Junior Radar (20) – A Caserta brillano Kasatkina e Soylu

Soylu ITF Caserta
di Luca Brancher

Mentre a Parigi hanno avuto luogo le qualificazioni, che hanno bocciato lo spesso positivo Hyeon Chung ed hanno promosso al tabellone principale Elias Ymer, il resto del circuito ha concesso svariate occasioni ai giocatori più giovani, tra cui spicca la russa Daria Kasatkina, al secondo titolo stagionale, ma anche la turca Ipek Soylu, che l’ha impegnata nell’atto finale del torneo di Caserta. Poco da segnalare, nonostante la massiccia presenza, tra i giocatori che seguiamo costantemente, mentre tra gli altri si annoverano un titolo in campo maschile e tre in campo femminile.

MASCHILE

Hyeon Chung – Arrivato all’ultimo momento a Parigi, dopo la fortunata campagna challenger in casa, il ragazzo di Suwon non ha in alcun modo dato lustro alla prima testa di serie che il balzo in classifica di queste ultime settimane gli aveva garantito per le qualificazioni al Roland Garros. Infatti, contro lo statunitense e coetaneo Jared Donaldson, non ha posto alcuna resistenza, finendo velocemente sconfitto per 6-0 6-1, punteggio che evidenzia quanto la partita non sia mai realmente cominciata.

Andrej Rublëv – Dopo Delray Beach, Miami, Barcelona e Istanbul, anche a Ginevra la giovane promessa russa riesce a vincere un incontro in un main draw del circuito maggiore. A cadere sotto le sue armi sempre più pericolose il finlandese Jarkko Nieminen, che ad Andrej rende ben 16 anni sulla carta d’identità. Incontro molto tirato, chiuso solo al tie break della terza frazione, che spiega una volta di più le grandi qualità del tennista moscovita. Al turno successivo non è stato in grado di sfruttare un match point contro Marin Cilic, sul 6-5 del tie break dopo aver vinto la prima frazione per 6-4, ma non sfruttata la chance, di lì a poco sarebbe giunta la sconfitta, sotto forma di un netto 6-1.

Stefan Kozlov– Dopo le due finali, un piccolo passo indietro per la nuova “eterna” speranza statunitense, che ha subito una nuova sconfitta che potrebbe lasciare qualche retaggio in una testa che sta faticando a somatizzare le spasmodiche attese del popolo statunitense. Impegnato nuovamente in Messico, a Cordoba (15.000 $), il nativo di Skopje non ha sudato troppe camice per raggiungere la semifinale, dove doveva affrontare quel Darian King che solo 15 giorni prima gli aveva tolto la gioia del primo titolo ITF. L’incontro sembrava ricalcare l’andamento del precedente, con la partenza lenta di Stefan che veniva breakkato nel gioco d’apertura e cedeva conseguentemente la frazione per 6-4: ma come a Orange Park, il ritorno di Kozlov si concretizzava già all’inizio del secondo parziale, dove trovava il break che, nonostante varie vicissitudini, riusciva a garantirgli quel vantaggio utile per concludere 6-3 il set e pareggiare così i conti. Si andava alla partita decisiva, dove l’inerzia sembrava essere tutta dalla parte di Kozlov, che prendeva nuovamente un break di vantaggio, ma, trovatosi a servire avanti 4-3, viveva uno dei suoi blackout che lo portavano, di lì a qualche minuto, a lasciare strada per la finale al barbadiano King, che ad un certo punto sembrava rassegnato al destino avverso.

Reilly Opelka – Più avanti in questo articolo scopriremo che molti americani, in Spagna, in questi giorni hanno trovato “l’America”, ma di certo non di questo avviso è il tennista del Michigan, che a Vic (10.000 $) si è dovuto arrendere dopo appena cinque giochi del primo turno che lo vedeva opposto al giapponese Takashi Saito a causa di un infortunio.

Kamil Majchrzak – Il diciannovenne di Piotrkow ha provato a dare seguito al titolo vinto il mese scorso in Spagna, ma impegnato a Bucharest, dove era stato organizzato il terzo future rumeno del 2015, Kamil, dopo aver sconfitto l’azzurro Filippo Leonardi, ha pagato dazio contro il locale Dragos Dima, che ha avuto vita facile, nonostante le premesse, come si evince dall’eloquente risultato di 6-1 6-3.

