Martina Trevisan è tornata. Quasi un anno dopo l’operazione al piede a cui si è sottoposta a marzo, la toscana ha fatto rientro nel circuito e ha ritrovato delle sensazioni che attendeva da tempo. Lo ha raccontato al magazine CLAY da Santiago del Cile, dove era impegnata per un torneo WTA 125. “La grande differenza è che non ho più quel dolore che rendeva difficile perfino svegliarmi o camminare” racconta. Il risultato non è quello che conta: ciò che pesa è che il suo corpo, finalmente, risponde.
“Ogni giorno mi sento un po’ meglio. Amo ancora questo gioco e questa vita. Devo solo essere paziente e lavorare”. Non è stato un percorso semplice, soprattutto dal punto di vista mentale: “Pensavo sarebbe stato più facile da gestire. Invece, a volte, è stato davvero duro. Sto lavorando molto su me stessa, e oggi apprezzo il tempo fuori dal campo più di prima dell’operazione”.
Italia in alto, Paolini riferimento: “Il livello ora è altissimo”
Nel frattempo, l’Italia si è confermata ai vertici della Billie Jean King Cup, anche senza una delle protagoniste del trionfo del 2024. Trevisan ha seguito le Finals da casa, con un misto di orgoglio e nostalgia: “Le ragazze hanno fatto un lavoro incredibile. Difendere un titolo non è mai facile. Certo, avrei voluto essere lì, ma mi sono sentita parte del team”.
Tra le azzurre, Jasmine Paolini è la punta dell’iceberg di un movimento in piena evoluzione: “Ho sempre pensato che Jasmine fosse una giocatrice straordinaria, anche quando era fuori dalle prime 100. Ha una mentalità fantastica: è felice, leggera, non si incupisce sulle sconfitte. Nel tennis perdi spesso, e lei gestisce questa parte meglio di tante altre”. Per Trevisan, inoltre, il livello della WTA oggi si è alzato in modo evidente: “Aryna, Iga e Rybakina hanno qualcosa in più, ma il livello medio è più alto rispetto a quattro o cinque anni fa. Anche chi è intorno alla 120 gioca benissimo. Per vincere devi sempre dare il massimo”.
Sabalenka-Kyrgios, show o provocazione? “Io tifo Aryna, ovvio”
Tra le storie che animano la fine di stagione c’è anche la “Battle of the Sexes” tra Aryna Sabalenka e Nick Kyrgios, in programma a Dubai il prossimo 28 dicembre. Trevisan, senza mezzi termini, sa già da che parte stare: “Io tiferò per Aryna, ovviamente”. L’evento fa discutere, ma per lei può essere un’opportunità se affrontato con lo spirito giusto: “Quando ci sono sorrisi e buon comportamento, è sempre positivo per lo sport e per le persone”. E non esclude, un giorno, di essere protagonista in qualcosa di simile: “Giocare un’esibizione contro un uomo? Sì, perché no?!”.
Sinner, Musetti, Alcaraz e Coppa Davis
La giocatrice toscana ha infine parlato di tennis maschile, a partire dalla scelta di Jannik Sinner e Lorenzo Musetti di rinunciare alle Finals di Coppa Davis a Bologna: “Non credo sia stata una scelta sbagliata. Ci sono molti tornei durante l’anno e chi non conosce questa vita non può capire tutto ciò che affrontiamo. Alla fine dell’anno devi ascoltare il tuo corpo e la tua mente e decidere cosa è meglio per te. Per quanto mi riguarda, giocare per l’Italia è sempre un privilegio e un sogno, ma ogni giocatore è diverso“.
Non si è invece sbilanciata quando le è stato chiesto chi avrà una carriera migliore tra Sinner e Alcaraz: “Non so dare una risposta. Dipenderà da come reagiscono i loro corpi nel corso degli anni, ma anche da come gestiscono la pressione. Personalmente adoro guardare entrambi e credo siano un bene per il tennis. Perché sono molto diversi, sia a livello di personalità che di gioco: Jannik è incredibile sul piano della tecnica e della mentalità, mentre Carlos ha più varietà e fantasia“.