ITF Chiasso, Dir. Mangiacavalli e Pres.ssa Ceracchini: “Il nostro team è il punto di forza”

Chiasso Matteo Mangiacavalli Anna Ceracchini
dall’inviato Michele Galoppini (@MikGaloppini)

Sono passate poche ore dalla fine dell’edizione 2016 del ChiassOpen, il torneo da $25.000 che si è tenuto sui campi in terra battuta del TC Chiasso, ma c’è ancora spazio per un’ultima intervista. Ai microfoni è il momento della presidentessa del circolo Anna Ceracchini (la prima a sinistra in foto) e del direttore del torneo Matteo Mangiacavalli-Clément (il primo a destra in foto), che grazie al loro immenso ed efficiente lavoro permettono al torneo ITF della cittadina svizzera di ottenere ottimi feedback da tutti i fronti. SpazioTennis chiude così l’avventura a Chiasso, con l’obiettivo di tornare anche nel 2017.

Innanzitutto, visto che siamo a pochi minuti dalla fine, che sensazioni si provano quando tutto finisce?
“Contrastanti. Innanzitutto si azzera tutta l’adrenalina ed esce tutta la stanchezza accumulata in queste lunghe giornate di lavoro. Poi arriva l’euforia, perché ci si rende conto che il torneo è andato bene e tutto è andato come ci si era augurato. Ed infine c’è anche la tristezza, perché si torna alla normalità e finisce questo mondo in cui siamo entrati per 10 giorni, dopo tanti lunghi mesi di preparazione. Ma in generale siamo davvero contenti per come è andata l’edizione di quest’anno, è andato tutto bene ed anche chi doveva ‘giudicarci’ lo ha fatto dandoci il massimo dei voti.”

Dieci giorni è la durata del torneo, ma in realtà tutta la preparazione immagino duri mesi. Quando si comincerà a lavorare per l’edizione dell’anno prossimo?
“Ora sicuramente è il momento di una meritata pausa (risata). Poi durante l’estate cominceremo a studiare la data per il prossimo anno, perché è sempre importante trovare una data che sia congeniale sia a livello di calendario, per la concorrenza con altri tornei, sia a livello del club, perché al TC Chiasso sono tante le iniziative e le manifestazioni ed anche noi dobbiamo ritagliarci il nostro spazio in un momento ottimale. Cominceremo dunque a lavorare su quello e vedere se si può aumentare il montepremi o restare ai $25.000. Avevamo già pensato quest’anno di aumentarlo, ma SwissTennis ci ha consigliato di restare sui $25.000 perché le giovani giocatrici svizzere al momento non sarebbero sufficientemente competitive per entrare in un $50.000, con eccezioni ovviamente. Vedremo, per ora è ottima cosa che possiamo organizzare un $25.000 di alto livello, piuttosto che, magari, organizzare un $50.000 con lacune.”

Se ne era già parlato nei giorni scorsi, ma uno degli step più complicati per questa edizione è stato quello di trovare sponsor, giusto?
“Quest’anno non è stato affatto facile. Nella nostra regione ci sono tante piccole aziende e non è semplice, anche con le difficoltà economiche degli ultimi anni, trovare qualcuno che voglia investire su di noi e sul tennis e fare da sponsor. Non è stato facile all’inizio ma ci abbiamo messo il massimo impegno per avere un quantitativo di sponsor simile a quello degli anni scorsi che ci permettesse di concretizzare al meglio tutte le nostre idee. Ci siamo affidati anche ad amici e a conoscenti, ma è normale in una realtà piccola come la nostra. La federazione svizzera, SwissTennis, dà una grossissima mano nell’organizzazione di questi eventi, ma ovviamente tante spese restano scoperte e non è immediato immaginare quanti siano i costi ulteriori al montepremi da garantire. Basti solo pensare ai 7 arbitri che abbiamo qui durante la settimana, che devono mangiare e dormire a nostre spese, ma questo è solo un esempio.”

Il vostro staff è davvero impeccabile, ma immagino che trovare delle persone così motivate, giovani ed in un periodo dove non ci sono vacanze da scuola non sia facile.
“Di solito facevamo il torneo durante la settimana di Pasqua, perché in Svizzera i ragazzi sono a casa da scuola per 10 giorni e quindi è facile trovare ragazzi che ci diano una mano. Quest’anno non c’era vacanza in questo periodo e tutto si è complicato ulteriormente. Siamo stati anche criticati per la scelta della data, ma abbiamo dimostrato di riuscire a farcela. Abbiamo deciso di provare a muoverci con le Università, dove abbiamo trovato diversi studenti appassionati di tennis che hanno voluto provare questa esperienza nel nostro staff, e dai feedback che ho ricevuto sono stati molto contenti di aver fatto parte della squadra, erano motivati e ci hanno dato una grossissima mano. È stato bello poter trovare anche nuove persone da fuori che ci aiutassero a tenere alto il nome del nostro torneo.”

