Rahmani, dall’Iran al Piatti Tennis Center: “Grandi tecnici e cura dei dettagli, è il posto giusto per diventare pro”

Non c’è alcuna struttura dedicata al tennis, in Italia, a poter vantare l’internazionalità del Piatti Tennis Center. A Bordighera hanno trovato casa atleti e insegnanti da tantissime nazioni, creando un melting pot di culture, esperienze, storie di vita. Come quella del 18enne Kasra Rahmani, l’iraniano che ormai due anni e mezzo fa ha lasciato Teheran col sogno di diventare un giocatore professionista, scegliendo casa Piatti per costruire un percorso che si fa sempre più interessante. Classe 2006, Rahmani ha centrato la scorsa settimana a Bergamo il suo secondo quarto di finale fra i professionisti, entrambi raggiunti nel giro di un mese, mostrando un tennis mancino che non è passato inosservato agli occhi di un pubblico abituato a cullare futuri campioni. Stesso discorso per la sua provenienza, da una nazione tristemente finita al centro delle cronache. “Per noi iraniani – racconta – è un periodo difficile, stressante, a maggior ragione perché i miei genitori sono tutt’ora a Teheran. Nessuno si augura di dover vivere una situazione simile, ma purtroppo non possiamo farci nulla, se non pregare e sperare che tutto possa concludersi il più presto possibile. Nel mio caso, anche se non è facile, cerco di concentrarmi sul tennis”. Gli sta venendo bene: partito dalle qualificazioni, a Bergamo ha infilato una serie di 4 vittorie di fila.

Ma come ci è arrivato, un ragazzo dell’Iran, a Bordighera? “Cercavo – dice – una struttura che potesse permettermi di allenarmi in un certo modo, ma nel mio Paese non ce n’erano. Sentivo parlare sempre bene del Piatti Tennis Center e mi ero accorto di come tanti giovani arrivati qui ottenessero buoni risultati, dunque mi sono convinto a provare”. Inizialmente, causa difficoltà nell’ottenere il visto, l’ha potuto fare per un mese solo. Ma si è trovato a meraviglia e così ha deciso di spostarsi in Riviera in pianta stabile. “Allenarmi qui mi piace tantissimo: c’è un’organizzazione esemplare e il sistema funziona alla perfezione, con tutte le aree ben connesse fra loro. Non è così ovunque. E poi ci sono tecnici di alto livello, ottime persone e la massima attenzione da parte di tutti su ogni singolo atleta”. Dopo essere stato a ridosso della top-100 del ranking under 18, oggi Rahmani è vicino ai primi 1.000 a livello Atp. “So di aver di fronte un percorso lungo – dice ancora – ma lo affrontiamo con pazienza e serenità. In passato ho dovuto fare i conti con vari infortuni, quindi oggi la priorità è stare bene e continuare nel processo di crescita. Non ho iniziato da molto coi tornei Itf, dunque vado avanti senza fretta, a piccoli passi”. Sullo sfondo, il sogno di portare l’Iran nel grande tennis. “Il nostro Paese non ha mai avuto giocatori ai più alti livelli, ma oggi stiamo provando in più di uno a invertire la tendenza. Amo il mio Paese: portarlo in alto sarebbe un grande onore”. Anche per questo, nel 2023, ha scelto il Piatti Tennis Center. E continua a sceglierlo ogni giorno.

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