Spazio (all’altro) Tennis: Ruanda

di Giacomo Bertolini

Non solo superpotenze, incassi faraonici, tornei sfavillanti e popolarità alle stelle. Il tennis che ti porta in alto, si sa, parte dal basso e allora ecco la nuova rubrica di Spazio Tennis che, con un occhio ai paesi outsider del circuito, si propone di svelare quei numerosi scenari sommersi ma fortemente radicati nei “sobborghi” del tennis. Altre realtà, altre difficoltà, altri eroi… altro tennis!.

Nuova incursione africana per il nono profilo di Spazio(all’altro)Tennis che questa volta è andato a curiosare in Ruanda grazie alla testimonianza di uno dei più grandi prospetti locali, il 17enne di Kigali Olivier Havugimana.

Gli inizi come raccattapalle: “Ciao a tutti sono Olivier e ho iniziato a giocare a tennis quando avevo al’incirca otto anni. Mio fratello lavorava come raccattapalle nel club e visto che ogni tanto faceva qualche scambio con i membri del circolo, un giorno decise di farmi entrare per iniziare a far giocare anche me. Ho così cominciato molto lentamente a capire il tennis e poi ho deciso di entrare io stesso nel club come raccattapalle e di fare anch’io qualche scambio con i tennisti del circolo per allenarmi. Grazie a quel lavoro ho cominciato a guadagnare qualche soldo che mi ha permesso, vista la condizione di povertà della mia famiglia, di potermi da solo comprare l’attrezzatura per giocare, come vestiti e scarpe. Dopo qualche anno, una volta perfezionato il mio gioco, ho cominciato poi a disputare tornei Under 13 e Under 14; questo è stato, per il mio modo di vivere, un grosso ma piacevole cambiamento, visto che dovevo uscire e viaggiare fuori dal mio paese per partecipare alle varie manifestazioni”.

La situazione del tennis in Ruanda. “Per prima cosa devo dire che nel mio paese non ci sono molti club e inoltre anche la maggioranza dei ragazzi che giocano bene non possono mantenersi e devono quindi rinunciare a migliorare il proprio gioco. La maggior parte dei club presenti sono privati, puoi entrare ad allenarti solo se conosci qualcuno, ma a volte capita anche che ti caccino fuori ugualmente dal circolo”.

Condizione critica che, come emerge da queste conclusioni finali di Havugimana, partono proprio dalla reperibilità di attrezzature tennistiche. “La prima evidente difficoltà che abbiamo in Ruanda è la reperibilità degli strumenti necessari per giocare come racchette, corde, palline. In più di una circostanza mi è capitato di prestare la mia attrezzature oppure di condividerla con quella dei miei amici, per provare le varie differenze. A questo purtroppo si aggiunge il fatto che la Federazione non si muove come dovrebbe per promuovere il tennis e aiutare i giovani talenti, senza contare il fatto che qui mancano completamente tecnici stranieri.”

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