Jasmine Paolini tra sogni, consapevolezza e maglia azzurra: “A 29 anni si può ancora migliorare”

Redazione
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Jasmine Paolini - US OPEN 2024Photo © Ray Giubilo

Nel media day di Shenzhen, Jasmine Paolini si gode l’affetto del pubblico cinese che la riconosce e la acclama. “Sai che qui ti chiamano ‘Boss’?“, le chiede un giornalista locale. Attorno a lei, sorridono complici Tathiana Garbin e Sara Errani, a conferma di un clima sereno, ma anche carico di aspettative. L’Italia si appresta a difendere il titolo conquistato lo scorso anno in Billie Jean King Cup, e la numero 8 del mondo è pronta a guidare la squadra azzurra.

Paolini, intervistata in esclusiva in Cina dal collega Lorenzo Ercoli per il Corriere dello Sport arriva a questo appuntamento dopo una stagione ricca di risultati, ma anche di cambiamenti. “Nel 2024 ho tenuto una continuità molto alta e non era facile ripetersi in questa stagione. L’obiettivo era provarci e crescere su alcuni aspetti che tuttora vanno migliorati“, ha raccontato. “Il 2025 finora è comunque positivo, anche se ho sofferto qualche alto e basso in più. A fine anno è la costanza a farti rendere“.

La toscana sa che a 29 anni può ancora alzare il proprio livello: “Djokovic, Nadal e Federer insegnano che si può migliorare sempre. Il margine più evidente è sul servizio, ma anche su altri aspetti, meglio non sbilanciarsi. In generale posso lavorare su tanti dettagli: tennis, fisico e mente“.

Al centro della sua evoluzione c’è anche il doppio, spesso oggetto di discussione. “Da quando lo gioco sono migliorata e mi è servito per arrivare dove sono. Ci sono settimane in cui perdi in singolare e poter andare avanti in doppio ti aiuta. Certo, fisicamente è più dispendioso, però mi diverto. Il prossimo anno andrà programmato bene, ma continueremo: io e Sara abbiamo degli obiettivi da raggiungere“.

Proprio il rapporto con Sara Errani, veterana e punto di riferimento, è sempre più solido. “Sara capisce questo gioco molto bene e in campo può sempre darmi una mano. Sto cercando anche un nuovo coach che possa aiutarmi, perché no, insieme a Sara. Per il finale di stagione mi sono organizzata con la Federazione, come fatto a New York, e ci sarà di nuovo Gaio. L’obiettivo è iniziare il 2026 con un team al completo“.

Sulla possibilità di ambire al numero 1 del mondo o a vincere uno Slam, Jasmine non si sbilancia: “Cerco di non pensarci. Mi concentro a tenere il livello alto, perché è quello che ti consente di cogliere le chance. Se sei continua, le occasioni arrivano. L’obiettivo è migliorarmi ogni giorno, senza pensare al ranking o altro“.

L’aspetto mentale, centrale nel tennis moderno, non è passato inosservato. “È una domanda tosta. Va trovato un equilibrio. So di vivere un sogno, ma ci sono momenti difficili e quest’anno ce ne sono stati. Quando mi sento così provo a ripetermi che ci sono cose ben peggiori, anche se non è facile. Giocare tanti tornei può essere un bene perché puoi ripartire, ma se le cose non vanno entri in una fase negativa. Servono persone importanti alle tue spalle e la consapevolezza che c’è altro nella vita. A volte, anche solo sdrammatizzare mi aiuta ad analizzare meglio il momento“.

Nel cuore di Shenzhen, Jasmine Paolini si prepara all’ennesima sfida, con il tricolore cucito sul petto e la consapevolezza di essere diventata una delle leader del tennis azzurro.

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