Christian Garin – Si fa un gran discutere attorno ai giovani giocatori che nell’ultimo periodo stanno mettendosi in evidenza: tra questi di certo non c’è il 1996 cileno, che settimana dopo settimana sta facendo emergere tutte le fatiche che il passaggio ad una dimensione di giocatore più vicina a quella che molti avevano vaticinato per lui richiedono. Al primo appuntamento Slam in carriera, Christian affrontava l’esperto iberico Daniel Munoz-de La Nava, che se ne è liberato col punteggio di 6-2 7-6 come le ultime esperienze dei due lasciavano intendere, con la strada verso il Roland Garros del giocatore spagnolo conclusasi al turno successivo.

Frances Tiafoe – Il torneo scelto dal giovane americano come avvicinamento al Roland Garros è stato quello di Nizza, dove per ragioni di classifica si è dovuto iscrivere alle qualificazioni. Qui, forte della quinta testa di serie, ha evitato un primo turno e superato al secondo il russo Danill Medvedev in maniera abbastanza inequivocabile (6-3 6-2): al turno dopo, che risultava anche essere quello decisivo per l’accesso nel main draw, Frances ha pagato di fronte all’esperienza di Ruben Bemelmans, ma a causa di alcuni ritiri è riuscito ad accedere ugualmente al tabellone principale, dove ha ingaggiato una bella lotta contro l’australiano James Duckworth, persa alla terza frazione per 2-6.

Omar Jasika – Ritorna, dopo alcuni mesi, nel circuito ITF il giovane oceanico, che non ha però entusiasmato, dal momento che dopo aver superato il primo turno del torneo di Daegu (Korea F1, 15.000$) contro il locale Min Gyeom Kim, non ha dato credito alla quinta testa di serie che rappresentava, venendo sconfitto dall’altrettanto giovane Soon Woo Kwon, in tre tiratissimi set (6-7 7-6 6-4).

Andrey Rublev

FEMMINILE

Jelena Ostapenko – Si concludono immediatamente le prime qualificazioni Slam da pro’ per la giovane giocatrice lettone, che impegnata sui campi del Roland Garros non ha dato seguito al primo set vinto prima di cadere al cospetto dell’esperta russa Vera Dushevina, che ha colto un successo sicuramente insperato alla vigilia. 4-6 6-3 6-3 il risultato per gli archivi, che nega la prima gioia alla Ostapenko, che siamo certi non aspetterà molto per cancellare questo brutto precedente.

Darija Kasatkina – Quarto titolo in carriera, terzo 25.000$ e secondo nel 2015, per la russa classe 1997 che, non ancora in possesso di un ranking che le avrebbe garantito di prendere parte alle qualificazioni del Roland Garros, si prende il lusso di aggiudicarsi il titolo a Caserta, torneo tornato a questo livello dopo essere sceso a 10.000$. La russa era tra le logiche favorite della manifestazione, ed infatti i suoi primi tre turni sono stati sbrigati con apparente facilità – soltanto contro l’elvetica Conny Perrin ha penato qualcosa nel secondo parziale – ma arrivata in semifnale ha dovuto fare ricorso a tutte le sue qualità per avere ragione della detentrice del titolo, la bulgara Isabella Shinikova, che si è arresa soltanto al decimo gioco del terzo parziale. In finale la russa si è trovato di fronte una giocatrice di cui già vi abbiamo parlato e di cui vi parleremo più diffusamente avanti, ovvero la turca Ipek Soylu, contro cui la ragazza di Togliatti aveva subito una pesante sconfitta ad Osprey, il mese scorso. La turca, in quest’occasione, non ha gestito un vantaggio di un break lungo tutto il corso del primo set, prima di venire raggiunga e sconfitta al tie break per 7 punti a 4, soluzione che ha incanalato l’intero incontro in favore di Kasatkina, che è salita in cattedra vincendo il secondo per 6-1 e prendendosi così un titolo in fondo meritato.

Marie Bouzkova – Quarta sconfitta consecutiva per la tennista di Praga, che, emigrata in Asia alla ricerca di punti, ha subito un inatteso stop nel primo turno del main draw a Wuhan (50.000$) per mano della statunitense Alexa Guarachi, che si è aggiudicata la contesa per 7-5 6-1.

