Napolitano racconta la “sua” Parigi

di Marta Polidori

Stefano Napolitano è una delle giovani promesse azzurre (made in Biella), classe 1995, che ha partecipato all’edizione del French Open under 18.

La sua esperienza è stata frenata dal tedesco Alexander Zverev, classe 1997, anche se il match si è rivelato tutt’altro che scontato e gli è sfuggito di un soffio, terminando con un 2-6 6-3 11-13.

In questo caso penso che il mio possa essere il lavoro più infame del mondo. Non sono una scrittrice, ma un elefante in un negozio di cristalli. Grazie al cielo Stefano è disponibile e questo è ciò che ci racconta della partita: “Io ho perso 13-11 al terzo; magari se avessi gestito leggermente meglio anche solo qualche piccola situazione nell’arco del match avrei potuto vincere. In fondo quando si giocano 268 punti, 135 li vince l’avversario e 133 tu, vuol dire che la differenza è stata davvero minima. In ogni caso sono esperienze speciali, al di sopra di ogni altro torneo, e danno sicuramente grosse motivazioni per continuare a lavorare e a crescere.”

Immedesimandomi nella giornata tipo di un gigantesco diciottenne che si ritrova tra i ‘Big’, potrei forse ritagliare, a sensazione, un profilo di questa esperienza francese.

Stefano si alzerà ad un orario x, si farà la barba (o non se la farà, a seconda del look deciso per la giornata), andrà a fare colazione e poi comincerà a girare per lo Stade Roland Garros.

Un bambino di un metro e novantasei con la barba il giorno di Natale potremmo supporre, che gironzola e assiste a match dei più grandi tennisti in circolazione, attendendo di disputare il suo.

Io me lo immagino così e dico bambino non perché lo sia, ma secondo me persino re Roger si sente ancora un po’ fanciullo negli Slam.

Dopo questo fantastico cappello, licenza poetica, sentiamo cos’ha da dirci lui in merito:

“Per quanto riguarda l’atmosfera di uno Slam la risposta può sembrare alquanto banale. Ovviamente quando metti piede dentro ad un torneo come il Roland Garros puoi rimanere assolutamente affascinato dall’atmosfera che viene creata non solo dal pubblico, ma anche dal condividere molti spazi con giocatori di livello assoluto. Si respira un’aria di professionalità altissima e l’attenzione ai dettagli è quasi maniacale da parte di tutti. Entrare nello spogliatoio sotto al Suzanne Lenglen e assistere alla preparazione del match da parte di giocatori come Federer, Gasquet e diversi altri con i rispettivi staff, sicuramente non è un qualcosa che capita tutti i giorni. Oppure anche solo avere il privilegio di poter assistere a dei match di altissima qualità non dalla prima fila, ma addirittura da sotto al campo, anche questa non è una cosa proprio usuale. Ovviamente si cerca di prendere spunto dai migliori e si prova appunto a gestire la giornata con la stessa professionalità e attenzione sapendo che anche solo un particolare, ad un livello così alto, può fare poi la differenza in campo.”

Attualmente, ricordiamo, Stefano milita all’844esima posizione del ranking mondiale.

Quali sono i suoi prossimi tornei? Dove possiamo trovarlo se ci viene voglia di cercarlo?

“Ora mi fermo una decina di giorni per allenarmi, poi giocherò probabilmente un Futures il 17 giugno. Subito dopo ci sono Roehampton e Wimbledon sull’erba. Dopo questi tornei devo ancora decidere i miei programmi.”

Contenta per lui e nella speranza che vada sempre meglio, un grosso in bocca al lupo a Stefano.

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