La Racchetta Magica


Titolo: La Racchetta Magica
Autore: Mario Polidori

“Fai attenzione!…Questa è magica!…” le aveva detto il maestro di papà, consegnandole una piccola racchetta “Se la tieni vicina a te prenderà la forma dei tuoi pensieri!…” Vittoria lo guardò bene negli occhi, si era accorta che quell’uomo non scherzava affatto e capì immediatamente che non c’era da fidarsi.
“Ti sei divertita, amore?… Quello era il mio maestro di quando giocavo, da bambino… ti ha fatto un bel regalo, no?…”
Ma che stava dicendo? Lei voleva una racchetta normale, non una racchetta “magica”!…
Anche il colore, fucsia con i brillantini, deponeva male.
Quando arrivò a casa la mise subito in un punto della sua stanzetta che fosse sufficientemente lontano da lei e dalla porta: se davvero era come diceva il maestro, qualsiasi forma avesse preso, lei si era comunque assicurata la fuga!… E per tutta la prima settimana stette ben attenta acché non facesse scherzi. Prima di entrare sbirciava dalla porta che tutto fosse a posto. Ma dopo qualche giorno cominciò a pensare che, forse, non era così pericolosa, magari bastava soltanto non toccarla.
Uffa però, da quando era entrata nella sua stanza, non pensava ad altro!
Alla fine della seconda settimana, prese coraggio e la toccò. Non successe niente..!.
Allora si convinse che il maestro l’aveva presa in giro, era una normalissima racchetta ed anche molto bella, poteva giocarci senza correre nessun pericolo. Andò a prendere una pallina dalla sacca di papà, tornò in cameretta, tolse il fodero e rimase a fissare le corde.
Certo che era proprio un oggetto strano..!.
Provò a colpire la pallina, facendola rimbalzare contro il muro. Divenne immediatamente il suo gioco preferito, cominciò a passarci le ore. E diventava ogni giorno più brava, per essere una tennista di tre anni, pensava, stava diventando decisamente forte e non perdeva più occasione per accompagnare papà, quando andava a giocare con gli amici. Finché, un giorno, successe quello che ormai non si aspettava più.
Erano al tennis per un torneo femminile di seconda categoria, Vittoria aveva fatto amicizia con tutte le atlete, era a bordo campo di qualsiasi allenamento o partita, tutta vestita con il suo completino e la sua racchettina a tracolla, quando fece il suo ingresso al club quella che era poi la favorita del torneo. Era bellissima, biondissima, fortissima.
Quando la vide giocare rimase imbambolata per tutto il tempo, era davvero una forza, un incanto.
E lei..?. Era anche lei così..?. Corse negli spogliatoi, voleva guardarsi allo specchio, per capire meglio se anche lei facesse lo stesso effetto: non poteva fare la tennista se non era una tennista..!. Ma quando fu di fronte allo specchio restò di sasso… era diventata invisibile..!. Gettò immediatamente la racchetta e la sua immagine ricomparì..!. Provò a riprenderla e sparì di nuovo. La gettò e ritornò visibile. Allora era davvero magica..!. Lo fece un po’ di volte, finché si convinse che non era un caso: era proprio la racchetta..!. Era preoccupatissima, fortunatamente scoprì che l’incantesimo svaniva se la rimetteva nel fodero. Ma come avrebbe fatto a giocare se ogni volta che la toccava diventava invisibile..?.
Tornò ai campi da suo papà, per dirglielo, ma subito pensò che non era proprio il caso di farlo… non l’avrebbe mai creduta… e c’era il rischio che gliela avrebbe anche portata via la racchetta… e non voleva assolutamente che accadesse..!.
Tra l’altro doveva anche iniziare il corso, sarebbe saltato tutto. E fece bene, perché quando arrivò al tennis per la sua prima lezione, si trovò con tanti altri bambini, che come lei non vedevano l’ora di cominciare e di imparare. Avevano tutti la sua stessa età e qualcuno lo conosceva anche, ognuno con la propria racchettina. Anche lei aveva portato la sua, ma si guardava bene dal toglierla dal fodero. Non se ne parlava. Il maestro le risolse il problema, perché avrebbero usato tutti le racchette della scuola, perché erano un pochino più piccole e per iniziare era meglio. Ecco perché allora..!. Era troppo grande per lei ancora..!. Si sentì rincuorata e fece la sua prima lezione senza problemi.