Anhelina Kalinina – Disco rosso nel primo turno delle qualificazioni per la giocatrice ucraina, che non sta ripetendo in Europa le gesta registrate in Nord-America. A Norimberga (Wta International) è stata l’esperta ceca Renata Voracova a stopparla anzitempo, al termine di due parziali in controtendenza, il primo piuttosto a senso unico (6-2), il secondo sul filo di lana (8-6 il punteggio del tie break)

Jasmine Paolini – Giusta wild-card per la giocatrice lucchese nel torneo ITF di Caserta (25.000$), dove ha mostrato le sue qualità nel turno inaugurale in cui ha regolato per 6-0 6-4 la seconda testa di serie, numero 231 della graduatoria WTA, Ana Vrljic. Purtroppo nell’incontro successivo è stata la rumena Alexandra Cadantu ad interrompere la sua corsa nella competizione, con il punteggio di 7-5 6-4, risultato che ben evidenzia la lotta vista in campo nel corso dei due parziali.

Elizaveta Kulichkova – Non è riuscita a qualificarsi per il primo Slam in carriera la giovane siberiana, nonostante la settima di testa di serie di cui era stata insignita nelle qualificazioni del Roland Garros lasciasse aperto qualche spiraglio in merito. Dopo essersi liberata della cinese Xu Yi-Fan, doppio 6-2, Elizaveta ha retto l’urto della britannica Johanna Konta soltanto per un set, perso al tie break per 7-1, prima del 6-3 della seconda frazione che spianava la strada verso la qualificazione alla nativa australiana.

Oceane Dodin – Nelle ore del suo esordio al Roland Garros, dove è stata accreditata di una wild card dalla sua federazione dopo la bella prestazione australiana, Oceane arriva con ancora vivo il disagio di non essere stata mai capace di aggiudicarsi un incontro professionistico sulla terra battuta. Vero che le sue esperienze su questa superficie si contano sulle dita di una mano, ma la nativa di Lille a Strasburgo (Wta International) ha avuto ben due occasioni per rompere questo taboo. Nelle qualificazioni, dopo essere stata esentata dal giocare il primo turno, ha incrociato la racchetta con la rappresentante di Taipei Su-Wei Hsieh, con cui ha ingaggiato una battaglia non entusiasmante conclusasi con un periodico 7-5 in favore di quest’ultima. Ripescata per il ritiro di Julia Goerges, Oceane ha innalzato il suo livello per fronteggiare la sesta di serie, nonché trentatreesima giocatrice della graduatoria mondiale, Coco Vandeweghe, contro la quale però non ha sfruttato un vantaggio di 4-1 nel primo set e di 3-1 nel secondo, andando incontro ad un nuovo rovescio, maturato col punteggio di 7-6 7-5.

Francoise Abanda – E’ iniziata la stagione europea per l’eroina mancata di Fed Cup del Canada: la prima tappa è stata l’Alsazia, in quella Strasburgo che da decenni funge da rodaggio ideale in vista del Roland Garros. Purtroppo il warming up sulla terra rossa per Francoise è durato lo spazio di due set, persi entrambi per 6-3, nel primo turno di qualificazione contro la polacca Katarzyna Piter: al danno, poi, si è aggiunta la beffa, dal momento che la ragazza di Montreal non è riuscita ad entrare nel tabellone di qualificazione del secondo Slam dell’anno, causa un cut off davvero basso.

Naomi Osaka – Al rientro dopo due settimane successive alla bella prestazione di Gifu, la promettente tennista giapponese è stata “bruciata” in uno di quegli incontri che ben rendono l’idea del perché il tennis viene visto come lo sport del Diavolo. Dopo aver regolato nei primi due turni del torneo da 50.000 di Seoul le due tenniste locali Sung-Hee Han e Seung-Yeon Hong, nei quarti di finale si trovava di fronte l’ennesima tennista koreana, accreditata della settima testa di serie, Su Jeong Jang. Dopo due set comandati, sebbene con qualche rischio, Naomi si trovava a fronteggiare tre match-point consecutivi in proprio favore sul punteggio di 6-3 5-4 e 0-40 sul servizio avversario: la fine sembrava vicina, ma non sfruttata la favorevole occasione, come spesso capita, la partita cambiava, con una Jang che diventava improvvisamente più sicura ed intraprendente, tanto che volava sul 5-0 nel tie-break, chiuso per 7-4. Come l’inerzia avrebbe suggerito, il terzo set è stato favorevole alla Jang, che ha archiviato la pratica con il 6-2 finale che ha sancito la conclusione anticipato del torneo per una Osaka fino a quel momento vista in grande forma.

