Guzzo racconta Quinzi e Travaglia…


(Emiliano Guzzo, presidente CR Marche, con Gianluigi Quinzi)

di Giacomo Bertolini (Intervista di Alessandro Nizegorodcew)

Le speranze azzurre Stefano Travaglia e Gianluigi Quinzi viste e raccontate attraverso le dichiarazioni, ai microfoni di Spazio Tennis, del Presidente del CR Marche Emiliano Guzzo. Dall’infortunio al rilancio di Travaglia, alle enormi potenzialità di Quinzi, Guzzo fa il punto sulla stagione dei due talenti marchigiani, particolarmente ispirati in questo finale di 2012 a livello Future.

Partendo da Travaglia, qual’è stato il problema che ha tenuto Stefano fuori dai campi da tennis per così tanto tempo?
“Sfortunatamente Stefano è stato coinvolto in un banale, ma allo stesso tempo pericolosissimo, incidente domestico che gli ha reciso i tendini e i muscoli del braccio destro, interrompendo a luglio un’ascesa che lo aveva già portato al numero 307 Atp grazie agli ottimi risultati ottenuti fino a quel momento nella passata stagione. Il taglio riportato in seguito a quell’incidente era così profondo che il 99% delle persone pensava addirittura che la sua carriera tennistica si sarebbe conclusa definitivamente proprio a causa di quel terribile infortunio. Tuttavia, una volta terminato il periodo di fisioterapia, ho incontrato nuovamente Stafano a Porto San Giorgio e vedendolo pieno di entusiasmo e forza di volontà, ma soprattutto asciutto fisicamente e rapido negli spostamenti, gli ho subito proposto di aiutarmi allenando i bambini usando solo il braccio sinistro, permettendogli così di riprendere il ritmo giusto sui campi da tennis”.

Com’è Stefano dal punto du vista umano? Dove ha trovato la forza per rimettersi in gioco?
“Dal punto di vista umano Stefano è un ragazzo che io ho sempre portato come esempio di grande determinazione e grinta ai miei giovani allievi, dal momento che lui ha sempre dovuto faticare per guadagnarsi un posto al sole, essendo il secondo della sua categoria (classe 1991) dietro a Melchiorre. E proprio grazie a questi continui stimoli, assieme alla vittoria dei Campionati Italiani Under 14, Travaglia è riuscito a correggere alcune pecche caratteriali che non gli permettevano di esprimersi al meglio in partita dove molto spesso commetteva errori impressionanti che lo portavano a perdere rapidamente i suoi incontri. Per quanto riguarda i numerosi guai fisici, dalla delicata operazione alle tonsille alla mononucleosi, fino all’ultimo gravissimo infortunio, paradossalmente reso ancora più grintoso e doppiamente motivato Stefano che già a 19 anni aveva trovato la forza per andare ad allenarsi in Argentina, dove non ha mai avuto problemi ad ambientarsi, imparando subito la lingua meglio di un argentino!”.

La ritrovata forma fisica e pesantezza di palla fanno ben sperare per il futuro. Cosa pensi a riguardo?
“Penso che Stefano esprima uno stile di gioco molto moderno grazie al suo servizio e dritto molto potenti, senza considerare il fatto che, essendo alto un metro e ottantasei, può godere di un’ottima fisicità e mobilità in campo. Se a questo si aggiunge poi il suo carattere vincente penso proprio che ha tutte le carte per continuare a giocare bene e farsi valere in futuro”.

Parlando adesso di Quinzi, come commenti la sua straordinaria continuità a livello Future che gli ha permesso di raggiungere ben 4 semifinali in 5 settimane?
“Penso che Quinzi abbia cominciato la sua crescita esponenziale in concomitanza dell’arrivo del coach Eduardo Medica. In dieci mesi, una volta superato il difficile momento dovuto alla mancanza di un allenatore che gli facesse da guida, Gianluigi ha cominciato a giocare e vincere tantissimo passando dal disputare le qualificazioni e passare un turno nei tornei Future, al giocare alla pari con i primi 500 della classifica Atp. Credo che su questo passo tra due mesi potrà competere seriamente con i primi 200-300 del ranking, anche se al momento dovrebbe fermarsi per due meritate settimane di riposo, se si considera che tra quali, tornei Junior e Coppa Davis, Quinzi ha disputato quest’anno oltre 70 match”.

Quanto e in cosa è migliorato Gianluigi dal punto di vista tecnico?
“Sicuramente i miglioramenti più grandi, anche se il lavoro di perfezionamento è ancora lungo, si sono registrati nel dritto che, a differenza del suo naturale rovescio piatto, è sempre stato il colpo in cui lui ha più faticato. Adesso invece conduce con ottima sicurezza il gioco con questo fondamentale, imprimendo anche delle rotazioni importanti con i piedi dentro il campo che mettono in grande difficoltà i suoi avversari. Un altro colpo che gli permetterà di crescere ulteriormente è poi sicuramente il servizio, visto che molte volte, complice anche la stanchezza, non riesce dopo aver brekkato l’avversario a chiudere subito i suoi match, cedendo a sua volte la battuta nei momenti più importanti.Non va dimenticato inoltre che Quinzi, visto il nome che porta, fa un lavoro doppio rispetto agli altri, essendo costretto ogni match a fare i conti anche con lo stress relativo alle grandi aspettative su di lui”.

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