Ko tecnico azzurro ad Ostrava

Petra Kvitova e Lucie Safarova

 

 

 

 

 

 

 

 

di Giovanni Cola

Forse avrebbe potuto osare qualcosa in più fin dall’inizio Roberta Vinci. Ha infatti cercato con più regolarità la discesa a rete e l’accorciamento degli scambi solamente nel finale di secondo set, quando il punteggio era già quasi del tutto compromesso. Nel complesso comunque non si può imputarle di aver disputato un brutto match contro una Petra Kvitova veramente “on fire” sulla rapidissima superficie della Czech Arena di Ostrava. 6-3 7-5 lo score conclusivo che regala alla Repubblica Ceca il terzo punto decisivo per l’accesso alla finale di Fed Cup 2014. Il trofeo se lo giocherà con la Germania che nella notte nell’altra semifinale aveva battuto l’Australia a Brisbane.

Per l’Italia una sconfitta senza appello, non del tutto impronosticabile, che tuttavia è maturata più nella giornata di ieri con i ko di Errani e Giorgi. Gli slice di rovescio e le rapide variazioni della Vinci infatti hanno dato meno punti di riferimento alla campionessa di Wimbledon 2011 nella sfida di quest’oggi e, con un pizzico di fortuna e cattiveria in più, la tarantina avrebbe anche potuto far suo il primo parziale nel quale ha avuto ben 9 palle break non trasformate, di cui 5 solamente nel settimo gioco, sul 3-3, quando è stata davvero ad un passo dal compiere l’allungo decisivo.

La ceca ha però perentoriamente tenuto la battuta in quel frangente, mettendo in campo solo vincenti nel momento in cui si è trovata sotto pressione. Nel game successivo la Vinci si è disunita, è rimasta vittima di un calo di concentrazione e con due doppi falli ha dato via libera al sorpasso della Kvitova.

Il carattere di Roberta è venuto fuori nel secondo set quando è stata capace di recuperare due break di svantaggio (uno maturato nel game di apertura e l’altro sul 3-3), impensierendo non poco la sua avversaria e il pubblico di casa. La direttrice servizio-dritto della ceca si è però rivelata anche oggi un’autentica arma letale, una scialuppa di salvataggio a cui aggrapparsi quando le cose avevano cominciato a mettersi male.

Quello che stupisce è il fatto che Petra non abbia una grande varietà di soluzioni tattiche ma le sue accelerazioni con i colpi di rimbalzo lasciano a bocca aperta per la loro straordinaria efficacia. Sul 5-5, quando già si pregustava aria di tie break, la nostra portacolori ha poi perso nuovamente la battuta, alzando definitivamente bandiera bianca.

Una prestazione in ogni caso positiva per Robertina che veniva da un’inizio di stagione terrificante con, finora, solamente due successi all’attivo. Qualcuno sui social network ha espresso qualche rimpianto sul fatto che avrebbe potuto essere scelta la Vinci per scendere in campo anche nella prima giornata, magari al posto di una Sarita Errani eccessivamente sottotono. La sensazione,comunque, è che con Kvitova e Safarova così in palla, difficilmente l’esito finale sarebbe potuto essere ribaltato.

Nelle dichiarazioni post-gara Petra ha dato merito a Robertina: “E’ stato un match più duro del previsto, sono felice di averlo portato a termine nel migliore dei modi perchè c’è un sapore particolare quando si rappresenta il proprio paese. Tra noi c’è un vero e proprio contrasto di stili, lei rispondeva molto bene, il servizio mi ha aiutato molto. Onestamente mi aspettavo di dover affrontare la Vinci e non la Errani, quindi con il nostro coach avevamo preparato nel migliore dei modi l’incontro anche sotto l’aspetto tattico”.

Conferma tutto anche il coach ceco Petr Pala: “Chiudere in due set si è rivelato molto importante perchè stava diventando un incontro complicato sia fisicamente che mentalmente. Siamo già proiettati alla finale, non sono mai abbastanza i successi in Fed Cup. Giocheremo in casa anche contro la Germania, speriamo di poter contare ancora una volta sul calore del nostro pubblico”. 

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