Oceane Dodin

FUORI RADAR

Non una delle settimane più ricche di questa stagione, ma c’è qualcosa da segnalare anche tra quei tennisti che non seguiamo passo dopo passo. Andiamo a vedere nel dettaglio.

Maschile

Il migliore

La Romania è decisamente terra foriera di successi per il kazako Dmitry Popko (1996), che dopo le due finali ottenute a Galati, centra il primo titolo in carriera a Bucharest, mettendo bene in chiaro come sia la terra battuta la superficie in cui meglio esprime il suo potenziale. Interessante notare come nel corso della settimana nella capitale rumena, Dmitry abbia sconfitto giocatori di sicuro valore, come l’austriaco Michael Linzer oppure il cileno Juan Carlos Saez, a cui ha peraltro recuperato un set di svantaggio. In semifinale è stata la volta del siciliano Claudio Fortuna, che ha retto un solo set (6-4 6-0), mentre nell’atto conclusivo ha impedito, col punteggio di 6-4 7-6, che Victor Crivoi ottenesse il successo ITF numero 25 in carriera, che sarebbe stato il nuovo primato assoluto.

Roland Garros Qualificazioni – Grande Slam (terra, outdoor)

Non sfigura assolutamente sulla terra europea il ragazzo del Rhode Island Jared Donaldson (1996), che presentatosi per la prima volta a Bois de Boulogne è arrivato ad un passo dal timbrare il passaggio al main draw, fermato soltanto da un Nikoloz Basilashvili in particolare forma, vincitore di un incontro di altissimo livello, finito 6-2 4-6 6-2, che non avrebbe sfigurato se si fosse trattato di un match del “piano di sopra”. Fino a quel punto la missione parigina di Jared era stata impeccabile, come emerge dai soli tre giochi ceduti a due tennisti provenienti dall’Asia, il già citato Hyeon Chung e l’indiano Ramkumar Ramanathan.

Argentina F6 – 10.000 $ (terra, outdoor)

Era nell’aria che Franco Emanuel Egea (1996) prima o poi piazzasse un acuto in grado di permettergli di entrare nella lista dei “fuori radar”, e questo è accaduto a Villa del Dique, dove è andato di scena il sesto future argentino dell’anno. Finalmente esentato dalle qualificazioni, grazie ad una wild card, Franco ha sudato le proverbiali sette camicie, o sarebbe meglio dire nove, come i set che gli sono stati necessari per sconfiggere gli avversari fino ai quarti di finale, curiosamente tutti con lo stesso schema: vinto il primo, perso il secondo ed infine aggiudicatosi il decisivo. In questa maniera sono caduti sotto i suoi colpi l’uruguaiano Santiago Maresca ed i connazionali Mariano Kestelboim e Alan Kohen. In semifinale non ha invero sfigurato contro il futuro vincitore Juan Ignacio Galarza, che l’ha spuntata con un doppio 6-4.

Egitto F19 – 10.000 $ (cemento, outdoor)

Si ferma a 8 la striscia di vittorie consecutive del giovane cipriota Petros Chrysochos(1996), già protagonista di questa rubrica, che dopo aver ceduto 7 giochi nei primi tre turni del future numero 19 di Sharm El Sheikh (contro Van Orderlain, Dankl e Diallo), viene sconfitto un po’ a sorpresa dal tennista di casa Karim-Mohamed Maamoun, in un incontro in cui Petros ha faticato molto al servizio e non ha sfruttato un vantaggio di un break nella prima frazione, conclusa per 7-5 ed ideale preludio al 6-4 del parziale successivo, sempre in favore dell’egiziano.

