Andrea Arnaboldi, il leone di Cantù

Andrea Arnaboldi
(Andrea Arnaboldi – Foto Nizegorodcew)

di Alessandro Nizegorodcew ed Emanuele De Vita

Andrea Arnaboldi, il leone di Cantù, sta giocando alla grandissima in questo periodo ed ha appena centrato un’importantissima qualificazione (la prima della carriera) nel main draw del Roland Garros con una cavalcata trionfale. Battuti il giovane francese Tatlot, l’esperto argentino Zeballos, e l’irlandese Mcgee.

Inseguivi da tanto questa qualificazione Slam. Finalmente è arrivata.
“Ci sono andato vicino agli Us Open con quel match perso 7-6 al terzo (contro Dutra Silva c.d.r.). Oggi non ho giocato un gran tennis, ieri contro Zeballos ho giocato nettamente meglio, ma l’importante era vincere e ce l’ho fatta.”

Probabilmente il match decisivo è stato quello di ieri contro Horacio Zeballos. Fino a metà del secondo hai sofferto molto, poi sei riuscito a girare il match
“Sono tutte partite decisive secondo me. Ieri ero sotto e lui stava giocando bene, ma poi sono riuscito a salire di livello, rispondendo e servendo meglio, e ho portato a casa il match.”

“Sarà il tuo primo match tre su cinque?”
“Si, sicuramente. E ho una gran voglia di giocarlo.”

Andrea ArnaboldiTi sei reso protagonista di un grande inizio di stagione 2014 e di un buon finale di 2013. Forse questo è coinciso con il cambio di coach o di qualche metodologia particolare d’allenamento?
“Ho iniziato a lavorare con il mio nuovo coach Fabrizio Albani da fine giugno e, anche se non abbiamo fatto tanti cambiamenti, abbiamo sicuramente riordinato alcuni aspetti del mio tennis. Sto giocando indubbiamente meglio, come dimostrano i tornei indoor e i risultati su terra.”

Notando dalle partite viste in streaming, ho captato un cambiamento sostanziale del tuo gioco. Sei diventato senz’altro più offensivo, facendo più serve and volley. Cosa è scattato a livello mentale?
“Sicuramente il mio gioco è diventato più offensivo. Vado molte più volte a rete, attacco di più, e forse questo aspetto del mio gioco è coinciso con la maggiore fiducia nei miei mezzi. Quindi le due cose sono consequenziali.”

Il tuo collega Gianluca Naso tempo fa parlò di un tuo ingresso nei top 100, anche se un po’ in ritardo rispetto alla media. Senti che è un obiettivo alla tua portata?
“Ringrazio Gianluca per la fiducia che ha riposto nei miei mezzi. Credo di potercela fare ad entrare nei 100. È un obiettivo alla portata che credo di poter centrare, anche non in tempi brevi, ma ho fiducia.”

Stai facendo bene su ogni superficie. Qual è la superficie dove ti esprimi meglio?
“Mi adatto abbastanza bene su tutte le superfici: indoor, cemento all’aperto, terra. Non ho una vera e propria superficie preferita. Cerco di adattarmi.”

Quali sono state le due partite da ricordare per quel che concerne il tuo livello di gioco e da cui prendere ispirazione?
“Sono due: La prima contro Kavcic nel secondo turno al challenger di Helbronn e l’altra contro James Ward nel primo turno delle qualificazioni all’Open di Australia.”

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