E Se Fosse Cecchinato…

E se fosse Marco Cecchinato il futuro del nostro tennis? Il siciliano, classe 1992, non è stato certamente reclamizzato come i “famosi” Gaio e Miccini, ma gli ultimi risultati sembrano deporre in suo favore. Marco, che si allena a Caldaro con Massimo Sartori e Alessandro Da Col, in queste settimane ha superato dei giocatori molto competitivi a livello futures come Stefano Ianni, Antonio Comporto ed Enrico Iannuzzi. Cecchinato ci ha concesso questa bella ed interessante intervista, nella quale si racconta dalla A alla Z.
Marco Cecchinato
di Alessandro Nizegorodcew
Iniziamo dal principio. Raccontaci quando hai cominciato a giocare a tennis e come si è evoluta la tua passione sino ad oggi…
“Ho iniziato a giocare a tennis all’età di 7 anni grazie a mio cugino Francesco Palpacelli, già coach tra le altre di Roberta Vinci. Con Francesco mi sono subito trovato benissimo, allenandomi tutti i giorni dalla mattina alla sera. Ha sempre tenuto molto alla mia crescita tennistica e fino ai 16 anni mi sono allenato con lui a Palermo. Non ho giocato tantissime competizioni a livello giovanile e da under 12 e 14 ho disputato pochissimi tornei, tra l’altro vincendo poco. Ho pensato soprattutto ad allenarmi e a migliorare, anno dopo anno, e credo sia stata questa la scelta migliore.”
Per questo motivo il tuo nome non è mai stato accostato ai tuoi coetanei Gaio e Miccini, considerati da anni grandi promesse del nostro tennis…
“Beh si, come ti ho detto, non ho vinto tanto a livello giovanile, salvo qualche buon risultato da under 18 nelle ultimissime stagioni. E’ normale quindi che io non sia stato molto reclamizzato a livello mediatico.”
Torniamo a parlare della tua crescita tennistica. Da Palermo a Bolzano, da Palpacelli a Sartori, con il quale ti alleni tuttora. Come ti trovi?
“Esattamente. Dalla fine del 2009 mi sono trasferito a Caldaro alla corte di Massimo Sartori, che ritengo essere il migliore allenatore d’Italia. E’ stato proprio Francesco, che è molto amico di Max, a consigliarmi questa nuova strada, poiché a Palermo non vi erano le giuste condizioni per crescere in maniera esponenziale. Potermi allenare con un grande giocatore come Andreas Seppi è stato ed è assolutamente eccezionale. Andy è un ragazzo serissimo, dal quale sto apprendendo tantissimo sotto il profilo tennistico e professionale. Il modo in cui si allena tutti i giorni è davvero encomiabile, anche in momento un po’ negativo come quello attuale. Inoltre, grazie a Lisa Sartori, ho potuto crescere molto dal punto di vista fisico, avendo svolto nei mesi di novembre e dicembre una preparazione con i fiocchi.”
Certo che passare da Palermo a Bolzano non deve essere stato semplice. Non è stato traumatico il passaggio?
“Un po’ si, soprattutto per quanto riguarda il primo mese. Io ero abituato a stare sempre in maglietta in Sicilia, quindi passare a guanti, giacca e cappello non è stato entusiasmante. In più vedere la temperatura scendere sotto lo zero di notte non è stata inizialmente una bellissima esperienza. Ma adesso le cose vanno molto bene e qui a Caldaro mi trovo benissimo.”
Francesco Palpacelli, come detto, è uno di famiglia. Come hanno vissuto questo tuo percorso invece i tuoi genitori?
“Beh certamente a loro un po’ dispiace che io sia andato via di casa così presto, ma sanno benissimo che è stata la cosa giusta da fare e sono molto contenti di come stanno andando le cose. Non smetterò mai di ringraziarli per aver assecondato questa mia grande passione che è il tennis. Il mio obiettivo è quello di diventare un giocatore top-50 e trasferirmi a Bolzano è solo uno degli step necessari, a mio avviso, per riuscire nel mio intento e conquistare questo sogno.”
In Sicilia, negli ultimi anni, sono venuti fuori giocatori interessanti. Tennisti come Di Mauro o Aldi sono per te fonte d’ispirazione?
“Certamente si. Alessio, Francesco e anche Naso hanno raggiunto dei risultati eccezionali. Di Mauro è stato numero 68 del mondo e il mio obiettivo deve essere quello di superarlo, anche perché vorrebbe dire essere tra i primi 60 della classifica Atp.”
Tornando a parlare di tennis, nei tornei sei seguito da Alessandro Da Col (numero 396 Atp nel 2006), ex giocatore professionista che ha smesso da pochi mesi la propria attività agonistica…
