Continuano a far discutere le condizioni di caldo estremo che nello swing asiatico hanno portato al ritiro di numerosi giocatori e giocatrici, non ultimo il numero due del mondo Jannik Sinner alle prese con i crampi durante il match di terzo turno del Masters 1000 di Shanghai contro Tallon Griekspoor. Della difficile situazione ambientale, dei numerosi ritiri e dello stesso numero uno d’Italia, ha parlato Adriano Panatta in un’intervista concessa al Corriere della Sera. Le parole dell’ex numero 4 del mondo suonano come un grido d’allarme per l’intero circuito.
PROVE DI SOPRAVVIVENZA
“Alcuni tornei sono prove di sopravvivenza, i giocatori si ribellino – Afferma Adriano Panatta – Nel tennis esiste un problema di fragilità e riguarda tutti i giocatori, non solo Jannik Sinner. Non bisogna andare oltre certi limiti, penso a possibili soluzioni come la chiusura del tetto, l’aria condizionata e gli ombrelloni sulle sedie ma sia a Cincinnati che a Shanghai non è stato fatto nulla di tutto ciò e in tutto questo l’ATP è stata zitta. In un tennis così non mi sarei divertito neanche un po’, sono felice di essere nato troppo presto”.
SINNER EVITI TOUR DE FORCE
Il pensiero di Adriano Panatta si sposta poi su Jannik Sinner: “Mi chiedo se sia necessario per lui questo tour de force. Ha giocato a Pechino, poi Shanghai, ora andrà a Riyad, poi Vienna, Parigi, le ATP Finals e la Coppa Davis nell’arco di un mese e mezzo. A chi replica parlando di punti in classifica e numero uno io rispondo con un chissenefrega. Se non ha contratti particolari con gli sponsor, non vedo perché debba correre dietro al numero uno”.