ITF Solarino: i dietro le quinte e la vittoria di Alice Matteucci


Sul campo centrale dello Zaeira Tennis resort di Solarino, la 21enne Alice Matteucci ha superato la belga Klaartje Liebens col punteggio di 6-3 7-6(1), aggiudicandosi la finalissima della TopSpin Energy Cup, ultimo dei 3 Tornei Itf femminili da $10.000 che si sono disputati nel mese di novembre nella piccola località in provincia di Siracusa.
Abbiamo fatto una piacevole chiacchierata col direttore del torneo Renato Morabito, Maestro Nazionale FIT, Manager Sportivo CONI e Dirigente di 2° grado FIT, nonchè responsabile dalla Leonardo tennis academy di Catania, associazione che gestisce anche l’impianto di Solarino: “Mi sono imbarcato già lo scorso anno nell’organizzazione di questo evento, d’altronde ritenevo inammissibile che dopo la cancellazione del torneo WTA di Palermo, da anni non vi fossero tornei femminili di livello nel sud Italia. Già a marzo 2015 siamo partiti qui a Solarino con 4 Itf consecutivi, che hanno visto trionfare giocatrici del calibro di Irina Ramialson, Dalma Galfi, Gioia Barbieri e Cristiana Ferrando [quest’ultima ha appena raggiunto la finale di un Itf in Grecia], oltre ad aver avuto tante tenniste di valore al via, tra cui mi fa piacere segnalare Natalia Vajdova figlia minore del coach di Djokovic, Marjan Vajda”.
Morabito è un fiume in piena: “Quest’anno il livello di gioco si è alzato ulteriormente, prova ne sono i successi delle emergenti Dalila Spiteri e Ludmilla Samsonova nei tornei delle 2 settimane passate. Le tenniste, oltre ad apprezzare l’ospitalità del resort ed una formula che gli permette di ottimizzare le spese di viaggio, hanno dimostrato di gradire la nuova superficie in sintetico [fino all’anno scorso i campi erano in cemento] che consente di riprendere il gioco in tempi brevissimi anche in giornate uggiose come quelle di quest’ultima settimana”. Quando si parla di progetti per il futuro a Morabito brillano gli occhi: “Nel 2017 costruiremo certamente un quinto campo e installeremo l’impianto per mandare le partite in streaming: oltre ai confermatissimi appuntamenti di novembre, proveremo a organizzare altri due Itf femminili col montepremi innalzato a $15.000, poiché i $10.000 scompariranno come ha previsto l’ITF, già a marzo, con a seguire la chicca di una prova del Seniors Tour Itf [categoria dove proprio Morabito vanta un best ranking di n. 32 Over 45, ottenuto a giugno 2013]”.
Colonna portante dello staff di Morabito è il gestore dei Campi della Leonardo Academy, nonché maestro del Tennis Club Tommy, Federico Desi. Federico, 33 anni, oltre all’attività di scuola tennis e a quella agonistica (da 3 anni di fila raggiunge la finale del master di doppio di 3a categoria, con una vittoria in bacheca) è colui che in queste settimane si è occupato delle racchette delle tenniste: “Incordo da quando avevo 19 anni e da qualche anno mi dedico anche alla customizzazione delle racchette, a gennaio dovrei anche completare il percorso per diventare Tutor Irsa per la Sicilia”. Da due anni Desi è presenza fissa anche al Challenger di Caltanissetta, torneo che nel 2016 ha ricevuto 5 stelle alla voce “incordatura” dal supervisor Carmelo Di Dio: “Onestamente c’è una bella differenza tra incordare qui e a Caltanissetta: capita spesso che le ragazze chiedano consigli sul setup da scegliere e i tempi sono un po’ più dilatati, data la minore frequenza di rotture. Inoltre le tenniste sanno anche gratificarti di più quando fai un buon lavoro: qui l’anno scorso Claudia Giovine, peraltro al termine di una partita persa, mi ringraziò a lungo per averle incordato in un batter d’occhio, dopo che aveva rotto 3 volte di fila, e aveva dovuto giocare qualche scampolo di match con una racchetta prestata”. Desi prosegue: “Le cinque stelle di Caltanissetta mi fanno un immenso piacere, vuol dire che i giocatori si dono dimostrati molto soddisfatti, ma certamente in campo maschile è impensabile ricevere contestualmente un grazie dagli atleti: nel 99% dei casi loro sanno già cosa vogliono e il tuo compito è quello di eseguire senza sbavature e nel minor tempo possibile, così ti accorgi di aver fatto un buon lavoro solo quando non ricevi lamentele”. Si sprecano gli episodi curiosi: “Sudavo freddo lo scorso anno, mentre incordavo 12 racchette con 3 tensioni differenti di fronte al vulcanico Victor Hanescu, mentre quest’anno mi sono ritrovato a incordare i 18 telai di un Alejandro González in crisi, con 18 setup differenti”.

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