Spagna F14 – 10.000 $ (terra, outdoor)

Come già avevamo annunciato in precedenza, la terra iberica fa bene ai tennisti made in USA, e dopo il successo di Tommy Paul (1997) la scorsa settimana, questa volta ad accompagnarlo verso le fasi conclusivi del torneo di di Vic è stato Alex Rybakov (1997). Differentemente dalla scorsa settimana, però, non c’è stato alcun derby in semifinale, ma a questo livello il match è risultato fatale ad entrambi. Rybakov, che dopo aver perso per 6-0 la prima frazione della settimana contro il coetaneo Pedro Martinez Portero, aveva regolato ostici avversari come Jose Checa-Calvo (6-2 6-3) e Alexis Musialek (7-6 6-2), ha subito un netto rovescio operato dal britannico Alexander Ward (periodico 6-1); mentre Paul, che dopo aver sconfitto Gerard Granollers-Pujol per 6-3 6-1 sembrava aver assunto le forme del grande favorito, non ha retto la regolarità del transalpino Maxime Chazal, che lo ha liquidato in due frazioni controcorrente (7-5 6-1).

India F5 – 10.000 $ (cemento, outdoor)

Prima semifinale in carriera per Ronit Singh Bisht (1996) nel torneo di Mandya, dove si è guadagnato l’accesso a tale livello grazie alla vittoria al fotofinish, ovvero al tie break del terzo, contro il connazionale Sidhart Rawat: al turno successivo non gli è riuscito il medesimo scalpo, ed ha dovuto pagare dazio di fronte al più noto Karunuday Singh, sempre con la stessa soluzione, per 7-5 al tie break conclusivo.

Korea F1 – 15.000 $ – (cemento outdoor)

A Daegu potrebbe avere avuto una parziale svolta la stagione, fin qui più che negativa, di Blake Mott (1996). Il nativo di Caringbah ha infatti colto una semifinale molto importante, sia a livello di punti che di morale, dal momento che mai aveva vinto più di una partita di fila negli ultimi 7 mesi. Sotto i suoi colpi sono caduti lo statunitense Hocwalt (7-6 7-6), il koreano Cheong-Eui Kim (6-2 6-2) e il neozelandese Jose Statham (6-2 7-5), mentre poco ha potuto contro un altro giocatore nordamericano, Daniel Nguyen, che lo ha liquidato per 6-2 6-3.

Messico F4 – 15.000 $ (cemento, outdoor)

Nel torneo in cui era impegnato Stefan Kozlov, si rivede a certi livelli anche il californiano Ernesto Escobedo (1996), che avrebbe appunto incontrato il più noto connazionale in finale, se questi non avesse ceduto di schianto nel finale a Darian King, risultato poi essere il suo effettivo avversario. Ernesto si presentava in finale senza aver ceduto il servizio e forte di una prestazione in semifinale molto positiva contro quell’Ivan Endara dato in grandissima forma: in un incontro in cui non si sono mai concretizzati break – e le rare palle break erano state a disposizione dell’americano – Escobedo l’aveva spuntata per 7-3 al tie break decisivo, mettendo a segno la bellezza di 22 aces. In finale, contro un King che aveva sempre faticato nel corso della settimana, era lecito aspettarsi faville, soprattutto con dritto e servizio, i due colpi con cui Ernesto si prepara il campo. Chi avesse assistito all’incontro, però, sarà rimasto deluso, dal momento che lo statunitense, trovatosi avanti per 4-2 e servizio, ha perso la battuta per ben tre volte consecutive, consentendo così a King di aggiudicarsi la prima frazione col punteggio di 7-5. Nella seconda partita era Escobedo nuovamente a portarsi avanti sul 3-0, e questa volta l’illusione che il parziale potesse facilmente diventare a stelle e strisce durava qualcosa in più, ma sul 5-3, a 15, il barbadiano coglieva un nuovo break che sembrava proiettarlo verso la vittoria, dal momento che un Ernesto scoraggiato scivolava facilmente sul 5-5 0-30: quando ormai la campana sembrava suonata, ecco un parziale di 8 punti consecutivi che equilibrava le parti in campo. Nel terzo parziale i servizi sembravano farla da padrone, anche se col passare dei minuti il più incisivo in questo fondamentale era King, che infatti al nono gioco trovava il break, a 0, che gli dava la possibilità di servire per il titolo, a cui giungeva nonostante una palla break avuta a disposizione dallo statunitense. Per Escobedo era la terza finale in carriera a livello ITF, ma l’operazione titolo è ancora rimandata.

