Alexander Zverev supera (quasi) indenne il suo esordio a Shanghai. Una vittoria in due set (6-4 6-4) ai danni del francese Royer, ma anche qualche fastidio fisico accusato nei games conclusivi, con tanto di medical time-out chiamato prima di andare a servire per il match. Ci penserà il fisioterapista a rimetterlo in sesto in vista della prossima sfida contro un altro transalpino, vale a dire Arthur Rinderknech.
Ma ciò che quest’oggi fanno discutere, sono le dichiarazioni rilasciate in campo nella consueta intervista post-partita. Oggetto di discussione, ancora una volta, è la velocità dei campi, dopo il dibattito aperto da Roger Federer nelle scorse settimane e poi affrontato anche da Sinner e altri giocatori.
Anche a Shanghai, in questi giorni, si è potuto notare infatti una maggiore lentezza della superficie, il che non sembra aver trovato l’apprezzamento di Zverev. “Odio quando le velocità dei campi sono le stesse. E so che i direttori dei tornei stanno andando in quella direzione perché ovviamente vogliono che Jannik e Carlos facciano bene in ogni torneo… abbiamo sempre avuto superfici diverse: non si poteva giocare lo stesso tennis allo stesso modo su un campo in erba, un campo in cemento e uno in terra battuta. Oggigiorno si può giocare quasi allo stesso modo su ogni superficie”, le parole del tedesco. Se il concetto sulla diversificazione delle superfici può starci, senz’altro risulta più complesso decifrare la parte relativa a Sinner e Alcaraz, due giocatori che hanno dimostrato di essere di un altro livello rispetto alla concorrenza su qualsiasi campo e in qualsiasi condizione, almeno per il momento.