Avete parlato dei feedback da parte dei nuovi membri del vostro staff. Invece quali sono stati i feedback ufficiali?
“Parliamo innanzitutto del rapporto sul torneo stilato dal supervisor, il rapporto ufficiale che poi viene inviato all’ITF. Il rapporto quest’anno è stato davvero positivo, come non lo era mai stato. È stato apprezzato al massimo il lavoro sui campi: avevamo un team di 12 persone che costantemente ed ogni giorno erano pronte ad intervenire in caso di evenienza, e questo non è banale per un ITF da $25.000, ed abbiamo ricevuto i complimenti anche dalla Federazione. C’erano sempre 4 o 5 persone dedicate per ogni campo, pronte a passare la stuoia, pulire le righe, coprire eventuali buche, bagnare il capo, portare l’acqua o la banana alla giocatrice. Inoltre, due persone fisse si trovavano al desk, dalla mattina alle 8 fino alla sera, a svolgere un compito non semplice a diretto contatto con le giocatrici, che hanno mille necessità ed a volte cercano pure di imbrogliarti con le prenotazioni dei campi. E dopo di loro anche tutte le altre persone, sperando di non dimenticare nessuno. Ad esempio le 3 persone costantemente a disposizione per la transportation, che portavano avanti-indietro le giocatrici agli hotel, ma anche in lavanderia o al supermercato se serviva. Siamo molto pignoli ed attenti ai dettagli, anche alle divise dello staff: l’ITF stesso ha voluto assicurarsi che lo staff fosse ben riconoscibile, perché in tanti tornei le giocatrici non sanno a chi possono rivolgersi. Comunque tutti, davvero tutti hanno lavorato con la massima serenità, con la soddisfazione di far parte di un bel team, divertendosi.”

E le giocatrici cosa dicono invece?
“Questo è uno degli aspetti per noi più importanti, quello di vedere le giocatrici che si trovano bene. Il nostro obiettivo è cercare il più possibile di farle sentire a casa loro e quindi cerchiamo, nel limite del possibile, di fornire dei servizi che permettono loro di sentirsi bene e di aver piacere ad essere qui anche al di fuori del campo. Al di là delle partite che fanno, noi cerchiamo di dare qualcosa in più per farle stare bene, serene, tranquille e far loro apprezzare quello che possiamo offrire. Anche qualche piccolo dettaglio è indispensabile, come una scatola di cioccolatini svizzeri o il massaggio che da noi è gratis. È bello ricevere da parte loro messaggi sul cellulare o via facebook, o vedere che quando vanno via ringraziano personalmente una persona alla volta. Il semplice complimento o un ‘non vedo l’ora di ritornare’ è sempre bello da sentire. Possiamo dirvi che Reka-Luca Jani mi aveva mandato un messaggio prima che il torneo cominciasse, assicurandoci che sarebbe tornata molto volentieri, e che dopo che ha perso è venuta a salutarci molto dispiaciuta, facendoci capire quanto si riescano a creare anche legami personali con queste ragazze. Alla fine ognuna di loro, oltre al nome ed alla classifica, ha una storia da raccontare che è bello poter scoprire e condividere con lei. Chiasso è una piccola realtà, ma alla fine le giocatrici, e non solo, ci dimostrano che anche noi a nostro modo siamo grandi.”

Qual è il vostro punto di forza?
“Questo team compatto e coeso è uno dei nostri punti di forza. È da lì che noi riusciamo a costruire il tutto. Non ci sono gerarchie definite ed ognuno si presta a fare qualsiasi cosa. Ovviamente ci sono dei compiti ben precisi, ma ognuno dimostra tanta flessibilità e disponibilità a fare un lavoro più efficiente possibile. Quando c’è fiducia e tutti capiscono al volo cosa è necessario ed importante fare, non c’è nemmeno bisogno di grandi riunioni per oliare il meccanismo. E sono stati bravissimi anche a gestire i tempi morti: stare sempre al desk o in attesa che finiscano i match con una stuoia in mano non è mai facile, ma tutti sono sempre stati prontissimi. Grazie al nostro staff possiamo sempre ricevere tutti i complimenti che riceviamo, che ci permettono di andare avanti, cercando di introdurre novità pur confermando sempre un livello minimo molto alto.”

Volete aggiungere qualcosa di cui non abbiamo ancora parlato?
“Un commento generale: è andato tutto liscio (risata). Il tempo è stato bello se si escludono alcuni momenti, le partite sono spesso state interessanti, in finale c’erano tante persone ad assistere e siamo davvero soddisfatti. E poi siamo molto contenti che ci sia stato SpazioTennis con noi, che non solo ha raccontato il nostro torneo ma ci ha anche aiutato a raccogliere le parole delle ragazze che hanno giocato, che sono sempre ottimo materiale per noi per migliorarci.”

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