Dopo il successo al Futures M25 di Manzanillo, Manuel Plunger si racconta ai microfoni di SpazioTennis, intervistato dal direttore Alessandro Nizegorodcew. Analizza non solo la sua prima vittoria a livello ITF, ma anche la vita al college, i suoi inizi e alcuni aneddoti dell’adolescenza vissuti insieme al numero 2 del mondo e quattro volte campione Slam, Jannik Sinner.
- IL TRIONFO A MANZANILLO
- L’AMICIZIA CON SINNER
- GLI INIZI E IL COLLEGE
- UN TENNISTA COMPLETO
- MISURARSI CON I MIGLIORI
- L’UNIVERSITÀ DI CLEMSON
- L’ULTIMA SFIDA CON SINNER
- I REGIONALI E LA LONTANANZA DA CASA
- LA CONTROFIGURA DI SINNER
- AMBIZIONI PER IL FUTURO
- LE EMOZIONI DI GIOCARE A ROMA
- COSA RAPPRESENTA SINNER PER L’ALTO ADIGE
IL TRIONFO A MANZANILLO
“Fino a quel torneo il mio risultato migliore in un future erano i quarti, ma sono andato a questo torneo e volevo vincerlo, non avevo dubbi di non poterlo vincere. Mi sentivo pronto per poter competere per il titolo. Fisicamente mi sentivo molto bene, nonostante le condizioni molto umide. Sono felice di come ho gestito mentalmente le partite.”
L’AMICIZIA CON SINNER
I due, quasi coetanei, provenendo dalla stessa regione, hanno avuto l’occasione di affrontarsi nei tornei giovanili.
“Ci conosciamo sin da quando siamo piccoli, lui è un anno più vecchio ma siamo stati insieme ai regionali. L’ho visto a Roma nel 2022, io mi stavo preparando per il match, abbiamo parlato per due secondi. Ho inoltre girato dei video per il suo sito perché abbiamo una capigliatura simile ed il giorno dopo ho avuto l’occasione di parlare con lui, scambiarci il numero ed è stato molto carino con me.”
GLI INIZI E IL COLLEGE
Plunger racconta l’avvicinamento al tennis, lo stop forzato, il calcio e il ritorno inatteso alla racchetta.
“Ho iniziato a giocare a 6 anni, ho giocato tanto fino a 16 anni, ma a causa di una malattia alla gola non ho giocato per 3 anni. Poi ho giocato a calcio in Promozione e un po’ dal nulla ho ricominciato a giocare benissimo a tennis e mi sono detto ci provo, sono arrivato fino al numero 1050. I college mi hanno contattato su Instagram, all’inizio ero diffidente, ma poi ho visto una nuova possibilità, nuovi coach ed ho scelto Clemson. All’inizio facevo fatica: scuola e orari erano tutto diverso, all’inizio non mi sentivo bene, ma da un 1-2 mesi mi sto trovando meglio e dal nulla è arrivato questo risultato.”
UN TENNISTA COMPLETO
L’azzurro si definisce un tennista completo e in crescita grazie al lavoro svolto al college di Clemson.
“Mi muovo abbastanza bene, rovescio e dritto sono equilibrati. Il mio colpo migliore è il servizio e sono migliorato a rete, grazie ai nuovi stimoli e alle informazioni dei coach ho trovato la chiave per migliorare il mio gioco.
MISURARSI CON I MIGLIORI
Terminata l’esperienza al college, l’obiettivo è chiaro: diventare professionista.
“Finisco quest’anno a Clemson, poi a gennaio gioco per il college ma dopo giocherò i futures e speriamo poi i Challenger. Voglio provare a fare il professionista”.
L’UNIVERSITÀ DI CLEMSON
Plunger spiega come le strutture dell’università di Clemson siano moderne e adatte a un atleta di alto livello sottolineando la possibilità di allenarsi e competere con giocatori molto forti, molti dotati di classifica ATP.
“Ogni settimana sei veramente finito, fisicamente, mentalmente e pensi mi serve quel giorno di pausa, ma allo stesso momento trovi nuovi amici, sei inserito in un gruppo. E’ una nuova esperienza e provo a viverla in più possibile”.
L’ULTIMA SFIDA CON SINNER
L’ultima sfida fra i due, ci racconta, risale a quando Sinner aveva 16 anni e Plunger 15. In quell’occasione Jannik vinse in due set, 4-2 4-1: “Per me è stato un risultato buonissimo”.
I REGIONALI E LA LONTANANZA DA CASA
Molti interessante l’aneddoto che ci racconta il giocatore di Partschins sulla sofferenza patita da lui e da Jannik nelllo stare lontani da casa durante le trasferte: “Tutti e tue facevamo una fatica pazzesca a stare via di casa, ma tutt’e due siamo riusciti a superare questa situazione”.
LA CONTROFIGURA DI SINNER
Plunger racconta l’episodio in cui ha fatto da controfigura al campione altoatesino: “È arrivata dal nulla: un videomaker mi ha scritto dall’Alto Adige per farmi fare la controfigura di Sinner. Abbiamo realizzato dei videoshot con una palla infuocata e mi ha dato una parrucca. I paparazzi hanno creduto che fossi Jannik: sono uscito e tutti mi hanno chiesto una foto”.
AMBIZIONI PER IL FUTURO
Consapevolezza e voglia di crescere restano i punti cardine: “Penso che questa vittoria mi abbia dato fiducia, ma sono cosciente che debba migliorare moltissimo e cerco di prendere quest’energia che mi ha dato questo torneo e metterla negli allenamenti. Cerco di migliorarmi il più possibile, guardo giorno per giorno e cerco di migliorarmi ogni giorno”.
LE EMOZIONI DI GIOCARE A ROMA
Nel 2022 ha assaporato l’emozione delle pre-qualificazioni agli Internazionali d’Italia: “I campi sono bellissimi, ho condiviso lo spogliatoio con Schwartzman, Tsitsipas ed avere il pass per condividere le sale con i giocatori famosi mi ha fatto sentir importante, ma la cosa più bella sarebbe giocare a Roma per il Master 1000″.
COSA RAPPRESENTA SINNER PER L’ALTO ADIGE
Infine, sottolinea il ruolo di Sinner nel boom del tennis altoatesino: “Grazie a Jannik c’è un boom del tennis in Alto Adige, tantissime persone s’interessano al tennis. Auguro il meglio a Jannik e spero che possa fare meglio di quest’anno ed anche di più e spero di avvicinarlo sempre di più nel ranking”.