Diario di Bordo dal Lemon Bowl (4)


(Helene Pellicano)

da Roma, Marta Polidori

Con un sonno da fare invidia a Pisolo, stamattina mi sveglio e quando guardo fuori dalla finestra sta scendendo il diluvio universale. Questo non comporta alcun tipo di problema dal punto di vista organizzativo, le partite come si sono giocate tutte ieri si giocano tutte anche oggi, solo lasciare Novara e il suo tempaccio per venire a Roma e trovare altro tempaccio mi sembra un po’ uno scherzo.

Alla fine sono qui da undici giorni, di cui i primi due li ho passati a letto con la febbre a trentotto, 30 e 31 a studiare, capodanno e l’uno a riprendermi dal capodanno e poi cinque giorni di pioggia. Sono sempre più convinta di portare io il maltempo…

Erika Di Muzio ha perso, con mio grandissimo dispiacere, da Liza Krokhina per 6-2 6-0.

Under 10 maschile: partita interessante Nicolò Tresoldi contro Enrico Baldisserri. Tresoldi è molto preparato da un punto di vista tecnico e ben impostato, sempre in avanti e dentro il campo, una buona visione di gioco, poi il servizio è ancora da sistemare perché non risulta molto efficace,  ma si sa che quello è sempre il colpo più difficile da imparare. Baldiserri è meno preparato tecnicamente, con un diritto ancora troppo piatto (a differenza di Nicolò che già fa uso delle rotazioni), ma decisamente agguerrito. È stata una partita molto interessante da vedere.

Per l’under  12 maschile invece abbiamo Samuel Vincent Ruggeri 3.4 contro Lorenzo Musetti 3.4., molto facile e veloce come partita, Musetti era decisamente in forma, ha fatto un gioco impeccabile, meno Ruggeri che anzi ho trovato francamente un po’ noioso da vedere, manca di “vitalità”. Finita 6-2 6-0 per Musetti.

Under 12 femminile direi sorprendente oggi. Prima semifinale Helene Pellicano contro Vittoria Modesti 3.5.

Helene è di certo molto preparata e avanti rispetto alle sue coetanee, sia da un punto di vista tecnico e atletico che mentalmente, presenta una maturità agonistica fuori dal normale, ma a me non piace. E’ troppo attenta a fare il compitino per bene, a non sbagliare ed essere ordinata. Vive sulla linea di fondo, non prende mai rischi, ti sposta e appena vede un buco chiude, ma tutto molto pacatamente. Io ho preferito di gran lunga la sua avversaria. Ragazzi, la Modesti fa serve and volley! Io la adoro già solo per questo! Non ho mai fatto mistero di cadere come una pera ai piedi di chi mi dimostri uno spirito artistico, perché si sa che per me il tennis è una forma d’arte.

Questa bambina varia, scende a rete e ha degli occhi da tigre e se sbaglia s’incazza. Certo fa molti errori e atleticamente è messa peggio, ma gioca da due anni meno di Helene e di tempo per crescere ne ha. Sbaglia di pochissimo, quando un giorno le entreranno diventerà pericolosissima.

Comunque le ho fatto qualche domanda alla veloce per saperne di più: Vittoria Modesti è del 2002, viene dalla Canottieri Agnene di Bologna e il maestro è Paolo Lubiani. Si allena tre volte a settimana col maestro, una nei centri periferici con Antonio Cannavacciuolo e una seduta di atletica con Andrea Fantini. Il gioco che preferisce è quello a rete, il suo idolo al femminile è l’Azarenka perché (dice lei) ha un gioco potente, ma si arrabbia. L’idolo maschile è Nadal, per la sua grinta.

Anche se a me dispiace (dovrei essere imparziale, ma sapete che per un serve and volley io mio sciolgo), vince Pellicano facile 6-0 6-1.

Seconda semifinale Federica Sacco 3.4 e Matilde Paoletti 3.5. Partita strabiliante e combattuta fino all’ultima palla. Dove cedeva una entrava l’altra e si sono passate il bandolo della matassa dall’inizio alla fine. La Sacco ha un gioco decisamente potente, ma a me non esalta perché per lo più mena e non mi sa di una che il giorno in cui non è in forma si inventa un piano B. La Paoletti visicamente è la metà di Federica, ma come gioco non l’ho inquadrata bene. Più che altro non ho capito se le scelte tattiche fossero dovute all’agitazione per un match importante e complicato da portare a casa o fossero le sue solite, perché per lo più si è limitata a correre come una matta, recuperare tutto, non prendere grossi rischi e aspettare che l’altra a forza di menare sbagliasse.

Comunque il combattimento c’è stato eccome e anche molto bello da vedere. È andata a Federica Sacco infine per 6-7 6-1 7-6.

Due domande a Federica che ci racconta: “Vengo dal Tc Fireball di Napoli col maestro Lino Sorrentino. Gioco da sei anni e da tre anni faccio agonismo. Ho deciso di intraprendere questo percorso perché mi sono innamorata di questo sport, ho visto che miglioravo e ho deciso di non mollarlo più. È sia una cosa seria, quando c’è da essere seri, che un divertimento”, ma ad un certo punto nel tie-break la Paoletti le ha annullato quattro match point: “Mi sono arrabbiata, ma ho cercato di non pensarci, di prendere coraggio. Il mio gioco è più di attacco che di difesa”.

E’ la quarta volta che vengo al Lemon Bowl. Il primo anno ho perso se non sbaglio al primo turno, il secondo anno ai quarti e l’anno scorso in semifinale. L’organizzazione mi piace molto, anche il circolo.

Mi alleno tutti i giorni un’ora di atletica e una e mezza di tennis, tranne il sabato e la domenica che ne faccio due”.

 Aspettando di vedere le finali di domani, per ulteriori informazioni vi rimando al sito del Lemon Bowl www.lemonbowl.it

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