Tu quoque, Rafa?

Paolo Silvestri
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Nadal colloca la prima pietra

di Paolo Silvestri

C’è chi si prepara per il pensionamento rispolverando vecchie passioni giovanili che la vita attiva lo ha obbligato a trascurare, chi decide di mettere giù la pancia acculmulata in decenni passati dietro a una scrivania e trasformarsi in un asciutto maratoneta, o chi semplicemente si compra un appartamento a Cesenatico per godersi il meritato riposo. I progetti di Nadal per il suo ā€œpensionamentoā€ sono, cosƬ come il suo conto in banca, notevolmente più faraonici, anche se non di molto più originali: un’accademia. Anche tu, Rafa? Ma come faranno mai a sopravvivere tutte ā€˜ste accademie disseminate sul territorio spagnolo? Certo, le credenziali offerte dal campione maiorchino sono di per sĆØ capaci di schiacciare qualsiasi concorrenza, e non saranno necessarie raffinate operazioni di marketing. Chi parla, chi pubblicizza, chi promuove non saranno le parole, ma i fatti, sulla scia degli spartani insegnamenti di zio Toni.

Logo accademiaLa location della ā€œRafa Nadal Academyā€ sarĆ  (e anche qua non si brilla per originalitĆ ) Manacor, il vero Eldorado di Rafa, che pur avendo conosciuto ogni angolo del mondo, ha da sempre dichiarato di voler tornare al grembo che l’ha visto nascere. La struttura ĆØ concepita per ospitare 140 ragazzi e ragazze provenienti da tutto il mondo, con l’obiettivo di formarli, come ha detto lo stesso Rafa ā€œcome tennisti, ma prima ancora come personeā€, anche in questo caso secondo i dettami della pedagogia ā€œtonianaā€. DisporrĆ , su una superficie di più di 50.000 metri quadrati, di 18 campi da tennis, uno da paddle, uno da calcetto, uno polisportivo, tre piscine, una residenza, un centro commerciale, un centro medico sportivo, nonchĆ© 35 appartamenti per sportivi professionisti, e non solo tennisti, che decidano di trascorrere un periodo di allenamento o preparazione nel centro. Ma sarĆ  anche la sede della Fundación Rafa Nadal, ora ubicata a Barcellona, e di un Museo dello sport, e vuole rappresentare una sorta di elemento catalizzatore, un punto di incontro per tutti gli sportivi dell’isola di Maiorca.

La conferenza stampa di presentazione ĆØ stato un omaggio di Rafa alla sua terra e al suo clan. Al padre, responsabile diretto del progetto, alla madre, immagine pubblica della Fondazione, e come no, allo zio, che naturalmente sarĆ  parte fondamentale della vita dell’accademia. E sarĆ  prorpio interessante vedere che cosa saprĆ  fare Toni con altri giocatori, per capire se ha davvero la stoffa del coach e se i suoi metodi si potranno applicare ad altri giovani campioni, oppure ĆØ stato solamente (si fa per dire) ā€œil coach di Rafaā€.

Nadal ha giĆ  detto che, lesioni permettendo, vuole giocare ancora un paio d’anni al top, quindi fino al 2016, anno delle prossime Olimpiadi, appuntamento che ĆØ da sempre una meta classica che segna il ritiro di molti atleti. Poi sembra chiaro che appenderĆ , a trent’anni, la racchetta al chiodo, magari proprio nel suo museo. La fine dei lavori della ā€œRafa Nadal Academyā€ ĆØ prevista proprio per il 2016. Quindi tutto quadra. In quel momento non ci sarĆ  più neanche Roger. Che freddo che farà….

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