Donati, il principe azzurro del Foro

Internazionali BNL d'Italia, Matteo Donati
da Roma, Alessandro Mastroluca

Una giornata particolare. Una domenica speciale, una domenica italiana. Una domenica speciale per Matteo Donati, che gioca la sua prima partita in un Masters 1000 e firma la sua prima vittoria su un top-50, in rimonta sul Centrale del Foro Italico contro un Santiago Giraldo che non approfitta della maggiore esperienza. “Sono felicissimo di aver giocato un gran match contro un top 50″, ha detto in conferenza stampa l’allievo di Massimo Puci, che l’ha voluto a 16 anni nella sua accademia di Bra, dopo aver seguito per anni la crescita di Golubev, e su di lui ha puntato tanto. “Come sempre, la dedica per la vittoria è per nonna Dina, che mi ha sempre sostenuto e appoggiato nei momenti difficili”.  Donati in avvio gioca corto, sa che da fondo l’avversario gli è superiore e cerca di chiudere sull’uno-due ma con troppa foga, con la fretta e la paura, le peggiori consigliere possibile quando le gambe tremano e ti si gelano le braccia.

Niente, in un primo set volato via in un amen con l’azzurro mai a 30 sul servizio dell’avversario, lasciava intuire la trasformazione iniziata in apertura di secondo parziale. L’alessandrino si libera della tensione e libera il braccio, quel suo braccio già così rapido e così deciso nei colpi di inizio gioco. A 20 anni, e vent’anni sembran pochi poi ti volti a guardarli e non li trovi più, è già maturo, anche di testa. Resta sempre concentrato, anche dopo aver mancato le prime tre palle break dell’incontro, che Giraldo gestisce con la serenità del veterano per andare 1-1.

Donati interpreta ora la partita con la pazienza e la forza di chi è consapevole dei propri mezzi, non con la paura di chi vuole strafare perché non ha altre armi per vincere. Accetta anche lo scambio sulla diagonale sinistra, cambia ritmo con il suo lungolinea di rovescio che spariglia destini e fortune, infila cinque giochi di fila e scrive un 6-1 che ribalta la storia e il finale di partita.

Il leggero vento non lo infastidisce, lo alleggerisce, lo spinge lontano. Matteo disegna le righe, sale avanti di un break anche in avvio di terzo set, domina la scena in attacco e in difesa e non si perde d’animo nemmeno dopo aver subito il controbreak a zero per il 2-2. Ma è l’ultimo, vano, tentativo di rientrare di Giraldo. Donati stampa un altro parziale di quattro giochi consecutivi, porta a casa 45 punti, un montepremi per lui notevole e il sogno, o per meglio dire la quasi certezza, di tornare sul Centrale anche per il secondo turno contro Tomas Berdych. “Spero di riuscire a dare il meglio, per capire cosa mi manca per stare costantemente a questi livelli. Sicuramente so di dover lavorare sul fisico, nei grandi tornei sono tutti atleti fenomenali. Ci sto lavorando, e sento di essere sulla giusta strada”. Un ragazzo posato, una faccia pulita, una promessa diventata realtà che ha gli occhi lanciati lontano ma i piedi ben posati per terra. E che non a caso ha come modello il Fab Four a lui più affine, Andy Murray. “Mi piace molto guardare le sue partite, e cerco di ispirarmi a lui sia nel modo di giocare sia in quello di gestire gli incontri”. E magari lo guarderà con un po’ di attenzione in più nella finale di Madrid, per capire anche come si può affrontare, e magari battere, Tomas Berdych. Perché questa, c’è da starne certi, è solo la prima di una lunga serie di vittorie così. Un punto di partenza, non certo un arrivo nel viaggio che porta al successo.

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