Femminile

La migliore

Julia Terziyska (1996) e Sharm El Sheikh formano un connubio che pare indissolubile, ma quello che ha combinato la bulgara in queste ultime due settimane ha qualcosa di storico. Giunta al quarto titolo stagionale, e tralasciamo di dirvi dove ha ottenuto tutte le sue vittorie, Julia ha concesso 10 giochi in entrambe le competizioni, dando l’impressione che i 10.000$ siano un fastidio da togliersi il prima possibile, per volgere lo sguardo verso competizioni più probanti. Quest’ultima settimana la Terziyska, forte della quarta testa di serie, non ha lasciato alcun gioco a Jasmin Ladurner, quattro all’australiana Chantelle Rigozzi, due alla tedesca Ina Kaufinger, tre alla seconda favorita del seeding, la rumena Elena-Teodora Cadar e, avanti 4-1 nell’atto conclusivo, ha visto la sua avversaria, l’esperta britannica Naomi Cavaday lasciare anzitempo la contesa. Ora Julia deve provare a rimettersi in gioco per poter salire in classifica, le qualità paiono esserci.

Caserta – 25.000 $ (terra, outdoor)

Con già sette titoli in cascina, la turca Ipek Soylu (1996) (LINKARE INTERVISTA) ha confermato quanto di buono si dice sul suo conto, giungendo molto vicina a fare propria una competizioni di un livello superiore ai 10.000$ che finora aveva messo in cascina. Presente a Caserta, la tennista di Adana ha vissuto una settimana turbolenta in cui a dire il vero spesso si è complicata da sola la vita: a partire dal primo turno in cui ha sconfitto la paraguayana Montserrat Gonzalez per 6-4 – recuperando da 15-40 sul 4-4 – al terzo dopo averla lasciata a secco nel primo, per proseguire con la pugliese Claudia Giovine, in cui ha nuovamente ceduto la frazione centrale, e la georgiana Ekaterine Gorgodze, con cui non ha sfruttato un vantaggio di 6-3 4-1, prima di spuntarla nuovamente al terzo set. In semifinale l’attendeva la giustiziera della numero 1 del seeding, Mandy Minella, ma chi si aspettava una lotta serrata e rimasto deluso, dal momento che Reka-Luca Jani ha raccolto la miseria di 5 giochi, al termine di un 6-3 6-2 che qualificava la Soylu per la finale: qui la turca ha ceduto alla Kasatkina come già detto prima, ma questa settimana Ipek ha nuovamente confermato tutte le sue qualità.

Antalya – 10.000 $ (cemento, outdoor)

Nuova settimana in radar per la britannica Anna Brogan (1997), che ha raggiunto in Turchia la seconda finale in carriera, dove però ha trovato la resistenza dell’esperta boliviana Maria-Fernanda Alvarez-Teran, che l’ha fermata per 6-3 6-4. Brogan, dopo aver perso il set inaugrale contro la croata Ena Kajevic, aveva ceduto 13 giochi nei restanti 8 parziali, con due 6-0 rifilati ai quarti a Melis Sezer e in semifinale ad Alice Bacquie, ma in finale, se si eccettua per un break in apertura, non ha mai avuto chance di vittoria.

Bangkok – 10.000 $ (cemento, outdoor)

Ha sorpreso e non poco la semifinale ottenuta a Bangkok dalla tennista locale Bunyawi Thamchaiwat (1998), che aveva giocato poco e male sul circuito fino a lunedì scorso, quando ha fatto conoscere al mondo intero una nuova versione di sè. La tennista nativa di Nakhonratchasima ha infatti vinto tre partite, senza cedere alcun set, contro giocatrici di discreto valore, come le australiane Ashley Keir e Zoe Hives, ed in semifinale, opposta alla connazionale Peangtarn Plipuech, ha ceduto solo per 7-3 al tie break del terzo parziale. Vedremo se sarà stato un fuoco di paglia o il preludio a qualcosa di più serio.

Bhopal – 10.000 $ (cemento, outdoor)

Terza semifinale in carriera per Snehadevi S Reddy (1997), che ha letteralmente passeggiato nei primi tre turni che la hanno proiettata in semifinale, con un eloquente doppio 6-0 rifilato nei quarti a quella Ching-Wei Hsu che si era aggiudicata solo sette giorni prima il trofeo a Nashik. Combattuta, ma sfortunata, la sua prestazione in semifinale contro contro Sowjanya Bavisetti, in cui, nonostante i favori del pronostico, è stata battuta per 6-4 2-6 6-1.