Imparava in fretta, non era un colosso, ma era velocissima, non sapeva fare ancora neanche il rovescio, ma con il diritto li faceva fuori tutti, ormai stava diventando brava, cominciò a pensare di essere finalmente una tennista.
Finché non arrivo il giorno di riprovarci. Finita la lezione andò negli spogliatoi. Non c’era nessuno, si mise davanti allo specchio, prese la sua racchetta e la sfilò lentamente dal fodero. Non successe niente..!. Si accorse che, però, aveva ancora nell’altra mano il fodero. Lo gettò. E ancora niente, nello specchio c’era tutto, non mancava niente. Anzi, con la sua racchetta in mano, era diventata bellissima come la campionessa che aveva visto qualche tempo prima.. Persino i suoi vestiti sembravano più belli, le scarpe, i capelli.
Era anche più alta! E più muscolosa! Fantastico! Non credeva ai suoi occhi! Era diventata una tennista come quelle della tv!. Non voleva più muoversi da lì, aveva paura che finisse l’incantesimo. Che meraviglia quella racchetta, quando sarebbe andata al suo primo torneo avrebbe fatto un figurone.
La paura era passata, la racchetta era magica, ma quella magia le piaceva un sacco.
Uscì dallo spogliatoio e andò subito dal maestro, voleva chiedergli se, da quel momento in poi, avrebbe potuto usarla al posto delle altre.
“No, Vittoria… è ancora troppo presto! Potresti farti male!” le rispose frettolosamente.
“No, non è vero… con questa racchetta sono fortissima!” ribatté decisa “Posso fartelo vedere se vuoi…”
Il maestro stava facendo lezione ad una ragazza, qualche anno più grande di lei, che era la promessa del circolo.
“Ne riparleremo in un altro momento… adesso ho da fare!” e tornò in campo a continuare il suo lavoro.
Ma chi era quella lì? Perché non si occupava di lei invece? Era lei la promessa altro che l’altra.
Quella sera tornò a casa molto incavolata ed era decisa a dimostrare che aveva ragione.
Prima di togliersi il completino fece un altro giro davanti allo specchio per avere la conferma di ciò che aveva visto. Ed era così, era l’immagine della gloria!
La prossima volta glielo avrebbe fatto vedere lei!.
Si presentò, però, un’occasione migliore. Il maestro aveva deciso, per quella domenica, di far disputare un mini torneo per tutti i ragazzi della scuola, a cui partecipavano tutti senza differenza di età, per far fare un po’ di partita e di esperienza anche a chi non ne aveva.
Che meraviglia, pensò Vittoria. Era il suo primo torneo! Quale occasione migliore?
Si presentò, perciò, con la sua racchettina, decisa a dimostrare quello che doveva.
I primi turni li giocavano rispettando età ed eventuali categorie, chi andava avanti, man mano, incontrava quelli più forti e più grandi. Sbaragliò tutti suoi coetanei, agevolmente, quella racchetta era formidabile, l’aveva resa invincibile!
Passò i primi turni fino alla semifinale, era la tennista più felice del mondo, adesso avrebbe potuto incontrare la sua rivale. Non vedeva l’ora di batterla e di prendersi tutta l’attenzione del circolo e del maestro, era lei il fenomeno da prendere in considerazione.
Per come si era comportata nei turni precedenti, tutti i soci del circolo erano molto curiosi e si erano accalcati sulle tribune!
Incredibile! Erano lì tutti per lei.
Iniziò il match e andò subito in vantaggio uno a zero!
Ma durò poco, la sua avversaria, smaltita la sorpresa, cominciò a costringerla ad un ritmo che lei non poteva tenere ed immediatamente si portò sul tre a uno a suo favore, praticamente senza farle vedere una palla!
