Anvedi come torna Nando

di Sergio Pastena

Settimana monocolore per il circuito Atp: andiamo a vedere come sono finiti i due tornei in programma.

Spagna 1 chiama Spagna 2

La proprietà transitiva nel tennis non esiste, ma se è vero che Anderson ha perso da Hanescu che ha perso da Delbonis che ha perso da Granollers che ha perso da Guillermo Garcia-Lopez, allora magari non è azzardato dire che per il sudafricano a Casablanca quest’anno non era aria, a dispetto della prima testa di serie.

Sul torneo poco da dire: dominato dagli spagnoli, come avvenuto anche a Houston, quasi a dare un biglietto da visita con su scritto “Benvenuti sulla terra”. Oltre a Garzia-Lopez e Granollers, che si sono sfidati in finale con la vittoria del primo in rimonta, si è potuto assistere all’exploit di Carballes Baena, partito dalle qualificazioni e arrampicatosi fino alle semifinali dove ha dato non poco filo da torcere al futuro vincitore.

Capitolo Italia: nel main draw c’era solo Volandri ma il suo torneo non è durato molto. Filippo, infatti, è stato battuto in due set dal sorprendente canadese Peliwo, che poi ha fatto soffrire Delbonis prima di cedere 6-4 al terzo.

Spagna 2 ricevuto: passo e chiudo

Poche parole sul Fayez Sarofim & Co. U.S. Men’s Clay Court Championship Houston Atp 250. Poche parole perché solo a scrivere il nome c’è il rischio di provocarsi il crampo dello scrittore. Ad ogni modo dalla parte alta del tabellone è emerso Querrey, vittorioso a fatica su Dustin Brown (a sua volta giustiziere di Isner) ma è stato l’unico spunto degno di nota per i padroni di casa, visto che per il resto han dominato tennisti spagnoli (Verdasco e Almagro) o ispanici (Giraldo) e certo non si può organizzare la hola per i quarti di finale di Sock e Young.

Alla fine ha prevalso per 6-4 7-6(4) Fernando Verdasco, al primo titolo in singolare dal lontano 2010, mentre il digiuno biennale di Almagro non si interrompe in Texas. Italia assente, spettacolo quasi: meglio pensare a Monte-Carlo.

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