Ying Ying Duan, una piccola Davenport a Wimbledon

ying ying duan

di Michele Galoppini (@MikGaloppini)

Si sono davvero ben comportate le ragazze cinesi presenti nel tabellone di qualificazione che si è giocato a Roehampton con l’obiettivo di raggiungere l’All England Lawn Tennis and Croquet Club. Ben in sei sono riuscite a raggiungere l’ultimo step di qualificazione e due di loro ce l’hanno fatta, cercando di ridare un po’ di vita ad un movimento tennistico cinese che, a dispetto dei sempre più numerosi eventi locali, si sta trascinando verso il baratro: Li Na si è ritirata, Peng Shuai e Zheng Jie allo stesso modo sono sull’orlo del ritiro ed i veri importanti ricambi stentano a presentarsi.

E tra tutte le qualificate, sono forse proprio le ragazze cinesi a sorprendere un po’ di più, Ying Ying Duan in primis. La 25enne cinese nata a Tianjin (dove sorprendentemente, con sarcasmo, c’è un torneo WTA), veniva da una stagione decisamente sottotono, dove a parte due picchi a Kuala Lumpur e Pattaya City, nei quali ha raggiunto ottavi e quarti, non ha quasi mai sorpreso. Anche la classifica conferma i pochi numeri della Duan: la Race, che a questo punto dell’anno comincia a contare in maniera importante, dice 157esima posizione (e senza Pattaya City sarebbe a malapena 250esima).

Ci ha messo anche più tempo di altre sue colleghe a farsi strada nel tennis professionistico, quando a 23 anni vinse quattro tornei ITF da $25.000 di montepremi, portandosi per la prima volta a ridosso delle prime cento al mondo. Muro che però non è mai riuscita a sfondare, poiché il suo best ranking è fissato alla 104esima posizione e datato ormai più di due anni.

La sorpresa diventa ancora più grossa, se si pensa che in 10 anni di carriera professionistica, la cinese ha giocato, prima di questo Wimbledon, solo 9 match al di fuori del cemento outdoor, a conferma forse di alcune lacune che caratterizzano il suo gioco. E di quei 9 match, solo 3 sono stati giocati su erba, a Mildura, in un 25k dove passò le qualificazioni nel 2012 prima di cedere ad Arina Rodionova nel main draw. Solo quest’anno ha provato match ufficiali su terra, due, nei quali sono arrivate due sconfitte.

E non è solo la qualificazione in sé a rapgpresentare un ottimo risultato per la giovane cinese, ma anche la relativa semplicità con la quale è stata raggiunta. Un primo turno decisamente ostico contro la veterana Patricia Mayr Achleitner è stato vinto in due set, in cui in entrambi i casi un break di differenza ha deciso il risultato (6-4 6-3). Il secondo match è stata una cavalcata vincente, poiché dopo un inizio equilibrato, la Duan ha schiacciato Maria Sanchez, già vicina alle top100 non troppo tempo fa, con un perentorio 7-5 6-0. E quest’oggi, Anna Tatishvili, già top100 per lungo periodo prima di problemi fisici, sembrava poter essere un’avversaria ancora più ostica; eppure, il risultato non è mai stato in discussione, e la Duan si è qualificata vincendo 6-2 6-4.

Lo stile di gioco di Ying Ying è peraltro abbastanza idoneo al gioco sull’erba e su superfici più veloci dove lei ha così spesso evitato di presentarsi (non ha mai, ad esempio, giocato un torneo su cemento indoor!). Dotata di un’altezza importante, ha come punto di partenza per il suo gioco il suo ottimo servizio, piatto e potente. E la potenza del servizio è il preludio alla potenza dei colpi da fondo campo: dritto e rovescio bimane possono essere armi di distruzione di massa, potenti e molto piatti e spesso molto profondi. Come spesso capita, abbinate a queste ottime caratteristiche ce ne sono due meno buone: lentezza e cattivi movimenti, che appunto caratterizzano ed a questo punto limitano molto il gioco e le velleità della cinese.

Per lei, sarà il quarto main draw di uno slam, tutti conquistati partendo dalle qualificazioni. L’esordio fu nel 2013, agli Us Open, dove pescò suo malgrado Caroline Wozniacki, che vinse in due set, faticando e non poco nel secondo parziale. Nel 2014 riuscì anche a partecipare agli Australian Open, prima di ripetere l’esperienza newyorkese; perse in entrambe le occasioni al primo turno, rispettivamente da Govortsova e Kudryavtseva.

Fu proprio durante il suo esordio slam nel 2013 che si guadagnò un appellativo abbastanza pesante da sostenere, per il peso del nome al quale è stata affiancata. Il suo stile di gioco ed il suo fisico possono riportare alla mente una delle grandissime campionesse del recente passato, e fu il commentatore della televisione statunitense a chiamarla, durante il suo match contro la danese, la nuova Davenport cinese.

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