“Si anche con Alessandro mi trovo molto bene. Oltre ad essere molto preparato dal punto di vista tattico e tecnico, riesce a darmi moltissima tranquillità e serenità, elementi fondamentali per crescere in questo sport. Da Col mi sta seguendo in molti tornei e così sarà anche nei prossimi mesi, anche se in alcune circostanze, per mia scelta, viaggerò da solo. Credo sia importante riuscire a dare il massimo anche senza la presenza dell’allenatore.”
Parliamo del tuo tennis. Quali sono le tue caratteristiche di gioco?
“Sono alto 185 centimetri e il servizio è il mio colpo migliore. Grazie ad un’ottima battuta riesco a prendere in mano lo scambio, comandando quindi con il diritto. Il rovescio, ad una mano, è molto migliorato e riesco a tenere bene lo scambio anche con questo colpo, facendolo volgere a mio favore. In passato il mio limite era rappresentato dal fisico. Non sono mai stato molto potente, anche perché non avevo mai svolto una preparazione come quella di questo inverno. Dal punto di vista atletico ora le cose vanno molto meglio e mi sento in grande miglioramento. L’atteggiamento mentale è in netta crescita, questo anche grazie all’esempio che mi sta dando Andreas Seppi, che in campo è sempre molto calmo e pacato. Sono anni ormai che è tra i primi 100 del mondo e questo è uno dei suoi segreti.”
E’ Andreas dunque il giocatore al quale ti ispiri?
“Certamente si. Si parla molto dei giocatori italiani, che pensando magari più ad uscire la sera che ad allenarsi, ma Andreas è davvero molto professionale. Come dicevo, anche in questo periodo in cui non sta vincendo molto, la sua voglia di allenarsi e lavorare è intatta. Lavorare tanto e non mollare mai. Questo è il mio motto!”
Da qualche settimana hai iniziato a giocare con continuità le qualificazioni nei futures e anche in qualche challenger. Settimana scorsa sono arrivati i quarti nel 10.000$ di Desenzano. Come ti sei trovato? Quali le differenze con il mondo junior?
“Devo dirti la verità. L’ambiente dei tornei futures non mi fa impazzire, anzi. Nei tornei giovanili c’è molta più professionalità, anche perché tutti i ragazzi sono seguiti da allenatori. Nei 10.000$ quasi tutti i giocatori girando da soli e spesso pensano più all’uscita serale che al match del giorno seguente. Nei challenger invece questo non accade e vi è grande professionalità. Scherzando, infatti, ho detto al mio allenatore Alessandro Da Col di volermi sbrigare a fare il salto da futures a challenger… Per quanto riguarda Desenzano, sono molto contento. Ho recuperato un match già perso, da 0-6 1-5 contro Antonio Comporto. Un incontro che solo qualche mese fa non avrei mai immaginato di poter rimontare. Durante il torneo ho giocato molto bene, il mio tennis sta crescendo.”
Hai anche calcato i campi di Wimbledon…
“Un’esperienza incredibile. Ho potuto giocare sui campi 6 e 7 dell’All Enlgand Club, in singolo e doppio, ed è stato bellissimo. Sartori mi aveva detto che con il mio gioco avrei potuto fare bene sull’erba e in effetti sono riuscito a superare le qualificazioni. Purtroppo ho incontrato in tabellone un avversario inglese. I britannici sull’erba si trovano molto bene e c’è stato poco da fare, ma giocare a Wimbledon è stato stupendo.”
A proposito di tornei giovanili, credi di farne altri nei prossimi mesi o passerei direttamente a manifestazioni professionistiche? Nel circuito junior hai stretto qualche rapporto di amicizia importante?
“La mia programmazione non prevede altri tornei giovanili, se non gli Us Open. Per il resto giocherò futures e challenger, sperando nel 2011 già di iniziare con qualche qualificazione nei tornei Atp. Ovviamente dovrò fare tanti punti nei prossimi mesi per crescere nel ranking il più velocemente possibile. Per quanto riguardo gli amici, devo dire che mi trovo bene con tantissimi ragazzi e non vorrei fare nomi. L’unico che mi sento di fare è quello dello spagnolo Carlos Boluda, considerato in patria il nuovo Nadal. Con Carlos ho stretto una bellissima amicizia. Lui è un ragazzo serissimo, che si allena tantissimo e che raggiungerà sicuramente i suoi obiettivi. Ha un grande tennis.”
Quali sono i programmi per le prossime settimane?
“Prima di tornare a giocare futures avrò la possibilità di vivere due importanti esperienza. La prima sarà a Stoccarda, dove andrò insieme a Matteo Civarolo durante il torneo Atp, seguiti da Claudio Pistolesi. La seconda è invece la convocazione in nazionale under 18. Il 24 luglio dovrò difendere infatti i colori dell’Italia insieme a Giacomo Miccini e Federico Gaio. Poter vestire la maglia azzurra è una grandissima emozione.”
Grazie Marco e in bocca al lupo…
“Crepi il lupo. Grazie a voi…”

Leggi anche:

    None Found