Challenger Tunis 2019, Moroni si arrende in tre set a Joao Domingues

Una battaglia epica, durata quasi 3 ore, fra Gian Marco Moroni e Joao Domingues, numero 234 del ranking. In un match profndamente caratterizzato dal vento, il portoghese è stato bravo a rimontare, sotto di un set e di un break, e a trionfare con lo score di 5-7 6-4 7-5. Una grandissima vittoria che lo proietta in semifinale, dove affronterà Thomaz Bellucci.

PRIMO SET: L’inizio del primo parziale al servizio è negativo per entrambi i giocatori: infatti perdono tre volte la battuta consecutivamente (due volte Moroni ed una Domingues). Nel quarto game il portoghese riesce ad invertire la rotta, tiene il servizio a 30 e si porta sul 3-1. Il classe ’98 romano, invece, perde per la terza volta di fila la battuta, complice un doppio fallo e un paio di errori di dritto, e permette al suo avversario di aumentare il proprio vantaggio nel parziale e di portarsi avanti 4-1 e servizio. Il numero 3 portoghese soffre nel sesto game ma, dopo aver salvato due palle break, riesce a confermare ai vantaggi il doppio break. Il set sembra prossimo alla conclusione sul 5-1 e invece arriva la reazione di “Jimbo” che, anche grazie a tanti errori del suo avversario, tiene la battuta per la prima volta nel settimo game, strappa nuovamente il servizio al suo avversario e tiene la battuta per la seconda volta di fila, portandosi dietro di un solo break sul punteggio di 5-4. Domingues, nel decimo game, serve nuovamente per portare a casa il primo set, come fatto sul 5-2, ma, dopo un game da tredici punti e dopo aver avuto tre set point, perde nuovamente il servizio e il tennista azzurro lo raggiunge così sul 5-5. Moroni, in totale “trance agonistica”, tiene il servizio addirittura a 0 e sul 6-5 in suo favore breakka per la quarta volta nel set, terza consecutiva, il portoghese. L’azzurro conclude così il parziale 7-5, ottenendo gli ultimi sei giochi del primo set.

SECONDO SET: Moroni parte bene anche nel secondo parziale, tenendo nuovamente la battuta a 0 e aumentando la striscia di game vinti consecutivamente (7). Il portoghese però riesce ad interrompere questa serie molto negativa, e pur dovendo salvare nuovamente palla break, riesce a portarsi sull’1-1. Il game ottenuto però non sembra scacciare i problemi del portoghese, costretto a subire, sul 2-1 in favore di Moroni, nuovamente il break a 15. Il giovane tennista azzurro trovatosi nella situazione di 7-5 3-1 e servizio a disposizione sembra avere le armi per poter chiudere la contesa, invece, subisce il controbreak. Entrambi sono costretti a soffrire nei due game successivi: Domingues salva infatti due possibilità di 4-2 per Moroni e si porta sul 3-3 mentre il tennista laziale nel settimo game annulla, nonostante due doppi falli, una pericolosa palla del 4-3. Il portoghese però non molla assolutamente nulla: prima il servizio a 15 ed impatta sul 4-4, poi gioca un ottimo turno di risposta e breakka addirittura a 0 l’italiano, garantendosi la possibilità di servire per il set sul 5-4. Questa volta Domingues riesce a rimaner tranquillo quando si appresta a servire per il parziale e tiene a 30 il decimo game, portando il match al terzo.

TERZO SET: Domingues parte bene anche nel terzo, strappando la battuta a 15 all’azzurro nel terzo game. Jimbo , però, esattamente come il suo avversario nel set precedente, non molla e con uno strepitoso dritto inside-in riesce a controbreakkare e impattare sul 2-2 il suo avversario. Entrambi tengono il servizio fino al 4-4 ma l’equilibrio si spezza nuovamente nel nono game quando il portgohese, alla seconda chance, ottiene un nuovo break e va al servizio per il match. Jimbo, però, ancora una volta dimostra di essere un combattente straordinario e, nonostante, l’evidente stanchezza opera nuovamente un controbreak ed impatta sul 5-5. Quando l’inerzia del match sembra essere tornata a lui favorevole, però, il giovane azzurro perde ancora nuovamente la battuta e consente al proprio avversario di servire per il match sul 6-5. Il portoghese sfrutta l’occasione e chiude il parziale, e la partita, 7-5.

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