Che stava succedendo? Che era successo alla sua racchetta?
Ma peggio ancora, che stava succedendo ai suoi muscoli? Ai suoi vestiti?
I primi sparirono ed i secondi persero dapprima la luce, poi diventarono normali, poi cominciarono ad essere decisamente inappropriati, bruttissimi.
Si sentiva morire! Che doveva fare? Più giocava e peggio andava. Finché, al cambio di campo, si accorse che stava diventando trasparente!! Nessuno lo aveva notato ancora, ma se non avesse lasciato la racchetta sarebbe successo un disastro: stava pian piano diventando invisibile! Come le era successo la prima volta. La rimise subito nel fodero, prima che fosse troppo tardi e andò a riprendere una delle racchettine della scuola. Tutto tornò normale, compreso il tifo che dagli spalti facevano tutti per la sua avversaria.
Tolto il primo, non fece più un game, cambiare racchetta le aveva soltanto concesso di non diventare invisibile, ma non aveva risolto nient’altro.
“Te l’avevo detto che era troppo presto!” le disse il maestro alla fine del match “Non puoi ancora giocare con la tua racchetta… non va bene…”
E subito dopo andò a fare i complimenti alla sua avversaria. Come tutti. Per lei c’era solo il suo papà.
Basta! Non avrebbe mai più giocato! Se a nessuno interessava che lo facesse e se nessuno si accorgeva di quanto potesse diventare forte con la sua racchetta, era inutile continuare.
Decise di non andare più a lezione.
E nessuno sembrava se ne fosse accorto! Il papà lo scoprì dopo qualche giorno, ma per caso, non perché glielo avesse detto qualcuno!
Andò subito da lei.
“Non ti piace più giocare a tennis, amore mio?” chiese affettuosamente.
“Sì… mi piace, ma non sono brava… è inutile che insisto!” gli aveva risposto Vittoria, spiazzandolo completamente.
“Non sono d’accordo! Secondo me sei molto brava invece, devi solo avere un po’ di pazienza in più… non è un gioco facile!” disse affettuosamente.
“Al maestro non gli importa di me… non si accorge di come potrei diventare brava, se solo mi desse retta… è tutto preso ad allenare Monica..!”
Il papà capì immediatamente il problema e volle provare ad esplorare la situazione per decidere il da farsi. Era stato un tennista anche lui, un agonista, e comprendeva benissimo il problema.
Ma per quanto potesse trovare un aggiustamento, Vittoria aveva già deciso, voleva smettere e basta, in quel circolo non ci avrebbe mai più messo piede, anche perché per diventare davvero forti che ce ne facciamo di un circolo, gli aveva detto, se tutti i campioni si allenano nelle accademie?
Forse aveva ragione. Ma così non c’era soluzione.
Successe, però, che trovarono un’altra scuola, dove, invece, agonisti di livello si allenavano per giocare la serie A.
Dopo una breve visita e consultazione si aprì una nuova possibilità. Vittoria andò a fare un provino e fu accettata!
Da quel momento le tornò la voglia di giocare! Ed era contenta, molto, perché lì aveva trovato la considerazione che cercava.
Finalmente aveva la strada spianata verso il successo folgorante!
Un anno fantastico, cresceva di nuovo a grande velocità, tutto andava per il meglio, ma quando decise di tirare fuori la sua racchetta, anche il suo nuovo maestro si arrabbiò e tutto precipitò di nuovo.
Le sembrava fosse arrivato il momento giusto ed invece successe esattamente la stessa cosa, di nuovo stava diventando invisibile.
Non poteva essere! Ogni volta che decideva di usarla diventava tutto una tragedia!
Cambiò ancora una volta scuola, stavolta era un Accademia, dove andò addirittura peggio, diventava invisibile anche se ne usava un’altra di racchetta!
Era finita. Non aveva più senso andare avanti, non c’erano scuole, circoli o accademie per lei, non era capace e basta!
Vittoria smise definitivamente di giocare, il suo sogno si era rivelato un incubo, e la sua fantastica racchetta il suo peggior nemico.

Leggi anche: