Gangi


(Edi Zanetti – Foto Nizegorodcew)
di Mario Zanetti
Mi trovo a scrivere dopo un po’ di tempo, sia perché sono finalmente in ferie, e sia perché ultimamente su spazio tennis l’atmosfera è diventata bollente, troppi commenti fuori luogo, incursioni di fantomatici blogger con nomi fantasiosi e discussioni che alimentate dai bellissimi articoli di Stefano Grazia, prendono una piega che sicuramente Stefano Grazia quando li ha scritti pensava non prendessero.
E allora per stemperare i toni, descrivo una giornata passata con mio figlio Edi in giro per tornei. Come detto in passato, mi trovo spesso ad essere l’accompagnatore ufficiale di mio figlio, sia per l’indisponibilità dei suoi maestri, sia perché a lui fa piacere nonostante l’età ancora stare con me, ci mettiamo in macchina parliamo, ridiamo, e Lui mi fa mille domande.
Dovrei aprire una piccola parentesi sulla situazione del tennis in Sicilia, sui maestri, sui circoli, ma sarei estremamente critico alla Madmax, e snaturerei il motivo per cui sto scrivendo, mi riservo di farlo in altre occasioni.
Il torneo è il torneo di 4 categoria di Gangi, splendido paese sulle Madonie arrampicato su una rocca da cui sembra debba scivolare da un momento all’altro, 120 km e 1h e 40 min per arrivarci da Palermo di cui gli ultimi 45 km di curve e controcurve di strada provinciale da stomaci forti. Nonostante tutto la strada è di una bellezza mozzafiato, campagne, alberi, volpi che attraversano la strada, contrasti di colore e di luce che rendono il viaggio piacevole e niente affatto stancante.
Edi naturalmente si addormenta dopo mezzora di strada e si risveglia quando ci fermiamo davanti al circolo
di Gangi, 2 campi in asfalto abbastanza sgangherati, un piccolo bar e una piccola folla di gente dai 7 ai 70
anni che assiste agli incontri.
Il suo incontro era fissato per le 17,00 ma dato il protrarsi dell’incontro precedente in cui 2 over 45 di
classifica 4.2 battagliano da oltre 2 ore e mezza, bene che vada entrerà alle 18,30.
Edi ne approfitta per mangiare (i suoi valori glicemici erano bassi), si cambia e assistiamo alle ultime fasi
dell’incontro, in cui nel frattempo i due contendenti paonazzi e sudati avevano deciso di vincere non
giocando a tennis ma mettendo in atto una strategia che comprendeva scambi così lunghi e colpi tanto alti da
mettere in pericolo di vita degli uccellini che svolazzavano sopra il campo.
Finalmente uno dei due contendenti decide di mollare prima di morire in campo sbagliando l’ennesimo” tiro al piccione” ed Edi entra in campo.
Il suo avversario anche Lui 4.2 come mio figlio, è un trentenne di bell’aspetto con fidanzata al seguito, buon fisico, classico giocatore back di rovescio e dritto lungo che non disdegna la rete anzi dimostra subito una buona sensibilità sulle voleè.
Dalle prime battute vedo Edi con le gambe imballate, suppongo sia da imputare alla bicicletta che tanto Edi ha usato nelle ultime settimane, preciso subito che non è una variante e/o un nuovo ausilio per la sua preparazione atletica, non si allarmino i vari preparatori atletici che seguono spazio tennis, si è solo scocciato di aspettare me o mia moglie per essere accompagnato al circolo e ci va in bici (3km circa).
Comunque avanti 4-2, poi non so cosa succede perde sicurezza nei colpi per 2/3 sventagli andati fuori di poco va sotto 4-5, poi 5-6 e poi due furti clamorosi del suo avversario sul 30 pari consegnano il primo set.
Edi è incazzato come una iena, sia per i furti e sia perché non sta giocando bene, il back dell’avversario gli da fastidio e le sue gambe imballate non lo fanno scendere al livello giusto per tirarlo su, so che in queste condizioni cioè incazzato perde subito tre games e infatti sotto 1-3 e incomincio a pensare al ritorno in macchina e ai paesaggi che non ci sembreranno così belli ed idilliaci come all’andata.
Ma siccome il tennis è lo sport che è, cioè di m….., merendina, controllo glicemico e forse intervento divino, comincia una nuova partita, le gambe girano, gli angoli si trovano, la palla è più lunga, morale 6-3.
Nel terzo set l’aitante trentenne perde sicurezza ma soprattutto forza fisica, incomincia a boccheggiare, dalla tribuna faccio segno a Edi di fare qualche smorzata in più (lo so, non si fa, ma chi è che non l’ha fatto almeno una volta scagli la prima pietra) risultato 6-2 per Edi.
Semifinale raggiunta, lo attende sabato un incontro con un maestro 4.1 che fa ancora attività, Edi si cambia sono le 20.30 decidiamo di comune accordo di mangiare a Gangi (famosa la salsiccia), ci rechiamo in un agriturismo poco distante, Edi si fa la sua insulina, cibo abbondante antipasti di vario genere, due primi, la famosa salsiccia, insalata, frutta, ottimo vino locale che per festeggiare ho fatto bere pure a Edi.
Il conto 35€, Edi al ritorno non si è addormentato forse ancora eccitato dalla partita o dal vino che gli ha fatto uno strano effetto; tornati a casa a mezzanotte, stanchi tutti e due ma felici ma non per la partita vinta o forse in parte, ma abbiamo passato un’altra giornata insieme e ce la ricorderemo.

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