Bol – 10.000 $ (terra, outdoor)

Back to back vincente a Bol per Anastasiya Komardina (1997), che ha così riempito in 8 giorni una bacheca che fino a quel momento vantava un unico titolo, vecchio peraltro di due stagioni. Ha faticato qualcosa in più della precedente vittoria, la russa, che si è però riservata di ricorrere alla terza frazione solo nei quarti di finale, contro la slovacca Natalia Vajdova e in finale, in cui la macedone Lina Gjorcheska ha infilato un bel parziale per aggiudicarsi la seconda partita per 6-1, prima di cedere l’ultima con lo stesso punteggio della prima (6-3). In semifinale la Komardina aveva avuto un facile via libera dalla slovena Tamara Zidansek (1997), che non ha retto l’urto dopo aver ben impressionato nel corso della settimana.

Sharm El Sheikh – 10.000 $ (cemento, outdoor)

Se dovesse scegliere un’avversaria da non incontrare, la svedese Jacqueline Cabaj Awad (1996) non avrebbe alcuna difficoltà ad indicare Naomi Cavaday, che in tre occasioni, su quattro semifinali raggiunte, l’ha eliminata a questo livello. Mai però era andata vicina a qualificarsi per l’atto conclusivo come questa volta, dal momento che la Cavaday l’ha spuntata soltanto per 7-5 al terzo, dopo che nel resto del torneo la scandinava aveva perso la miseria di 10 giochi in tre partite.

Sibiu – 10.000 $ (terra, outdoor)

Seconda titolo in carriera, e primo stagionale, per l’ungherese Anna Bondar (1997), capace di trovare la via del successo in Romania, con punto focale dell’intera settimana collocabile nei quarti di finale, dove è riuscita a venire a capo per 3-6 7-6 6-0 della sua bestia nera, la slovacca Viktoria Kuzmova, che negli ultimi 12 mesi l’aveva sconfitta in ben due occasioni. La Bondar ha poi passeggiato in semifinale contro la locale Simona Ionescu, che aveva sconfitto la connazionale Fanny Stollar, mentre in finale si è imposta sulla rientrante Madalina Gojnea, in un incontro in cui ha sempre avuto il pallino del gioco, sebbene quel secondo set perso al fotofinish, con annesso turno di battuta ceduto ad inizio terzo parziale, lasciavano presagire qualcosa di negativo, che però non si è concretizzato grazie al parziale di 6 giochi a 0 incamerato dalla tennista ungherese.

Szczawno-Zdroj – 10.000 $ (terra, outdoor)

Un altro nome a sorpresa si è messo in luce in Polonia, si tratta della ceca Veronika Vlkovska (1997), che prima di questa settimana aveva giocato soltanto due partite, entrambe perse, a livello pro. Per questo motivo è dovuta partire dalle qualificazioni, superate agevolmente, poi ha regolato la polacca Brozda (6-4 6-2), la connazionale Kolarova (3-6 6-3 6-2) e la giapponese Chimura (6-4 6-1), conquistando così un’importante semifinale dove ha ceduto a Martina Borecka per 7-6 6-2.

Tarakan – 10.000 $ (cemento, indoor)

In una manifestazione in cui erano iscritte soltanto quattro giocatrici con classifica mondiale, si sono presi le prime luci della ribalta due giocatrici asiatiche. In finale è stata seccamente sconfitta dalla prima testa di serie Pei Chi Lee Fi l’indonesiana Rifanty Kahfiani (1998), giocatrice che prima di questa settimana non aveva vinto alcuna partita ufficiale sul circuito. Non è sembrato così in questi giorni, visto che fino alla finale la Kahfiani ha disposto facilmente di ogni avversaria tra cui la giapponese Hirono Watanabe (6-3 6-1) e l’indiana Ashmitha Easwaramurthi (6-3 6-4). La vincitrice in semifinale aveva regolato la cinese Jiaxi Lu (1997), partita addirittura dalle qualificazioni, e capace di prendersi lo scalpo di Lavinia Tananta e di vincere una partita fiume contro l’esperta finnica Piia Suomalainen.

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