“Io penso a godermi questa vita, dallo scorso anno finalmente riesco a farlo. Prima era difficile staccarmi dalla famiglia, stare lontano da casa, viaggiare tanto. Adesso, probabilmente grazie alle persone che mi sono vicino, riesco a godermi tutto. Il tabellone principale del Roland Garros sarà per me una prima volta. Spero vada meglio di Melbourne, alla fine la terra battuta è la superficie che preferisco“. Matteo Gigante ha le idee chiare su ciò che oggi è la sua vita nel circuito e su Parigi, regno dei sogni di ama sporcarsi scarpe e calzini di rosso. ‘Giga’, oggi, si è qualificato per il main draw del Roland Garros dopo un match a tratti folle contro il danese Elmer Moller.
Matteo si è imposto 6-3 7-6(5) dopo un match da montagne russe che ha fatto palpitare spettatori e, soprattutto, il team del romano composto da coach Marco Gulisano e dal preparatore fisico Andrea Chiricozzi. Un incontro, disputato sul campo 12 del Roland Garros, che anche lo stesso Gigante ha definito “senza senso”. Il tennis a volte (quasi sempre) è strano. Nel primo set, sul punteggio di 3-3, Matteo ha l’impressione di subire troppo l’avversario, che di rovescio è quasi perfetto mentre col diritto o trova il vincente o va completamente fuori giri. ‘Mi sta prendendo a pallate‘, esclama Gigante, che però trova le contromisure conquistando cinque game consecutivi (6-3 2-0). Moller si riprende, la sua palla viaggia tantissimo da fondo campo, mentre il servizio è ancora acerbo (soprattutto la seconda); il danese sale 4-3 con palla break per andare a servire per il set. Annullata: 4-4. Gigante breakka e va a servire per il match perdendo però la battuta a 15. In qualche maniera si arriva al tiebreak. Succede di tutto, Matteo è sotto 3-1 quando trova un jolly con un rovescio lungolinea, appunto, senza senso. Sul 6-4 in favore di ‘Giga’ è il danese a trovare un ‘numero’. Sul secondo match point Moller non chiude uno smash comodo, Matteo trova un super pallonetto che supera l’avversario; sembra un punto fatto, Chiricozzi si è già alzato a esultare ma il danese, non si sa bene come, insegue la palla e prova un lob disperato. “Non ci volevo credere quando l’ha raggiunta – racconta Gigante – ero tesissimo. Ho pensato: ‘se adesso la palla rimane in campo tiro sul pino’. Appena la giudice di linea ha chiamato ‘out’ è scoppiata la gioia“. ‘Giga’ lancio un paio di urla notevoli (“mi ero tenuto tutto dentro“) e poi va ad abbracciare il team, il sogno si è avverato. “Mi ero messo un po’ di pressione, ero nervoso prima del match anche se sono giunto qui a Parigi con maggiore consapevolezza rispetto al recente passato. La soddisfazione è tantissima“.
Il match è stato difficile sotto l’aspetto psicologico. “Mi è capitato di rado di giocare contro qualcuno più teso di me. Sapevo di non dover sbagliare perché Moller a tratti era in confusione. Ho provare a non far vedere al mio avversario che ero anche io in difficoltà. Non è stato semplice“. Il team ha fatto la differenza nel calmare e supportare Gigante nei momenti importanti e nelle fasi concitate di un secondo set folle. “C’è tanto affiatamento, viviamo insieme 24 ore su 24, ci prendiamo in giro e trasmettiamo l’un l’altro tanta energia. Sono molto felice di avere Marco e Andrea accanto a me“.