fare ciò che più amo”. La sfortuna si è accanita su Julian Ocleppo, ma il ventiquattrenne azzurro non ha alcuna intenzione di mollare.

Numero 309 del mondo ad inizio 2020, il figlio di Gianni (numero 30 ATP nel 1979) si rivelò al mondo nel torneo di casa, il Masters 1000 di Monte Carlo, in cui nel 2019 batté Mischa Zverev 7-6(2) 7-6(4) al primo turno di qualificazioni. Protagonista di un’ottima carriera giovanile, Julian vanta in bacheca un titolo Futures di singolare e ben 12 trofei internazionali di doppio. Giocava bene, e prima dello scoppio della pandemia stava attraversando un buon periodo: “Arrivai in semifinale al Challenger 125 di Bengaluru, in India, a febbraio 2020, poi ancora in semi all’ITF $25.000 di Trento e, infine, la mattina dei quarti di finale dell’ITF $15.000 di Porec (Croazia, ndr), il circuito si fermò e parte del mondo entrò in lockdown”. Poi l’inizio del calvario: “Una volta ricominciati gli allenamenti mi feci male al polso sinistro e iniziai visite e consulti con medici, fisioterapisti ed esperti ma niente, il dolore non passava. Mentre il tennis ripartiva, ricordo che in quei giorni Lorenzo Sonego vinse i Campionati Italiani Assoluti a Todi, mi sottoposi a quattro infiltrazioni di PRP, i fattori di crescita. Inutili anche quelle. Fu inevitabile l’intervento chirurgico, ad ottobre dal Dott. Angel Ruiz Cotorro, il medico di Rafa Nadal che ha seguito anche la recente operazione alla mano di Matteo Berrettini”.

La stagione successiva non è andata affatto meglio: “Il piano prevedeva sei mesi di stop con la speranza di giocare il Masters 1000 di Monte Carlo ad aprile 2021. Ad aprile 2021, invece, fui costretto ad un secondo intervento, a Torino, che mi risolse finalmente il problema”.

La guarigione da un infortunio coincise per il povero Ocleppo Jr con la nascita di un nuovo malanno: “Appena rientrato, a giugno, bastarono un paio di tornei per capire che qualcosa non andasse. Mi dava fastidio il gomito destro, faticavo a servire. Ricordo un allenamento terribile con Filippo Baldi al Challenger di Todi: sentivamo entrambi dolore al gomito, soffrivamo e giocavamo i punti servendo dal basso. Andai avanti sino ad ottobre giocando sopra il dolore imbottendomi di antidolorifici ed antinfiammatori, poi mi limitai ad un allenamento a settimana, il giovedì, per essere un minimo in grado di disputare la Serie A la domenica, ma la maggior parte del tempo lo passavo a far terapie per sistemare il gomito”. La situazione era diventata insostenibile: “Stavo male. Gli antidolorifici mi rendevano il corpo insensibile, con i dottori finivo spesso per discutere perché nessuno mi sapeva concretamente aiutare”.

La possibile soluzione, poi, da parte di un collega: “Alle finali di Serie A a Cesena lo spagnolo Pedro Martinez mi ha consigliato di affidarmi al medico svizzero Frank Denzler. Quest’ultimo, guardando i miei esami strumentali, mi ha proposto subito l’intervento. Io, restio, ho provato un ciclo di quindici punture in venti giorni per tentare di giocare un torneo in Croazia, ma il giorno prima di partire non riuscivo neanche ad alzare il braccio”. La terza operazione era dietro l’angolo: “Lunedì 21 marzo 2022 ho trascorso la giornata in Svizzera con il Dott. Denzler. Dopo visite, prove di forza e test biomeccanici mi ha iniettato un anestetico per vedere come avrei reagito giocando a tennis. Mi ha accompagnato in campo e in effetti non avevo alcun problema a servire e a giocare tutti i colpi. Individuato così il male, dopo essermi confrontato con mio papà e con il mio amico Enrico Dalla Valle che è stato operato ad entrambe le anche, ho accettato di sottopormi al terzo intervento in meno di due anni”.

Giovedì 24 l’operazione di pulizia del gomito in anestesia totale: “In teoria i tempi di recupero sono di circa un mese. Spero davvero sia così. A novembre ho dovuto smettere di lavorare con Mauro Atencio, preparatore atletico a cui ero molto legato. Ogni volta che entravo in campo non mi divertivo, guardavo gli altri che si allenavano e preparavano tornei mentre io non potevo servire. Mi sono iscritto a tanti tornei, ma all’ultimo ero costretto a cancellarmi. Ho perso di vista anche il mio coach, Alessandro Motti. Pensavo sempre di aver trovato la soluzione ma la soluzione non arrivava mai. Esercizi e terapie diverse, stesso dolore. Addirittura ho scelto di non andare neanche un giorno al Challenger di Torino nonostante si disputasse nel mio circolo, La Stampa Sporting, perché vedere gli altri in campo mi avrebbe fatto impazzire”.

E adesso? “Il mio obiettivo principale è rimettermi fisicamente. Ho un mese per fare bene atletica, poi spero di riprendere la racchetta in mano. È impossibile parlare di risultati e classifica: voglio sentirmi in grado di giocare un torneo, mi voglio divertire”. L’ottimismo può scaturire da chi ha superato una situazione simile: “Il Dott. Denzler ha operato Novak Djokovic, Fernando Verdasco, Pablo Andujar e tanti altri. Nel suo studio ci sono maglie di Juan Martin Del Potro ma anche di calciatori come Robert Lewandowski e Manuel Neuer. Mi ha raccontato che Stefanos Tsitsipas dopo le ATP Finals 2021 aveva il gomito ridotto molto peggio del mio. Lo ha operato e a gennaio ha fatto semifinale agli Australian Open. Spero davvero di tornare presto in campo”.

 

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